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Ci sono personaggi che camminano tra il reale e il surreale. Uno di questi è sicuramente Mario Balotelli. L’attaccante del Milan e della Nazionale italiana, ex Inter e Manchester City, è capace di colpi ad effetto dentro e fuori dal campo, e la notizia sulla brace non può ovviamente essere questa. La peculiarità del caso ci mostra invece un Balotelli protagonista involontario di un bizzarro caso mediatico che di surrealismo ne è zeppo. Nella mattinata del 4 aprile, il sito della Gazzetta dello Sport riporta tra i primi lanci la seguente notizia: «Milan, Balotelli incoronato da Time tra le icone del 2012». Il pezzo di Gabriele Parpiglia, un elogio spassionato entro i contorni (labili, in questo caso) dell’istituzionalità dal vestito rosa, si snoda in occhi dolci e carezze al crestino verso cui anch’io (ammetto) nutro simpatia. Il nocciolo della notizia però è un altro, e si evidenzia subito: «La vita di Mario Balotelli non smette di regalare sorprese "positive" in questo magic moment del calciatore – scrive Parpiglia- Martedì 23 aprile sarà una data importantissima per l’attaccante rossonero e della Nazionale. Il prestigioso settimanale statunitense Time (primo newsmagazine negli Stati Uniti, fondato nel 1923, ritenuto oggi uno dei più autorevoli e prestigiosi al mondo, in particolare per quanto riguarda la politica e l’economia internazionale) ha deciso di premiare Mario, inserito tra le cento persone più influenti del mondo nel 2012».
La reazione iniziale è ovviamente stupita. Si sa, il calcio è masticato dal popolo becero e inconsapevole, e l’accostamento di Super Mario a Bashar Assad o a Benedetto XVI (in lizza per il 2013), è un qualcosa che potrebbe partire al bar con gli amici o allo stadio, tra una media e l’altra. Poi ti fermi, tiri fuori dal taschino quel briciolo d’istituzionalità vestita di rosa tutta sgualcita, e ti convinci che la cosa può essere vera, soprattutto perché vieni a sapere che Gabriele Parpiglia, appassionato rossonero, ha in serbo un libro proprio su Super Mario: “ne saprà a pacchi”, pensi. Intanto nella tua testa passa il mezzobusto color ebano che secondo Time sarebbe stato tra i pochissimi ad influenzare centinaia di migliaia di persone in questo ultimo anno solare, e lo immagini già prossimo Nobel per la Pace, ambasciatore dell’ONU, ospite alla Notte degli Oscar. L’articolo continua a zampillare come acqua sorgiva, raccontando che la notizia «è arrivata via fax sia nella sede monegasca dove si trovano gli uffici di Raiola, sia nella sede del Milan», che «non poteva non esserci Adriano Galliani, orgoglioso e contento per questo riconoscimento» e che Mario ha voluto festeggiare con i suoi genitori, che i prati erano in fiore, e che c’era pure il cane. Alché, visibilmente scosso, decidi di fare una pausa caffè, e ti chiedi chi accompagni Balotelli in questa specialissima lista, oltre ai citati Messi e Obama. Che fai? Spegni la sigaretta, e digiti www.time.com. Andiamo a vedere. Ecco qui, lista: Goodluck Jonathan (presidente nigeriano), Xi Jinping (presidente cinese), Christine Lagarde del Fondo Monetario Internazionale… no, Mario non c’è. Sbuffi, clicchi indietro per fare un altro giro: no, Balotelli non c’è.
Il ping pong mediatico si snoda tra tutti i principali organi di informazione e arriva a Sky Sport, che ci cuce un servizio speciale, arricchendo il tutto con telefonata a Parpiglia e promozione del libro, per non farsi mancare nulla. Intanto in rete iniziano a circolare voci sulla cantonata, con tesi ancora traballanti ma con la stessa certezza che hai tu: il nome di Balotelli in quella lista non c’è. In serata arriva finalmente la soluzione del mistero, grazie a Gabriele Capasso: «Mario Balotelli è fra i “100 personaggi più influenti del 2012″ secondo la rivista Time? -scrive su calcio blog.it- Neanche per sogno. La bufala sta spopolando su prestigiosi organi di informazione, dalla Gazzetta dello Sport in giù (noi compresi), ma del nome di Super Mario nella famosa lista del Time non vi è traccia alcuna. Il motivo? Molto semplice, la cantonata (o se preferite la “sapiente strategia di marketing”) ha preso piede grazie all’iniziativa del noto gossipparo Gabriele Parpiglia. Il giornalista, che ha in uscita un libro proprio su Balotelli, ha confuso la convocazione di Mario Balotelli a New York per ritirare un premio in quanto fra gli uomini copertina del 2012 con quella riservata ai “personaggi più influenti”». E in effetti Parpiglia ne aveva pure parlato, registrando il tutto come una sorta di idillio tra la redazione di Time e Balotelli: «Il Time ha sempre avuto un debole per SuperMario. Nello scorso novembre gli ha dedicato una copertina. Mario parlava di razzismo, della sua voglia di giocare a calcio e del suo grande sogno di incontrare il presidente Barack Obama. I giornalisti del Time che lo hanno intervistato dopo l’incontro hanno rivelato: "Abbiamo trovato Mario adulto, intelligente e accattivante. In lui è ancora ben visibile l’impatto di un’infanzia turbolenta. Abbiamo incontrato un Balotelli anche più glamour con i suoi splendidi orecchini di diamanti"».Insomma, la penna che scivola su un manto di stelle, tra decise pennellate e inediti scoop. Scrive ancora Capasso, su calcioblog: «Parpiglia si è difeso blaterando fesserie tipo: “la lista non è definitiva” ed ha accostato Balotelli, facendo evidentemente confusione, a personaggi che sono al momento in lizza nel sondaggio per “i 100 personaggi più influenti del 2013″».
Eh già che Parpiglia non è nuovo a slanci emotivi. Dal suo profilo facebook, lo scorso 9 maggio pubblicò una foto di Cassano mentre, sorpreso al parco da due fotografi mentre era in compagnia di moglie e figlio, stava discutendo animatamente con i molestatori. Così scrive Parpiglia: «In queste immagini, scattate ieri al Parco di Porta Venezia, a Milano, Antonio Cassano litiga con un fotografo, anzi con due. Reporter che io ovviamente conosco e che vivono per strada senza orari, senza una sicurezza lavorativa (perché non è un mestiere facile) ma sono persone oneste che puntano a vivere per arrivare a fine mese. Volano schiaffi, spintoni e urla ovviamente da parte del calciatore. Loro restano immobili. Passivi. Motivo del litigio: Cassano che ha scelto uno dei parchi più frequentati a Milano, non vuol farsi fotografare con figlio e moglie alle giostre. Minchia che motivo grave. Altro che crisi, altro che imprenditori che si uccidono perché falliti con le loro società, questi si che sono i problemi della vita. Ma poi riflettendo bene: Cassano guadagna quello che due fotografi potrebbero portare a casa nel corso di dieci vite, anzi venti vite. Querele in arrivo. Ma io da buon milanista sono per la pace». In sostanza, la fine analisi di Parpiglia ci fa capire quanto inadeguato sia un uomo nel chiedere che il figlio non venga fotografato, o nel voler mantenere la privacy della propria famiglia. Questo non si può fare secondo Parpiglia, perché i fotografi guadagnano dieci volte meno di lui, e dovranno pur mangiare fotografando la famiglia Cassano. Mi sembra ovvio. Così parte il pippone moralista, infilando discorsi economici in faccende che coi soldi han poco a che fare. Si parlerebbe di rispetto verso il prossimo, è che lo sguardo di Parpiglia cade sempre su quell’aspetto per deformazione professionale, sognando chissà il conto in banca di Cassano.Ora, riprendendo il discorso dei personaggi che marciano sul sottile filo tra reale e surreale, potremmo inserire Gabriele Parpiglia nella nostra speciale lista. Tutto questo con un po’ d’amaro in bocca da parte di colleghi che si sentono quotidianamente mortificati da iniziative di questo genere. Perché se è pur vero che il calcio non cambia il mondo, le regole dell’informazione non dovrebbero differire da settore a settore, né che si parli della guerra in Siria, né che si parli di Balotelli. Senza trascurare il piccolo particolare: la Gazzetta dello Sport è il principale quotidiano sportivo in Italia, non certo il giornalino della squadra dell’oratorio (che comunque non è tenuto a fare pasticci simili). Gabriele, facci questo favore, lascia Mario a camminare sul filo, tu abbandona il surreale e torna nella realtà. A noi che abbiamo la ventura di leggerti serve quella: dillo anche a chi ti commissiona queste opere ardite.
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