Roberto Cavalli, art director di Leftloft, la società che è stata incaricata dall'Inter di rivedere graficamente il brand nerazzurro, ha parlato di come si è sviluppato il rapporto con la società nerazzurra:
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Cavalli (Leftloft): “Brand Inter, ecco come lo abbiamo rivoluzionato. Volevamo…”
Roberto Cavalli, art director di Leftloft, la società che è stata incaricata dall’Inter di rivedere graficamente il brand nerazzurro, ha parlato di come si è sviluppato il rapporto con la società nerazzurra: COME AVETE INIZIATO A...
COME AVETE INIZIATO A LAVORARE CON L'INTER? AVEVATE MAI LAVORATO CON UNA SQUADRA DI CALCIO?
"Inizialmente ci avevano chiesto di sviluppare una campagna poster ("Ci vediamo a San Siro") per aiutare la vendita dei biglietti. A quel tempo non avevamo idea che avremmo sviluppato una collaborazione di tre anni con l'Inter. Era la prima volta che collaboravamo con una società di calcio ed eravamo veramente eccitati anche perché molti di noi sono tifosi dell'Inter"
AVEVATE IDEA DI COME SAREBBE STATO LAVORARE CON L'INTER?
"Le società di calcio sono società di medio livello con un grande seguito, che incassano principalmente dai diritti tv e dagli sponsor, per cui non sapevamo come sarebbe stato il rapporto con loro. Inaspettatamente ci è stato chiesto di rinnovare la comunicazione di ogni settore della società".
L'OBIETTIVO INIZIALE ERA QUELLO DI "RIPORTARE LA GENTE ALLO STADIO". QUANTO E' STATO DURO?
"Negli ultimi 10 anni, la pay tv ha intaccato pesantemente le entrate della biglietteria e gli spettatori sono calati. Ma l'Inter ha sempre avuto i numeri migliori per quanto riguarda i tifosi allo stadio e volevano mantenere questo record. Riportare la gente allo stadio significava rappresentare lo spirito dei tifosi. Il rapporto tra tifosi e club è spontaneo, forte, profondo. E' fatto di memorie, date, immagini, tutti ingredienti con cui avere a che fare. La campagna è stata ispirata dai team inglesi da una parte e dall'idea del calcio come sport mitico giocato a San Siro, tempio del calcio a Milano come La Scala. Questi due elementi si incontravano nel poster con la scritta "Ci vediamo a San Siro"
COME AVETE IDENTIFICATO I CINQUE VALORI PRINCIPALI: L'ESSERE MILANESI, INTERNAZIONALI, LEGGENDARI, SORPRENDENTI E LEALI?
"E' stata la parte più dura. Abbiamo dato questionari ai giocatori e abbiamo parlato con tutto lo staff della società, compreso Massimo Moratti. Eravamo consapevoli del gap che c'era tra l'obiettvo della società e l'identità che era percepita"
SPESSO SENTIAMO DI PROGETTI CHE TENTANO DI COMBINARE TRADIZIONE E MODERNITA'. VOI COME VI SIETE REGOLATI?
"Noi non siamo tifosi vintage e non seguiamo le mode. Cerchiamo di produrre progetti che durino nel tempo. Abbiamo cercato di fare tutto nel modo più semplice e facile possibile, perchè fosse comprensibile globalmente, ma lavorando per un cliente che ha oltre 100 anni di storia dovevamo rapportarci con la storia e la tradizione. Volevamo combinare i due aspetti. Abbiamo cercato il font adatto per il nome e abbiamo chiesto al type designer Kris Sowersby di presentarci un paio di progetti per il nome Inter".
COME MISURATE IL SUCCESSO DI QUESTO PROGETTO?
"Rivedere il marchio è una cosa che riguarda milioni di tifosi e centinaia di società, dai partner agli sponsor, che dovranno utilizzare il nuovo materiale. Non è possibile avere un feedback immediato. Ricostruire il brand è come costruire un nuovo palazzo: non puoi sapere quanto andrà bene finché non ci vivrai per un po'".
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