Meno dieci punti. Potrebbero diventare meno sette se l'Inter mercoledì prossimo a Marassi dovesse vincere il recupero della gara contro la Sampdoria. E' la distanza (tanta) dal Milan terzo in classifica, la distanza dalla zona Champions. Era, è, l'obiettivo (difficile da raggiungere) di questa stagione cominciata male, che si era messa sulla retta via fino alla vittoria della Juventus Stadium, poi troppi alti e bassi, troppa poca continuità: infortuni, troppi, squalifiche, assenze come macigni, impegni in Europa League con trasferte lontanissime, il ginocchio di Milito che fa crack quando il mercato di riparazione si era appena concluso. Anche un po' di sfortuna quindi.
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Champions, poche speranze. Intanto Kovacic diventa il faro. Cambiasso…
Meno dieci punti. Potrebbero diventare meno sette se l’Inter mercoledì prossimo a Marassi dovesse vincere il recupero della gara contro la Sampdoria. E’ la distanza (tanta) dal Milan terzo in classifica, la distanza dalla zona...
NO, QUESTO NO NON E' L'INFERNO - Andrea Stramaccioni ce l'ha messa tutta. Ha sempre detto di essere consapevole di non avere esperienza, ma ha cercato di far parlare il campo. Lo ha fatto tenendo insieme la squadra anche in mezzo alle difficoltà, i suoi giocatori dicono spesso di lui che è uno diretto, dice quello che pensa e per questo lo apprezzano. C'è chi dice che non sia riuscito a dare un gioco a questa squadra. Ma non è proprio facilissimo farlo con tante assenze, con tutti quegli infortuni, con una rosa che ha dei limiti. E non li ha mai usati come alibi. Se gli errori li ha fatti sta cercando di usarli per imparare di più. Il mister ha gestito l'emergenza, si è confrontato per la prima volta con casi che lo hanno travolto non per colpe sue: se hai Wesley Sneijder è certo che vuoi allenarlo. La cattiva gestione di una cessione come quella dell'olandese non può essere certo addossata al tecnico che ha fatto capire che avrebbe puntato anche su Poli, che si aspettava Paulinho, che ha dovuto lasciar partire Livaja e Coutinho, che ha voluto a tutti i costi Kovacic.
IO VENGO DALLA LUNA - Si proprio lui. Quel ragazzino che gli interisti hanno visto scendere dall'aereo tutto solo, con la sua valigia in mano e con il suo sorriso impagabile come se fosse appena sbarcato sulla luna. E' la sensazione che si ha tutte le volte che lo si vede giocare. Mateo ha 18 anni e ha già incantato tutti: in una stagione che non ha brillato più di tanto per la qualità, i suoi piedi sembrano essere arrivati - come un dono - da un altro pianeta. Lui diventerà il perno dell'Inter: è il prescelto e quando lo si vede fare certe serpentine in campo fa pensare che sia un predestinato. Su di lui sarà costruito quel progetto - almeno queste sono le intenzioni dichiarate - di cui siamo all'anno zero, un progetto che prevede l'abbattimento del monte ingaggi, il ringiovanimento della rosa, il mercato anticipato con uomini a parametro zero: è il caso per esempio di Campagnaro, Andreolli e Botta. La società nerazzurra ha già messo gli occhi anche su Icardi. Pure lui voluto fortissimamente da Strama. I programmi del futuro sembrano partire proprio da lui, dal giovane allenatore che Moratti ha voluto e che ha difeso ribadendo sempre il suo talento, con lui il presidente si è messo in gioco, usando l'istinto. Vorrebbe continuare sulla strada che ha intrapreso a marzo, dopo la vittoria di Londra della Primavera. Le ultime partite del campionato però saranno importanti per prendere una decisione sulla panchina: sarà fondamentale soprattutto chiudere senza altri crolli verticali.
SPIA ROSSA - Pure in mezzo a mille difficoltà le ultime due partite, quella con il Tottenham (vittoria inutile) e quella contro la Juventus (sconfitta immeritata) sembrano dare segnali di ritrovamento. Questa squadra ha ancora un'anima, spesso è quella che fa la differenza. La partita di San Siro contro la capolista fa spuntare fuori anche un altro dato: tre rigori assegnati in una stagione intera. Forse pochi, alcuni c'erano e non sono stati dati ai nerazzurri con la stessa facilità con cui vengono spesso assegnati ad altri club, anche quando non ci sono. Episodi sfortunati, che a volte pesano in termini di punti. Contro la Juve, l'Inter non doveva perdere. E forse quel fallo bruttissimo (e lo ribadiamo per chi pensasse che non ce ne siamo accorti) di Cambiasso, a gioco fermo praticamente, è un po' lo specchio, il segnale, dell'ennesima annata storta: l'argentino non è 'l'assassino' di turno, come ha voluto dipingerlo qualcuno. Cuchu non ha mai fatto un fallo da rosso da quando è in Europa. 277 partite con la maglia interista e non era mai successo. Si chiamano falli di frustrazione. Possono capitare a chiunque. Possono capitare solo nei momenti peggiori. Nei momenti in cui ti sembra che tutto va storto e proprio no, non te lo sei meritato.
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