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Chiarezza e pazienza: ecco le linee guida di MAZZARRI per non buttare mesi di lavoro

Probabilmente l’avvio di stagione aveva erroneamente portato, grazie agli iniziali risultati insperati (sia dal punto di vista della classifica, sia da quello del rinvigorimento di alcuni giocatori), ad una ventata di illusioni. Di anno zero...

Sabine Bertagna

Probabilmente l'avvio di stagione aveva erroneamente portato, grazie agli iniziali risultati insperati (sia dal punto di vista della classifica, sia da quello del rinvigorimento di alcuni giocatori), ad una ventata di illusioni. Di anno zero si parlava ad agosto, di anno zero si torna a parlare adesso. E per anno zero si intende anche quanto accaduto ieri ad Udine. Andare per esempio incontro ad un'eliminazione dalla Coppa Italia perché la priorità è valutare tutta la rosa (ecco spiegato il turnover). Le pressioni, come nei più classici dei momenti negativi, pungolano l'ambiente nerazzurro sollecitando risposte sull'assenza di gioco dell'Inter, sulle prospettive future, su chi partirà e su chi invece verrà acquistato. Il termine che sottende questi interrogativi è il famoso "progetto". Tutti vorrebbero sapere a che punto è. A questa domanda Mazzarri ha risposto molto chiaramente ieri dopo la partita. "Siamo un cantiere aperto, dovevo fare le mie valutazioni e conoscere i giocatori. Sono stato chiamato per ricostruire. Dobbiamo riportare la squadra in alto nel più breve tempo possibile. Stiamo scremando la rosa (8 i giocatori in scadenza)."

Ricostruire una squadra in pochi mesi è impensabile. Soprattutto se non puoi investire più di tanto e non puoi contare su introiti dati dalla partecipazione a coppe europee. Un cane che si morde la coda. Ma non esiste una soluzione diversa da quella che lo stesso Mazzarri ha prospettato ieri. Buttare via il lavoro fatto finora quando è ancora in divenire non avrebbe alcun senso. Si continua a lavorare per definire quella che dovrà essere una squadra capace di tornare a fare gioco (nelle ultime partite c'è stato da questo punto di vista un calo vertiginoso) e ad essere competitiva. Si parlava di rimandare le prime somme al girone di andata. Ci siamo. Anche Mazzarri sa che non può disporre di molto tempo per ritrovare un equilibrio. Perché questa è comunque l'Inter e se il tifoso nerazzurro è famoso per la sua competenza lo è anche per quella particolare caratteristica che lo etichetta come molto esigente. Una caratteristica che non fa rima con pazienza, ma è proprio di questa che ci sarebbe gran bisogno ora. Quella voglia di buttare all'aria tutto è un vecchio difetto che ci attrae da sempre. Ma non è una soluzione. Mazzarri ieri ha chiesto indirettamente una mano ai tifosi, facendo capire che proprio in questo momento così negativo la squadra ha bisogno di essere sostenuta. "Se si dice alla gente che questo è un anno di rifondazione la gente lo capisce e accetta questo periodo."Mazzarri ha bisogno di poter lavorare. Il tempo nel calcio è un despota tiranno, ma le vere rivoluzioni, quelle in grado di cambiare radicalmente una situazione, sono nate da processi lenti e determinati. Non da un'improvvisa folata di vento.