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ESCLUSIVA Bellinazzo: “Cinesi, ecco come è andata. Stadio, soci e Rosneft: il futuro…”

E’ di oggi il comunicato stampa della Saras che ha ceduto il 13% delle sue quote alla Rosneft, una società petrolifera russa. A Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore che segue spesso le vicende societarie nerazzurre, abbiamo...

Alessandro De Felice

E' di oggi il comunicato stampa della Saras che ha ceduto il 13% delle sue quote alla Rosneft, una società petrolifera russa. A Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore che segue spesso le vicende societarie nerazzurre, abbiamo chiesto se questo investimento fatto nell'azienda della famiglia Moratti, potrà in qualche modo incidere sui bilanci attuali e futuri dell'Inter. Ecco cosa ha detto in esclusiva a noi di Fcinter1908.it:

Partiamo dal tema della giornata: la trattativa che ha portato la Rosneft all'acquisizione di un pacchetto azionario nella Saras, azienda della famiglia Moratti e le possibili conseguenze che questa avrà sull'Inter?

Bisogna distinguere necessariamente i due piani, sarebbe sbagliato dire che in questo modo l'Inter possa aver risolto i propri problemi finanziari. L'accordo riguarda la Saras, azienda della famiglia Moratti e la Rosneft, società petrolifera russa, e nasce da una joint ventures che era nata nel dicembre dello scorso anno, per una cooperazione industriale. Il passo successivo è stato l'acquisizione di questa partecipazione all'interno della società, per cui la Rosneft prenderà il ruolo di socio di minoranza. La famiglia Moratti continuerà ad avere il controllo della società, con un 50,02 %; i russi andranno invece a rilevare intorno al 13,7 % delle azioni dai Moratti stessi ed hanno lanciato un OPA per andare ad acquisire altro un 7% di azioni sul mercato, che li porterebbe a un totale del 20%. In tasca ai fratelli Moratti dovrebbe finire in tutto una cifra che si avvicina ai 180 milioni di euro, cassa dalla quale Massimo ha attinto per un centinaio di milioni l'anno per costruire quella che è stata anche la grande Inter del triplete. C'erano problemi economici che anche la Saras ha subito, a causa della crisi mondiale, e serviva un socio importante e strategico. Questo servirebbe anche all'Inter, una volta svaniti i cinesi: operazione ampiamente immaginabile visto come è stata gestita, male, ed è finita, peggio. (Qui tutte le cifre scritte nel dettaglio http://marcobellinazzo.blog.ilsole24ore.com/). 

Sui cinesi ci spiega cosa non ha funzionato?

Quando è stato annunciato l'accordo preliminare non sono stati subito presentati questi soci e il mercato si è subito fidato poco della vicenda. Sarebbe stato auspicabile conoscere, come accade sempre nelle cessioni di parte della quota societaria, subito i dati dei nuovi soci, per analizzare il loro profilo finanziario e le garanzie. Evidentemente si è dimostrato un affare poco proficuo, nonostante l'Inter abbia parlato di problemi burocratici e abbia postdatato la data dell'accordo finale, che non c'è mai stato. Di sicuro all'Inter servirebbe una iniezione di capitale e tutti ora si chiedono se i russi vorrano fare o meno questo tipo di investimento.

Su questo punto quali sono le possibilità che Moratti ceda parte della sua quota ai nuovi soci?

Moratti intanto difficilmente utilizzerà queste nuove entrate subito per finanziare l'Inter, alla luce del miliardo e mezzo speso finora nella sua gestione, cifra che non potràpiù spendere in futuro. Ipotizzare un ingresso in società dei russi, al momento, è quantomeno azzardato. Potrebbe giovare alla società nerazzurra ma non so quanto alla Rosneft. I Russi potrebbero essere interessati invece a sostenere l'Inter con sponsorizzazioni ed altre formule di marketing, apportando capitali freschi senza entrare in società. Tutto questo finchè Moratti non si deciderà a cedere parti importanti della propria quota, in tal caso lo scenario cambierebbe. Ma al momento il presidente non sembra volersi disinteressare e,anzi, pare voler ricostruire un progetto ambizioso, rinunciando ai campioni che era solito acquistare in questi casi.

Sulla ricerca di soci in Medio Oriente per costruire uno stadio di proprietà ci sono aggiornamenti? E quanto cambierebbe lo scenario economico societario con uno stadio di proprietà?

Non sarebbe di sicuro la risposta a tutti i problemi e dovrebbe essere invece accompagnato da investimenti collaterali. Per lo stadio, da almeno sessantamila posti, servono in media tra i 150 e 300 milioni. Questo è il minimo di capienza per essere ai livelli di introiti delle altre big europee; faccio l'esempio della Juventus, che ha uno stadio da quarantamila posti, ed incassa sui trenta milioni, un terzo del Bayern con l'Allianz Arena. Questo accade anche per le attività commerciali che sorgono nei dintorni dello stadio, oltre ai ventimila posti a sedere in più, che portano introiti aggiuntivi di un certo peso. Per cui l'Inter, insieme al progetto stadio, dovrebbe affiancare una serie di business che vanno oltre la partita per incrementare l'incasso al massimo. In più, visti i costi di realizzazione e i debiti della società nelle ultime gestioni, sarebbe difficile ipotizzare un investimento di questo livello, anche col finanziamento di una banca, e servirebbe necessariamente un partner forte. L'idea della partnership con la China Railway Construction era giusta ma il fatto che sia venuta meno fa capire la difficoltà di gestione di questi affari. Adesso si stanno sondando varie piste, con quella russa in pole position. Nonostante i russi non si occupino di costruzioni credo che potrebbero fare questo investimento solo in funzione della costruzione dello stadio: sarebbe l'unico modo di non immetere denaro in una impresa in perdita costante ed ottenere, con una progettualità, ricavi a lungo termine. Questa è la base per ripartire in un percorso di crescita.

Ci sarà qualche novità entro l'estate? Verrà a galla qualche nome nuovo?

So che sicuramente l'Inter si sta muovendo per trovare delle opportunità. Al momento i russi sono da escludere ma in prospettiva di medio termine, realizzato l'affare con la Saras, potrebbero decidere di investire nella società nerazzurra. Fare altri nomi sarebbe fuorviante, una volta siglato l'accordo con la Rosneft, loro avranno la priorità. Sono quindi i candidati numero uno ad entrare nell'Inter, una volta constatato che lebasi dell'accordo con la Saras sono effettivamente solide, e fare un affare vantaggioso per entrambi.

Ultima domanda: investire sui giovani, pagando anche cifre importanti i cartellini, e tagliare il monte ingaggi può essere le strada giusta per risanare il bilancio?

Certamente è la via migliore. I cugini rossoneri lo hanno fatto con successo e sono passati da un passivo di settanta milioni ad un bilancio, chiuso il 31 dicembre 2012, con cinque milioni di deficit. L'Inter ha dovuto, necessariamente, seguire la stessa strada ma più lentamente: esempio è il caso Sneijder, gestito in maniera dura e ai limiti della legalità, per liberarsi di un contratto troppo oneroso per le casse interiste. Ci sono altre situazioni che, ad oggi, non si riescono a sbloccare ed il risultato sarà limitato. Alla riduzione dei costi si dovrebero aumentare i ricavi in qualche modo. L'unica via percorribile in Italia è la qualificazione alla Champions, che garantisce un budget di tranta milioni extra per fare il mercato. l'Inter ha avviato un risanamento ma la strada sarà ancora lunga, visto il terzo posto ormai sfumato, e, a meno che i russi non vogliano investire da subito, si prospetta una stagione difficile di sacrifici. Anche nel caso i russi volessero mettere sul piatto centinaia di milioni non potrebbero, per i vincoli del Fair Play Finanziario, e sarebbero obbligati ad un massimo di quarantacinque milioni nel biennio, che servirebbero a malapena per sanare il rosso di bilancio e non ad investire.

SI RINGRAZIA MARCO BELLINAZZO PER LA CORTESIA E LA DISPONIBILITA'

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