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ESCLUSIVA – Luigi Prisco: «Vi racconto mio padre. Alcune bugie e quella volta con Zanetti…”

Alessandro De Felice

Per introdurre questa intervista, mi rifaccio di una citazione, (tratta dal libro, Pazzo per l’Inter) che trovo quanto mai calzante:“Nei momenti di difficoltà, quando la squadra sembra sulle ginocchia e dalla tribuna partono i soliti fischi...

Per introdurre questa intervista, mi rifaccio di una citazione, (tratta dal libro, Pazzo per l’Inter) che trovo quanto mai calzante:“Nei momenti di difficoltà, quando la squadra sembra sulle ginocchia e dalla tribuna partono i soliti fischi impazienti, i veri tifosi interisti, guardano il cielo e chiedono il solito favore a Peppino. “Peppino Prisco facci un gol...” E’ uno dei cori più frequenti ed affettuosi di uno stadio e di un popolo che dal 2001 soffre di una nostalgia invredibile per il suo più grande, ironico e geniale dirigente.Noi di FCINTER1908, abbiamo contattato suo figlio, l’avvocato Luigi Prisco ed insieme, abbiamo riportato alla memoria alcuni simpatici accadimenti legati all’indimenticabile Peppino Prisco: 

Passione tramandata da padre a figlio, anche lei ha con l’Inter lo stesso rapporto che aveva Peppino?

In questo devo dire che siamo abbastanza diversi. Lui, quando si parlava di Inter, è sempre stato fazioso e poco obiettivo, io invece non ho mai preteso un rigore fuori area e lui questa cosa me la rimproverava."

Lui ha sempre dichiarato di tifare per l’Inter e per le squadre che giocassero contro Milan e Juventus.

“E anch'io, esattamente come lui.”

A proposito di questo, come avrebbe risposto Peppino a Galliani e Raiola, che vedrebbero bene una fusione tra Milan ed Inter. 

Forse addirittura non avrebbe neanche risposto. L’avrebbe reputata un'ipotesi da disprezzare o meglio da ignorare: tamquam non esset.”

Spesso si parla di nuovi impianti, c’è uno stadio al quale suo padre si sentiva più legato?

Senza dubbio l’Arena, è stato il suo stadio fino al 1947, è lì che si è legato in modo così deciso all’Inter; poi però, superato il primo impatto con S. Siro (che fino ad allora era stato solo lo stadio del Milan), ha amato alla pazzia anche quello. Forse gli sarebbe piaciuta l’idea dello stadio di proprietà, ma gli sarebbe spiaciuto molto andare via da S. Siro e lasciarlo agli altri."

Peppino era un tradizionalista del calcio, come crede avesse potuto reagire ad un ipotetico indonesiano?

Guardi, gli avrebbe fatto gli esami del sangue ed avrebbe dato il lasciapassare solo a gente dal sangue nerazzurro. Se Thohir dovesse averlo, allora andrebbe bene.”

Come viveva le partite al S. Siro, seduto accanto a suo padre?

“Era abbastanza agitato. Dal 1980 in poi, è stato un inferno per la puzza asfissiante dei suoi sigari, lui se ne rendeva conto ed una volta mi disse:”mettiti dall’altro lato che il vento soffia all’opposto e così non ti arriva il fumo.” Io lo ascoltai, ma cambiò il vento. Si vede che era destino.

Le piace Mazzarri?

“Credo che sia un’ottima scelta, poi si sa, nel calcio ci vuole anche molta fortuna ma Mazzarri mi piace molto”.

A suo padre sarebbe piaciuto?

“Perché no? Lui è uno di carattere, credo lo avrebbe apprezzato. Di sicuro, gli sarebbe piaciuto Mourinho”.

Però anche Herrera era un caratteriale, eppure non lo apprezzava molto.

“Sì e no. Credo che i rapporti non fossero idilliaci anche per un episodio che adesso le racconto: dopo le trasferte, soprattutto se l'arbitraggio era sfavorevole (e succedeva non di rado), Herrera era solito rilasciare delle dichiarazioni incaute che puntualmente venivano punite con multe salate nei confronti della società. Ovviamente Moratti si era preoccupato di catechizzare il mister, ma lui pareva proprio non interessarsene e perseverava. A quel punto il presidente, (stanco di pagare multe) vietò ad Herrera di rilasciare interviste dopo le partite e designò mio padre come unico uomo, all’interno della società, che potesse parlare con i giornalisti a fine gara. Questa cosa ad Herrera non piacque, anche se poi, a distanza di anni, cercò di spacciarla per una sua decisione." 

Si dice che suo papà andasse in giro con la foto di Ronaldo nel portafogli. E‘ vero?

“E‘ vero a metà, in realtà non è proprio così. Lui aveva sì una foto di Ronaldo nel portafogli, ma questo prima che l’Inter acquistasse il brasiliano, durante il periodo della trattativa. La mostrava ai curiosi che chiedevano informazioni, aveva fatto stampare sul retro della foto dell’attaccante, una frase che recitava: Ronaldo è un bravo ragazzo, ama la madre ed ama la propria famiglia; di più non so dirvi e, se lo sapessi, non ve lo direi. La mostrava a tutti.

Quindi finita la trattativa, è sparita la foto?

“Credo di sì, in realtà, tengo a precisare una cosa: la foto di un calciatore che ha sempre avuto con sé, sulla propria scrivania, in mezzo alle sue cose, era quella di Meazza. Credo che gli sia piaciuto molto Ronaldo, soprattutto perché gli ricordava tanto Meazza, entrambi dribblavano spesso il portiere prima di andare a rete e quel gesto lo faceva gasare molto."

Qual è l’allenatore a cui è rimasto legato di più suo padre?

Gigi Simoni, avevano un bellissimo rapporto di stima reciproca”.

C’è anche un calciatore per cui aveva un debole?

“Lui si esaltava per i giocatori con tanta "creatività" ma ancora di più amava i professionisti seri, quelli che avevano un comportamento ineccepibile in favore dell’Inter, mio padre ha amato Facchetti ed aveva una profonda stima di Javier Zanetti.”

In effetti, sono entrambi l’emblema della professionalità.

Sì. Le racconto un aneddoto su Zanetti: era appena arrivato ed era il 1995, ci fu una di quelle feste con i tifosi in cui presenziavano anche dirigenti e calciatori, capitò che Zanetti fosse seduto proprio vicino a mio padre e ad un certo punto i tifosi iniziarono ad intonare il motivetto: Peppino Prisco facci un gol. Allora Zanetti, che era un ragazzo giovanissimo e quindi anche un po‘ inesperto, si gira verso mio padre e gli chiede:” Ma tu, quanti anni hai giocato nell’Inter” e lui divertito risponde:” Eh, magari avessi giocato nell'Inter.” Il futuro capitano, ascoltando quei cori, aveva pensato che Peppino Prisco fosse stato un grande cannoniere dell’Inter.”

L’Inter per la famiglia Prisco è una cosa di famiglia, continuerà a seguirla anche l’anno prossimo?

“Sicuramente sì”

Si ringrazia l'avvocato Luigi Prisco per la consueta disponibilità e gentilezza

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