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Fassone: “WM ha stima di club e squadra. L’ha voluto Moratti, Thohir convinto di…”

Marco Fassone, dg dell’Inter, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere del Mezzogiorno, parlando del suo approdo all’Inter e anche della situazione di Walter Mazzarri:  Fassone, fu una scelta convinta andare...

Alessandro De Felice

Marco Fassone, dg dell'Inter, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere del Mezzogiorno, parlando del suo approdo all'Inter e anche della situazione di Walter Mazzarri: 

Fassone, fu una scelta convinta andare all'Inter? «Certo. Napoli a me diede un’opportunità importante: ero alla Juventus e avevo affrontato il progetto stadio, lo avevo portato a termine. De Laurentiis mi offrì la direzione generale del club. La mia prima volta in quel ruolo, con la possibilità di lavorare a strettissimo contatto con un imprenditore. Venivo da una società strutturata diversamente. Una stagione della mia carriera, grazie alla quale Massimo Moratti ha poi scelto di puntare su di me all’Inter. E per come poi sono andate le cose, il passaggio di testimone a Thohir e il mio ruolo nell’avviamento del nuovo club è decisamente l’esperienza più importante fatta finora». 

Stagione felice a Napoli? «Interessante dal punto di vista professionale e anche umano. Se penso alle telefonate e agli sms che ricevo da vecchi amici conosciuti in giro per l’Italia, il settanta per cento sono contatti napoletani che ho coltivato in due anni. Rispondo sempre con molto piacere».

Domenica il caro Napoli sarà avversario dell’Inter. «Eh, sì. Partita delicata, il Napoli ha una rosa molto forte, grazie agli investimenti importanti fatti dal presidente De Laurentiis, soprattutto l’anno scorso. Noi veniamo da due sconfitte, sarà necessario mantenere la lucidità e la freddezza necessaria in campo. Mazzarri, come sempre, prepara la gara in maniera meticolosa». 

Anche Mazzarri è un ex. «Rispettiamo Napoli come una tappa importante della nostra vita professionale, oggi siamo all’Inter e in campo non ci saranno sentimentalismi». 

Non è un momento semplice per l’Inter, la piazza è insofferente. I tifosi fischiano l’allenatore. «La curva ha dato al mister sempre ampio sostegno durante le partite e mi auguro che tutto lo stadio lo faccia anche domenica». 

Mazzarri è in bilico? «Assolutamente no. Il presidente si è espresso più volte rinnovando piena fiducia al mister. Crede nel suo progetto tecnico». 

E se il Napoli vincesse? «Per la società Inter non cambia nulla. Mazzarri è salvo». 

È stato lei a portarlo all’Inter di Moratti e sempre lei a convincere Thohir a tenerlo rinnovandogli anche il contratto. Avverte pressione, visto il momento? «Ma no. Intanto, ristabiliamo la verità: l’idea di Mazzarri all’Inter fu di Massimo Moratti e di nessun altro. Ne parlavamo ogni tanto, null’altro. Il presidente, quell’anno, provò a tenere salda la posizione di Stramaccioni fino alla fine. Poi le cose andarono diversamente. Thohir ha avuto un’empatia immediata con Mazzarri, e quando io e Ausilio ne abbiamo parlato con lui a proposito del rinnovo, non abbiamo faticato per convincerlo». 

C’è chi dice che Mazzarri si fosse accordato con l’Inter di Moratti già a gennaio, quando era ancora a Napoli. «A me non risulta assolutamente». 

Dal Napoli all’Inter, Mazzarri è cambiato? «È maturato come è giusto che sia. Cresciuto. Si sta misurando con una piazza e un club più grandi. Lui ha fatto la carriera classica, dalla serie C alla B fino alla A con il Napoli. L’Inter è l’apice della sua carriera, anche lui ha dovuto trovare l’adattamento alla grande squadra. È un grandissimo lavoratore, è tenace e ha la stima di tutto lo spogliatoio, oltre che del club». 

Ma non è ancora riuscito a dare la sua identità all’Inter.«È fuori di dubbio che non ha ancora l’identità mazzarriana. Le sue squadre, per chi lo conosce, hanno sempre avuto un’anima e un grande carattere. Sono state espressione di un gioco definito. Non è stato facile per nessuno vivere il momento di transizione e soprattutto quest’anno gestire il cambiamento di tanti giocatori. Siamo convinti che Mazzarri riuscirà a formare il gruppo vincente. I suoi metodi sono collaudati, ne siamo sicuri. Ricordiamoci che in campo ci sono giovani del ‘91, ‘92, ‘93, ‘94. Dodò e Juan sono in Nazionale e il merito è anche di Mazzarri. Sono convinto che sia l’uomo giusto per l’Inter, ha bisogno di tempo». 

Non ha un rapporto felicissimo con la tifoseria. «Nei due anni che ho vissuto a Napoli raramente ho sentito la tribuna fischiare, Il tifoso napoletano si lascia travolgere più facilmente da una bella giocata. Il tifoso interista, non quello di curva, è molto più esigente. Ama il bel gioco, critica aspramente anche i grandi giocatori. È più raffinato rispetto a quello napoletano, è esigente, ha aspettative più alte. Dal dopo Mourinho qui c’è stata la convinzione di dover vincere sempre e a tutti i costi. Non è successo e col trascorrere del tempo le critiche verso i successori sono diventate sempre più aspre». 

Juventus, Napoli e Inter: lei ha vissuto tre dimensioni diverse del potere calcistico in Italia. «A Torino ho certamente respirato l’aria di chi era da sempre abituato a gestire posizioni di potere; ma anche il terribile momento della fine di un’epoca e della faticosa ricostruzione coincisa con la scomparsa dell’Avvocato, del dottor Umberto e con gli anni del dopo calciopoli. A Napoli prevale invece la forza popolare che viene dalla gente, dalla voglia di rivalsa, dalla folla che ti spinge verso l’alto per farti entrare di prepotenza nel salotto buono del calcio italiano. L’Inter infine é l’espressione più alta di chi sta dall’altra parte, di chi sa che deve sudare più degli altri, di chi é strenuamente orgoglioso della sua differenza e non si cambierebbe con nessun altro». 

Una definizione per ciascuno dei presidenti con cui ha lavorato. «Agnelli: giovane, moderno e ambizioso; De Laurentiis: un imprenditore lungimirante; Moratti: presidente appassionato, innamorato e competente; Thohir: coraggioso ed entusiasta». Un giocatore che toglierebbe al Napoli. «Mi viene naturale: Marek Hamsik». 

Napoli e Inter dove possono arrivare? «La Juventus e la Roma stanno dimostrando di avere qualcosa in più. Il Napoli ambisce legittimamente ad una posizione Champions e l’Inter è una concorrente diretta per questa posizione». 

Crede possibile che De Laurentiis possa cedere il club agli sceicchi? «Non conosco la situazione attuale. So che De Laurentiis è un imprenditore molto saggio. Ha creato una società solida con risultati sportivi eccellenti e i bilanci in ordine. Non so se De Laurentiis sia o meno in contatto con investitori arabi, credo però che il valore della società Napoli possa rappresentare un’opportunità di investimento interessante. E’ una piazza importante, è stabilmente nel calcio che conta da molti anni».