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Nella scorsa puntata dedicata al processo di Calciopoli e sintetizzata in esclusiva per Fcinter1908.it dall'Avvocato del Brescia e del Bologna, Bruno Catalanotti, si è sottolineato come il processo celebrato con rito ordinario dalla Corte territoriale avesse consentito di accertare che ben tredici partite sono state oggetto del delitto di frode in competizioni sportive attraverso “il compimento di atti fraudolenti volti a predeterminare risultati diversi da quelli conseguenti al corretto e leale svolgimento della competizione”. In questa terza puntata Bruno Catalanotti riporta la trascrizione fedele della parte motiva della sentenza relativa ad alcune partite.
(leggi qui la 1a puntata - IL PUNTO SULLE SENTENZE, LA PRESCRIZIONE E LA "FAVOLA" DELL'ASSOLUZIONE)
(leggi qui la 2a puntata - L'ALTERAZIONE DEI RISULTATI E DEI SORTEGGI)
3° - LE PARTITE TAROCCATE SECONDO LA SENTENZA DELLA VI SEZIONE DELLA CORTE D'APPELLO DI NAPOLI
Da ultimo, vale la pena di segnalare a chi voglia approfondire ulteriormente la questione, che la ricognizione dei fatti-reati in questione è tracciata nelle pagine 151-187 della sentenza del l7 dicembre 2013 della Corte di Appello di Napoli, sez. VI, più volte citata, alle quali si rinvia per una meditata presa d'atto dei riscontri probatori delle tesi d'accusa forniti dal processo, soprattutto attraverso la preziosa captazione di conversazioni telefoniche intercorse tra imputati ed altri soggetti a vario titolo coinvolti.
Si procede, invece, qui di seguito, alla fedele trascrizione della parte motiva della sentenza relative alle partite:
Fiorentina-Bologna 1-0 e Bologna-Juventus 0-1 attinenti al pregiudizio patito dalla società emiliana in conseguenza delle illegittime interfenze di Moggi sulle gare in questione;
Chievo-Lazio 0-1 e Lazio-Parma 2-0 riguardanti il “salvataggio” della Lazio;
Chievo-Fiorentina 1-2 e Lecce-Parma 3-3 inerenti al “salvataggio” della Fiorentina.
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G) Fiorentina-Bologna 1-0 del 5//12/2004 Moggi De Santis
“Come per la precedente contestazione, anche qui sussistono gli elementi per rilevare una pluralità di atti fraudolenti nell'accezione già esposta: si tratta della partita Fiorentina-Bologna del 5.12.2004 arbitrata dal De Santis c conclusasi con il pareggio (recte: con la vittoria della Fiorentina), in cui emerge l'attività fraudolenta dello stesso attraverso le c.d. “diffide" prodromiche alla successiva gara che il Bologna doveva affrontare con la Juventus.
La turbativa emerge da diverse conversazioni (n. 8790 del 3.12.2004 sull'utenza in uso al Moggi, in cui quest'ultimo esprime il proprio intento -citando esplicitamente la partita in questione- di avere necessariamente bisogno delle ammonizioni mirate per l'incontro successivo della Juventus in relazione, poi, alle corrispondenti partite che avrebbero affrontato le dirette avversarie, come la squadra del il Milan; n. 5738 del 05.12.2004 su utenza in uso al Moggi, in cui il Baldas parlando con il Moggi, riferisce che il De Santis “ha fatto il il delitto perfetto", avendo diffidato i tre difensori del Bologna, e, dunque squalificati per un turno; telefonata da leggersi in uno con la n. 2254 sull'utenza in uso al De Santis) e dalla deposizione del teste Marocchi Giancarlo, assistente in quella partita (verbale ud. 11.12.2009) in cui si rileva la conduzione di gara del De Santis appunto non corretta, in relazione proprio alle tre ammonizioni sopra citate attuate con la finalità sopra espressa (va rilevato sul punto, come già esposto per altre imputazioni, le concordi ma anche monocordi deposizioni dei testi escussi in merito a tale partita -Pirondini, Borsari- Gamberini, che appaiono, al. di là dei ripetuti non ricordo, assolutamente ininfluenti sui fatti, se non nel ripetere una generica positiva professionalità dell'operato de1 De Santis). Anche in tale caso le doglianze difensive si appuntano sulla positività dei giudizi espressi sul De Santis e sulla peculiarità dell'eloquio utilizzato nelle conversazioni, anche in tale caso travisate nel contenuto dal Tribunale e non indicative di accordi fraudolenti.
Questa Corte, pur rileggendo ed anche ascoltando alcune di quelle indicate come escludenti per il De Santis qualsiasi coinvolgimento nelle contestazioni di frode sportiva (ovvero la n. 490 dell'8.2.2004 fra la Fazi e Bergamo, la n. 8609 del 7.05.2005 fra Bergamo e il Meani, la n. 17443 dell'8.05.2005 fra lo stesso De Santis e Bergamo), non ritiene che le stesse smentiscano l'esito delle ben più ampie telefonate intercettate più volte citate. Infatti la stessa n. 490 sopra citata non rappresenta altro che il lunghissimo sfogo della Fazi dopo il suo licenziamento e del suo diretto intervento sul Moggi, il quale avrebbe con lei manifestato un malcontento sul De Santis per il suo comportamento al centro di allenamento arbitri di Roma (peraltro i temi affrontati nella lunga telefonata dalla donna attengono per lo più a giudizi sugli aspetti personali del predetto più che sul suo operato arbitro).
Sovvengono invece altre conversazioni, anch'esse oggetto di ascolto da parte di questa Corte, ove emergono giudizi (come ad esempio la n. 39179 del 7.01.2005 sull'utenza in uso al Lanese), in cui si fa esplicito riferimento ad un costante atteggiamento favorevole de1 De Santis nei confronti della Juventus e dunque del Moggi (per ammonire un giocatore della Juventus uno gli debba dare una coltellata, altrimenti non lo ammonisce? o ancora, parlando di minuti di recupero “...ti dico per quale motivo, anche perché se dal quarto minuto al quinto succede qualcosa, succede un goal della Juventus, viene fuori un casino che non finisce più, ma chi te lo fa fare?' e dove si cita espressamente il metodo della regola del vantaggio per favorire la squadra interessata, condotta fraudolenta rilevata proprio nella direzione di gara del De Santis” (v. pag. 156-159).
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I) Bologna-Juventus 0-1 del 12/12/2004 Moggi
“Anche per tale reato la responsabilità di Moggi individuata dal giudice di primo grado va confermata. Il reato attiene alla partita BOLOGNA-JUVENTUS del 12 dicembre 2004 vinta dalla Juventus per 1 a 0 ed arbitrata da Pieri: si condivide i1 giudizio del Tribunale sulla attribuzione anche al Pieri di una scheda riservata, con cui il predetto ha avuto contatti sia con il Moggi che con il fido Fabiani ben 17 volte (un contatto il giorno prima della partita tra Pieri e Moggi, uno il giorno stesso della partita ed altro alle ore 00-17 la notte dopo i sorteggi della durata di circa 10 minuti ed altri ancora la notte dopo la partita). Inoltre sul punto appaiono significative dell'avvenuto contatto nei confronti del Pieri da parte del Moggi anche la telefonata fra il Bergamo e la Fazi (la tel n. 15690 del 6.01.2005 in cui, rappresentando che il Pieri è da sanzionare per un errore commesso durante la partita Reggina-Palermo, la Fazi replica “...è ora che gliela dai una bella botta visto che non riguarda la Juve, eh? Eh..eh..eh) “ o anche quelle pur successiva all'incontro in oggetto, ma indicative dell'interessamento del Moggi per il Pieri nei giudizi rilevanti durante la trasmissione del Processo del Lunedì (tel n. 7032 e 7040 del 13.12.2004 Moggi con la segretaria della redazione della trasmissione e la n. 7063 del 14.12.2004 fra il Baldas ed il Moggi) o ancora la conversazione intercorsa fra il Pairetto ed il Baldas del 13.12.2004 (la n. 9728 ove dopo il commento sulla partita, il Baldas specifica come è stata applicata la moviola per non rilevare gli errori della direzione di gara)”.
Inoltre non vanno taciute le osservazioni non sufficienti espresse dall'osservatore Luci Luciano sulla conduzione della gara da parte del Pieri e certamente indicative dell'avvicinamento effettuato dal Moggi ed anche dal Fabiani sul predetto arbitro” (v. pag.159-160).
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U ) Chievo-Lazio 0-1 del 20/02/2005 Mazzini Lotito
“La Corte ritiene che anche per tale imputazione le condanne degli imputati Mazzini e Lotito e la assoluzione del Pairetto vadano confermate. La contestazione riguarda la partita Chievo-Lazio del 20.02.2005 e terminata in favore della Lazio per 0 a l. La vicenda in oggetto si innesta sul più ampio piano attuato per la rielezione del Carraro al vertice della Federazione e che vedeva un esplicito appoggio del Lotito Claudio, quale. presidente della Lazio. Proprio in base a tale situazione, il Carraro aveva suggerito al Bergamo una attenzione particolare per una conduzione della partita: sul punto sovvengono (oltre quella fra il Moggi ed il Mazzini del 20.10.2004 n. 3476, in cui entrambi si soffermano sulle manovre inerenti l'elezione de1 presidente di Lega, sottolineando che l'alleanza con lo Lotito - "schieratissimo” per il Carraro - poteva giovare a favore dei loro disegni) le conversazioni captate nel febbraio 2005 (ad esempio, la n. 23518 del 1.02.2005 sull'utenza in uso al Bergamo) fra il CARRARO ed il Bergamo prima della partita Lazio-Brescia (partita definita “delicatissima" dal Carraro e per la quale la dirigenza laziale aveva massima attenzione a causa delle forti polemiche succedute all'incontro Reggina-Brescia -ove il Foti si era presentato neglì spogliatoi degli arbitri durante l'intervallo- a dimostrare che vi era un reale interesse da parte dei vertici federali rivelatrici della volontà degli stessi e dunque anche dei designatori) di condizionare gli incontri di calcio che avrebbe disputato la Lazio. Ne è ancora riprova la conversazione n. 23863 del 4.02.2005, intercettata sull'utenza di BERGAMO in cui la segretaria Fazi riferiva al designatore arbitrale che "persone della Lazio" avevano detto nel corso di una cena che ci si doveva ormai solo fidare di CARRARO che "ci ha promesso aiuto", alludendo evidentemente ad incontri riservati tra la dirigenza laziale e lo stesso CARRARO. La conclusione della FAZI è sin troppo eloquente rispetto al conseguente atteggiamento dì BERGAMO (“quindi , occhio ragazzo”) o la telefonata n. 4l2 del 7.02.2005, sull'utenza in uso ad Innocenzo MAZZINI, nel corso della quale quest’ultimo riferiva a Pier Luigi Pairetto di aver parlato con LOTITO, che a sua volta, qualche giorno prima si era incontrato con CARRARO, per chiedergli "attenzione verso il suo caso": MAZZINI, quindi, chiedeva a PAIRETTO se CARRARO avesse detto ai designatori "di tenere in considerazione la posizione della Lazio", anche come segno di riconoscenza per quello che aveva fatto LOTITO nel corso delle trattative per la rielezione del Presidente della FlGC. Va detto subito che in tale conversazione, pur individuando un accenno di consapevolezza nel Pairetto di quanto discorreva il Mazzini, lo stesso non si pronuncia sull'argomento esplicitamente e dunque l’assoluzione quantomeno per insufficienza delle prove a suo carico si impone, atteso che l'appello del P.M. sul punto si ripropone sempre nell'ottica della rivalutazione della sola conversazione in esame.
Altro coinvolgimento è, invece, provato per il MAZZINI, che oltre alla sopra citata telefonata risulta contattato personalmente dal Lotito (telefonata n. 172 dell’8.02.2005 sull'utenza in uso a MAZZINI) e dal tenore della conversazione si evince facilmente che LOTITO chiede al MAZZINI se a lui risultava che CARRARO avesse già parlato con i due designatori e che, ricevuta risposta affermativa dal vice-presidente FIGC - Specificava non solo che tale intervento era stato pressante, ma riguardava almeno l’intero arco della restante parte del campionato, sino alla sua conclusione, sottolineando che CARRARO era una persona che si dimostrava "leale" con lui. Infatti, nella successiva telefonata n. 2086 del 18.02.2005, il Mazzini si attiva direttamente con il Lotito al fine di tranquillizzare quest'ultimo sulla "sua mediazione" e sull’intervento anche di altre persone anche estranee al mondo del calcio (Ferri e Fini, confermato in parte dalla conversazione n. 2225 del 20.02.2005) in suo favore (il Lotito, dopo avere risposto al Mazzini che la sua squadra avrebbe incontrato il Chievo nella domenica successiva, riceve l'imbeccata del Mazzini con· la seguente frase "... ah! Si! Davvero? e chi hanno tirato a sorte ?...” ed il Lotito risponde “..sei rincoglionito??!” – ed il Lotito comprendendo solo dopo a cosa si riferisca il suo interlocutore, chiede “......eh? .. vabbè .. .come sto? .. " ed il vice presidente federale, pur troncando il tema del discorso, aggiunge soltanto “…ti volevo salutare, ti volevo dire che va bene, va bene!!”. Anche in altre conversazioni prese in esame esame dal Tribunale emerge il coinvolgimento pieno dei due imputati (come le n. 1733 del 15.02.2005, in cui si intuisce che l’attenzione favorevole per il Lotito e dunque per la squadra della Lazio è "particolare” o ancora la n. 2086 del 18.02.2005, in cui si evidenzia la esplicita richiesta da parte del Mazzini al Lotito -che cerca rassicurazioni certe- di un nominativo "sicuro" per la partita in oggetto “ si faccia dire il nome e cognome e provenienza ... sta bene!": o ancora la n. 2338 del 21.02.2005 sempre tra Lotito e Mazzini in cui si chiarisce il rapporto “intenso” intercorso fra i due nella partita della precedente domenica- vedi pag 230 e segg. della sentenza appellata).
Inoltre, vanno valutati anche, i contatti intercorsi prima della partita in oggetto da parte dell'Ambrosino (assistente di gara) con il Moggi ed il Fabiani che, seppur non imputati, "colorano" la conduzione della partita sicuramente sotto una luce quantomeno ambigua. Infatti, le doglianze difensive sul punto non smentiscono né il tenore delle conversazioni sopra citate (assolutamente chiare e prive di ambiguità lessicali sia nell'esposizione sia nei contenuti) né la qualità dell’intervento attuato dal Mazzini sulla pressante richiesta da parte del Lotito di favorevole attenzione per la sua squadra. Peraltro si condivide il giudizio del Tribunale della ininfluenza sulla turbativa della gara ( costellata da diversi errori arbitrali da pare dell’arbitro Rocchi ai danni del Chievo) della deposizioni del Ferri (che inequivocabilmente ha ammesso di avere ringraziato il Mazzini da parte del Lotito, pur non conoscendone le reali motivazioni) né quella del CT di parte Cornieti (che ha ammesso di aver valutato "unilateralmente” la partita solo contro il Chievo)” (v. pag. 167-169).
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V) Lazio-Parma 2-0 del 27/02/2005 Mazzini Lotito
“Va confermato anche tale giudizio su tale frode sportiva attinente la partita Lazio-Parma del 27.02.2005, vinta dalla Lazio 2 a 0. Si indica subito che l'assoluzione del Pairetto si fonda sulla analoga valutazione della sua condotta per il capo U) ovvero una sua sicura conoscenza della mediazione attiva del Mazzini per la Lazio, ma non appare evidente un suo specifico interessamento al riguardo e dunque va confermata, atteso che l'appello del P.M. nulla aggiunge allo scarno quadro probatorio a suo carico.
Altra valutazione va effettuata per il Mazzini ed il Lotito che, avendo scambiato plurime conversazioni fra di loro, hanno evidenziato una comunione di intenti risultante evidente dal tenore delle seguenti telefonate: n. 2338 del 21.02.2005 già citata nel precedente capo d'imputazione ed in cui vi è l'esplicita indicazione proprio da parte del Mazzini che l'obiettivo è la salvezza della Lazio (il Mazzini :”Bisogna salvarsi in tutti i modi, eh?” a cui il Lotito non si sottrae, anzi specifica “aih, domenica ho il Parma eh? Che è importante”) o ancora la n. 3286 del 27/02/2005 in cui si commenta in modo palese l'arbitraggio in favore della Lazio (MAZZINI: ti arrestano...ti arrestano...” LOTITO: “Grande Innocenzo!!!” e prosegue “Aho? E perché mi devono arrestare?; MAZZINI: ehh! Chiediglielo a quelli del Parma...chiediglielo a quelli del Parma!” e ponendo anche le basi per la domenica successiva in cui la Lazio incontrava il Messina “che è del giro di Moggi”). Anche qui si rilevano “ad colorandum” contatti fra le schede cd. “riservate” fra il Cassarà (il cd quarto uomo della gara) e il Fabiani nonché le deposizioni di alcuni testi (come il Baraldi o il Russo verbale ud. 4.12.2009 e ud. del 23.11.2009) che hanno evidenziato alcuni errori arbitrali non di poco conto dell'arbitro Messina (ad esempio la mancata concessione di un rigore pur rilevata dall'osservatore Nicchi), pur poi volendo far rientrare ogni fatto rilevato nell'ambito della mera valutazione” (v. pag. 169-170)..
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A5 Chievo-Fiorentina 1-2 dell'8/05/2005 Moggi, Mazzini, Diego ed Andrea Della Valle Mencucci
“Tale imputazione attiene alla partita fra Chievo-Fiorentina, conclusosi in favore della Fiorentina per 1 a 0 ed effettuata 1'8.05.2005. La condanna degli imputati va confermata in questa sede, atteso che si evidenzia dagli atti processuali una molteplicità di elementi probatori tutti concludenti nel senso del pieno coinvolgimento nella fraudolenta turbativa della partita in oggetto. Va premesso che dinanzi a questa Corte ha reso per la prima volta spontanee dichiarazioni il Della Valle Diego, il quale sostanzialmente ha dichiarato che la Fiorentina, come nuova dirigenza sportiva, aveva tentato di opporsi ad un mondo del calcio (soprattutto ai vertici federali) un po' precondizionato da un sistema di potere non condiviso nelle sue finalità, ma che successivamente erano stati di fatto costretti a piegarsi a tale sistema per far sopravvivere la squadra anche finanziariamente. Tali affermazioni pur non indicative di nomi, appaiono confortate proprio dai molteplici elementi probatori inquadratati nel corso del processo.
Va anche indicato che le conversazioni cadute nelle attività investigative per tale imputazione hanno rilievo, giacche si innestano su quelle che hanno evidenziato fra il dicembre 2004 ed il gennaio 2005 (e di cui si è già esposto nella parte motiva relativa alla sussistenza del reato associativo per il Mazzini) un intento da parte degli imputati Mazzini e Moggi di ostacolare inizialmente questo nuovo ingresso in Federazione del Della Valle Diego, attraverso attività di dossieraggio finalizzata a screditare la figura del predetto, nel tentativo di indurlo a lasciare libero il campo a vantaggio del presidente di Lega uscente (Galliani) e degli altri vertici federali a lui collegati.
La prima telefonata che appare significativa della attività fraudolenta per incidere sulla partita in imputazione è quella del 21.04.2005, la n. 10435 fra il DELLA VALLE Andrea ed il Mazzini, in cui il Della Valle rappresenta all'interlocutore la propria preoccupazione per il prossimo risultato in campionato della squadra viola, soprattutto alla luce dell'ultimo incontro con il Messina,. conclusosi con il pareggio a causa del recupero concesso dall'arbitro Nucini -oltre all'espulsione di un calciatore fiorentino- e chiede espressamente al Mazzini un incontro, La risposta del Mazzini è eloquente, avendo inteso immediatamente la direzione del discorso ed infatti invita I'interlocutore subito a non parlare di ciò per telefono, invito però non raccolto dal Della Valle, che insiste nel volere comprendere se vi è una forma di ostracismo contro la sua squadra: a quel punto il Mazzini, preso dall'incalzare del colloquio, fissa un contatto prima della successiva partita di campionato per la Fiorentina, indicando addirittura Coverciano come luogo di incontro.
Anche la conversazione n. 10438, sempre del giorno 21.04.2005, ha una piena valenza probatoria in relazione alla imputazione e alla condotta contestata, essendo confermativa della precedente: qui il Mencucci (consigliere delegato e amministratore esecutivo della Fiorentina S.p.a.) contatta il Mazzini e questi rappresenta subito all’interlocutore di essere già stato contattato da Andrea DELLA VALLE che gli aveva chiesto di dargli "una mano”. I due commentando il disagio dei Della Valle per la situazione in classifica della Fiorentina, si soffermano su come superare gli ostacoli ed il Mazzini, facendo riferimento a pregressi contatti avuti con Andrea Della Valle, precisa "che cosa ti avevo detto io di Nucini..” ricevendo il consenso del Mencucci “ esattamente quello che si è verificato”, lasciando così intendere che l'incontro precedente fra la Fiorentina ed il Messina doveva essere “pilotato” dall’arbitro verso un risultato positivo per quest’ultima formazione.
Infatti, il Mazzini proseguendo nella conversazione, spiega al Mencucci chiaramente che la Fiorentina subiva a causa dell'atteggiamento tenuto dal suo presidente in antitesi con il sistema dominante legato al gruppo di Moggi e che quindi il suo contributo veniva un po’ limitato da questo suo non potersi opporre allo stesso.
Da tenore successivo della conversazione emerge chiaramente che il vicepresidente federale Mazzini, pur se da un lato precisa al Mencucci (che lamenta aiuti non corretti al Messina nella precedente partita) che non va bene “comprare” le partite, dall'altro però indica la natura dell'aiuto che egli potrà fornire, ovvero una possibile conduzione di gara "favorevole” alla squadra viola resa possibile attraverso l'individuazione di un arbitro vicino al gruppo Moggi, suggerendo che per ottenere ciò vanno contattati i designatori ed in particolare il Bergamo: infatti il Mazzini riferisce nella telefonata sul finale ". ... bisogna che Paolo BERGAMO abbia un minimo di attenzione verso il caso Fiorentina, il che vuol dire non fare niente di strano se non quello di essere tutelati per la realtà che è la Fiorentina…Tutto qui. Però come tu li hai infamati a bestia, tu vieni a Coverciano in una stanzina riservata e gli dici: Caro Paolo, guarda che noi forse abbiamo sbagliato .... inc ... però siamo la Fiorentina, siamo i Della Valle, siamo persone perbene da voi, noi vorremmo essere tutelati. Quando tu hai fatto questo basta e m'avanza, però se non lo fai e ti vanno nel culo ..io non ho da dirti altro…”. Scattano di seguito febbrili contatti telefonici prima fra il Della Valle Diego ed il Moggi ( la n.. 2741 del 2.05.2005) ed in cui si manifesta chiaramente l’intento del Moggi nell'indurre il Della Valle Diego a condotte meno rigide e quindi "vicine al suo sistema", invito a cui non si oppone il Della Valle (da notare che è lo stesso Moggi a sollecitare "un avvicinamento" da parte del Della Valle, il quale dopo essersi scusato per il mancato incontro, si sente rispondere “ No...no…si, io sono giù ma non ti preoccupar! Tanto lo facciamo un’altra settimana,…pensiamo a salvà la Fiorentina, dai, dai!”; poi fra ciarliero il Mazzini e il Bergamo (da notare anche il tentativo non riuscito da parte del Mazzini di colloquiare direttamente con il Della Valle Diego nella telefonata intercettata n. 12068 del 02.05.2005 significativo della volontà del predetto di accelerare i tempi fra gli incontri accordati) ed in cui quest'ultimo viene informato dell’interessamento dei Della Valle e della loro volontà di contattarlo (la n. 12079 del 02.05.2005), contatto confermato dalla successiva telefonata n. 12096 del medesimo giorno, in cui appare palese la volontà di entrambi gli interlocutori ( Della Valle Diego e Bergamo) di giungere ad un accordo "positivo" per entrambi sulla possibilità di recupero per Fiorentina.
Inoltre, da ulteriori colloqui captati fra il Mazzini ed il Bergamo (la n. 7417 del 2.05.2005) emerge la prova del compiacimento nei fratelli Della Valle dell’interessamento del Bergamo per le sorti della squadra di Firenze, tanto che il Mazzini si precipita subito dopo a telefonare al Mencucci per sollecitare un incontro direttamente fra il Bergamo ed il Della Valle Diego. Prima di tale incontro comunque sì rinvengono altre telefonate significative della “preparazione" attenta del Mazzini (coadiuvato dal Mencucci) per tale incontro come la n. 12295 fra Andrea Della Valle ed il Mazzini, in cui il primo manifesta la propria premura affinché l'incontro con il Bergamo avvenga al più presto. Sollecitazione fatta propria anche dal Mazzini, o ancora quella fra il Mazzini ed il Mencucci del maggio 2005 -la n.. 12528 - in cui, avvenuto il sorteggio dell'arbitro Dondarini per la partita di cui all'imputazione, entrambi manifestano ampia soddisfazione "per il lavoro svolto" ed infine quella a completamento della partita ( la n. 12779 del giorno della partita) ed in cui sia il Mazzini che il Mencucci si congratulano a vicenda per l'ottenuto risultato positivo e del “cammino” ancora da continuare per la Fiorentina.
L'incontro poi fra. i Della Valle ed il Bergamo, preceduto anch'esso da concitate telefonate ( nn. 8783 e 8849 del maggio 200)" avvenuto presso l'Hotel Villa Massa in Firenze risulta accertato e documentato da attività della P.g. in atti ed il fatto, come lamentato anche in primo grado dalla difesa degli imputati Della Valle, che non se ne conosca il contenuto non incide sulla valenza probatoria dell'accertamento, giacchè non trova in atti versione alternativa la motivazione dello stesso.”
Giova ricordare a proposito di detto incontro che inizialmente era previsto in ora notturna ed in una riservata sala di Coverciano, le cui chiavi erano nella disponibilità del vice presidente della F.I.G.C. ; poi, “in un sussulto di sobrietà”, come scrive, con raffinato humour, il G.U.P., i conviviali optarono per un ristorante vicino a Firenze!
Ritornando ora al testo della sentenza, si prosegue nella trascrizione dei suoi passaggi più importanti.
“Va anche detto che l'indicazione da parte della Difesa dei fratelli Della Valle nel propri motivi di appello di avere appreso da fonte giornalistica ( peraltro da altra fonte anonima seppur indicata come agente di polizia giudiziaria) della avvenuta registrazione di conversazioni in tale circostanza, che smentirebbero l'assunto accusatorio, non può trovare alcun ingresso in tale processo, come anche altri articoli giornalistici pur allegati ad altri appelli per altri imputati, attesa la assoluta genericità del loro contenuto e, nel caso di specie, la assoluta mancanza di accertamento della fonte dichiarativa.” (v. pag.175-179).
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A10) Lecce-Parma 3-3 del 29/05/2005 Della Valle Diego-Della Valle Andrea – Mencucci-Mazzini - De Santis
La condanna degli imputati De Santis, Della Valle Diego, Della Valle Andrea, Mencucci e Mazzini va confermata. L'imputazione attiene alla partita Lecce-Parma disputata il 29.05.2005, ultima partita del campionato di serie A e conclusasi in pareggio. Tale partita rappresenta la continuità della attività di salvataggio della squadra della Fiorentina già oggetto di giudizio nel capo A5 ). Con tale partita si raggiunge il risultato ovvero la permanenza di seria A della Fiorentina (il Bologna ed il Panna effettueranno poi lo spareggio). Tale obiettivo risulta provato anche qui dalla scelta (attraverso le griglie) di un arbitro vicino al gruppo facente capo al Moggi (il De Santis) e di una cooperazione fattiva fra il Bergamo ed il Mazzini, portavoce delle istanze del Mencucci e conseguentemente dei fratelli Della Valle ( come da incontro presso l'Hotel Villa Massa del 14 maggio). Anche in tale caso sono le conversazioni intercettate a delineare la vicenda nei suoi aspetti salienti. Va notata perché fortemente significativa la n. 15052 del 22.05.2005 intercorsa fra il Mazzini ed il Bergamo ed in cui si parla già del De Santis come futuro possibile arbitro; poi la n. 48679 del medesimo giorno, in cui il Bergamo parlando con il Collina (che intende andare ad arbitrare "l'ultima partita di campionato" ..) gli fa capire che non appare possibile; ancora la rivelante conversazione (la n. 50317) del giorno dell'incontro fra il Bergamo ed lo stesso De Santis ed in cui, dopo gli auguri per l'incontro ricevute dal Bergamo, il De Santis rassicura il designatore che " i ragazzi stanno in forma, io sono .. .facciamo una partita a testa .....” ed il Bergamo, fraintendendo il rifermento "ai ragazzi", gli consiglia " ... fallo in palestra, così siete più al fresco ... ". Ma la telefonata continua con una ampia spiegazione del De Santis; che sottolinea “.... usiamo la testa gli ho detto: usate la testa ... correte poco e usate la testa, gli ho detto a tutti e tre ..” con ciò riferendosi agli assistenti (Griselli e Biasutto) e, dopo avere rassicurato il Bergamo di un proprio controllo sui predetti ( sono bravi tutti e due ...... no, va bhe, Alessandro ( il Griselli ndr) non c'ho problemi..è venuto pure a pranzo Pasquale D 'ADDATO (n.d.r. osservatore della CAN di A e B amico stretto del De Santis) chiarisce al designatore anche su come "piloterà" l'incontro (“no, no, te dico guarda, stiamo preparati bene, gli ho spiegato pure un po' le cose, velatamente, Alessandro (GRISELLI) sai posso parlò in un modo, l'altro ...” “..... velatamente, insomma gli ho spiegato .. fatto capire che ... poi intanto gliela do io l'impostazione, da quello che ho sentito dalle interviste: loro giocano, il Lecce vuole giocare per vincere. il Parma pure gioca a vincere. quindi a sto punto facciamo la partita, ci mettiamo in mezzo ... "), ricevendo subito una compiaciuta battuta da parte del Bergamo ( “..... l'importante è che tu vinca …”). Si concorda con il giudizio del Tribunale sul1a natura maliziosa delle frasi anzidette e sulla finalità delle stesse ovvero che il tutto debba essere gestito "con la testa" e con un tacito assenso del D'Addato, osservatore della partita in oggetto. Il coinvolgimento diretto del Mazzini, del Mencucci e dei fratelli Della Valle emerge dalla telefonata n. 16774 del 29.05.2005 subito dopo la partita: il Mazzini contatta il Mencucci (mentre questi è allo stadio, festeggiando appunto la salvezza della Fiorentina) e dopo alcune battute reciproche sul1a "buona scelta" effettuata da entrambi ("ciò sempre i cavalli boni ...... i cavalli veri vengono sempre fuori ... " dice il Mazzini ed il Mencucci risponde con una risata ma anche e soprattutto con ampi ringraziamenti) il Mazzini cerca di parlare con i fratelli Della Valle per ricevere anche qui i ringraziamenti ma non vi riesce perché, come gli viene detto dal Mencucci, attorniati dalla folla. Ma la conferma del diretto interessamento del Mazzini appare palese dalla telefonata n. 16780 sempre del medesimo giorno, in cui il vicepresidente FGCI, parlando con tale Nassi, che lo rassicura sul fatto che la Fiorentina andava "in ogni caso salvata", riceve dal predetto la conferma della bontà del suo operato ( ..... però l'operazione chirurgica è stata perfetta ... " ... tutti e tre è .'..... perfetti! perfetti.' perfetti! e poi grande la Samp ..;" ) , frasi a cui il Mazzini dà pieno assenso. (Nella telefonata 16820 del 29.5.2005 ancora vi è la prova del coinvolgimento sia del Mencucci ma anche del Della valle Andrea, il quale, di fronte al commento del Mazzini sui "cavalli buoni” dichiara che oramai è ammaestrato e con ciò dimostrando dì avere accettato il cd 'sistema Moggi. Va consideralo che, pur non rilevandosi dirette conversazioni in cui l'interlocutore è il Della Valle Diego, appare chiaro il suo coinvolgimento nella vicenda de qua. alla luce sia dello stretto connubio con il fratello Andrea ( assolutamente inequivoco come emerge dagli atti ed in cui appare chiaro che ogni decisione, seppur condivisa fra i due, è presa dal fratello Diego) e sia del diretto riferimento che il Mencucci fa esplicitamente al Diego Della Valle ("il patron") per le determinazioni intraprese dalla dirigenza fiorentina nell'attivarsi con il Mazzini prima e con il Bergamo poi. Tale conversazione poi trova riscontro in quella successiva la n. 16791 ed in cui il Mazzini, ricevendo i complimenti per la Fiorentina da un interlocutore non identificato, gli risponde così" ... gli si è fatto il regalo a casa a questa città ...... ora ... lo sapranno in dieci ..ma l'importante l'è che lo sappiano quelli veri ... no no a me non me ne frega una sega ... " ed ancora" .. . ho visto De Santis a buttà fuori anche Morfeo'' (n.d.r. calciatore del Parma), a cui segue la compiaciuta risata di entrambi gli interlocutori. Quest'ultima telefonata si aggancia a quella con il De Santis ed il Mazzini ( la n. 19963 del 29.05.2005), in cui il Mazzini, per far capire al De Santis di avere apprezzato il modo di pilotare la gara, esclama ridendo "Sono Morfeo!", battuta prontamente risposta dal De Santis. il quale rappresenta - con fragorose risale (conversazione ascoltata da questa Corte) - che con l'espulsione del Morfeo “.. s'era messo avanti con il lavoro". Ma la parte più rilevante della conversazione riguarda la visita del Direttore Sportivo del Parma (Cinquini) che va riportata parzialmente per comprendere appieno il tono arrogante assunto dal De Santis di fronte alle lamentele del predetto a fronte di un numero considerevole di ammoniti e espulsi nella sua squadra: Il De Santis "no, ha fatto lo stupido alla fine VIGNAROLI ( calciatore del Parma) che l'ho 'considerato espulso perché m'ha minacciato ... ,.. Si, poi è venuto CINQUINI a fine partita, m 'ha detto: senta, però dice volevo dirle una cosa, dico dimmi .... Però una partita così, ci vuole un attimino di buon senso perché io ho finito la partita adesso vado a fare lo spareggio. c 'ho cinque squalificati .... lo ho detto, scusa, ma che il problema è mio .... Dice, no perché la partita non è stata cattiva dice pronti via, Tre gialli... dice e poi hai continuato.: c 'ho GILARDINQ. Squalificato, MORFEO squalificato, VIGNAROLI squalificato. CONTINI squalificato ... e dico scusa CINQUINI, se mi vuoi insegnà a fa il dirigente tanto de cappello. se me voi insegna a fa l'arbitro le lo insegno io a fa l'arbitro ...e il De Santis continua nel racconto al Mazzini che nel frattempo ride fragorosamente ". .. Allora, allora io sono Massimo DE SANTIS. arbitro dì calcio, penso di saper arbitrare. penso di aver applicato bene il regolamento, son venuto qui, sono venuto a fare Lecce - Parma, a me non me ne frega un cazzo né del futuro del Lecce, nè del futuro del Parma e ho applicato il regolamento...i problemi sono altri, sono vostri .... Chiaro"? .. Allora ha fatto: no perché io ... perché te pensa ai giocatori te che io penso a fa l'arbitro, perché io gli errori degli altri non li vado a sindacare. io guardo i miei, il buon senso il regolamento non me lo cita, capito, perché mi è sembra/to tante volte che qualcuno ha usato il buon senso e voi dirigenti lo avete attaccato .. allora l'unica è venire qui, si applica il regolamento e questo è quanto.: le va bene così? Se non le va bene in ogni caso è cosi!'! ... " discorso seguito ancora da risate da parte di entrambi gli interlocutori ma il De Santis non pago di tanta ilarità. prosegue “.... Dico perché ... dico perché lei fa lo spareggio? Dice perché che non lo sa?? E che ne so io stavo a arbitra e che ne so dei risultati ... io sto a senti i risultati ... Dice io adesso vado a fa lo spareggio senza mezza squadra ... e che il problema ... e che l'ho falla io la campagna acquisti??!!.... o o Ma sarà un problema suo, dice ma Morfeo pure alla fine lo ha ammonito. perché?"? Dico si, perché ... quello ha preso il pallone e me l'ha tirato in tribuna... scusa ...... Dice ... e ma era diffidato... o e poteva non tirà il pallone in tribuna!'! E scusa .. ( ridendo) Dico, perché scusa ma chi è che s'è salvato ... -ride- .. la Fiorentina ... a. .. non lo sapevo ... dico non lo sapevo ... dice ma come lo sapevano tutti in mezzo al campo!!?? lo, non sento in mezzo al campo, io penso a fa... lo vede qual è il-: problema mio?? Che io ho pensato a fa l'arbitro e i giocatori pensavano ai risultati e così questi so i risultati ... è... ". La chiosa finale però spetta al Mazzini che esclama soddisfatto " ... perfetto, perfetto!", Inoltre la condotta fraudolenta del De Santis appare provata anche dalla conversazione precedente a quella sopra citata ( la n. 10742) in cui il De Santis, non trovando il Mazzini, parla con il suo collaboratore Renzi e, commentando la partita appena arbitrata, la definisce "un'opera d'arte!". Va anche sottolineato che a sostegno della conduzione di gara fraudolenta va attribuita piena valenza (a differenza di quanto indicato nella sentenza appellata) alla deposizione del giocatore del Parma Vignaroli (ud. del 11.05.2010, in cui ha riferito che la brusca reazione manifestata alla propria espulsione (peraltro verificatasi commentata anche da altri testi come lo stesso Zeman e il Carmignani vedi ud 20.11.2009 ) era dovuta ad una frase rivolta a lui dal De Santis che con la stessa aveva fatto intendere che non avrebbero vinto la partita (da notar che la giustizia sportiva, pur in presenza di un 'indagine federale in parte confermativa di tale fatto, non rilevò al De Santis alcuna violazione disciplinare). Ciò appare significativo dell'atteggiamento assunto dal De Santis durante la gara che, seppur minimizzato sia dall'amico osservatore D'Addato che dagli assistenti di gara ( Biasutto e Rosetti), ha trovato comunque conferma, seppur generica, nelle deposizione dello Zeman e del Baraldi.
(nella prossima puntata l'alterazione del sorteggio degli arbitri designati per la direzione delle partite del campionato 2004-2005)
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