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FIRMA QUEL CONTRATTO, CAPITANO!

Daniele Mari

Non sarà una fascia a determinare un leader e questo è pacifico. Basta guardarsi indietro, basta guardare il volto serio e determinato di Walter Samuel, che capitano dell’Inter non lo è mai stato (se non in occasioni sporadiche), che di...

Non sarà una fascia a determinare un leader e questo è pacifico. Basta guardarsi indietro, basta guardare il volto serio e determinato di Walter Samuel, che capitano dell'Inter non lo è mai stato (se non in occasioni sporadiche), che di parole non ne ha mai sprecate (emblematico il racconto di Massimo Moratti, che svelò tempo fa di aver sentito la voce dell'argentino "forse 3 volte in 18 anni") ma che leader dello spogliatoio nerazzurro lo è stato eccome.

Non sarà una fascia a determinare il ruolo di un giocatore e questo è altrettanto pacifico. Essere il capitano dell'Inter non dà alcuna garanzia di presenza nell'undici titolare. Ci mancherebbe.

Ma essere capitano dell'Inter è qualcosa che conta, è qualcosa che pesa. Quella fascia l'hanno indossata personaggi che ormai appartengono alla leggenda, da Meazza a Picchi, da Mazzola a Facchetti, da Bergomi a Zanetti.

Essere capitano dell'Inter non è e non sarà mai un'operazione di marketing. L'Inter non è un club che possa permettersi di avere come capitano semplicemente il giocatore più famoso, anche se questo dovesse aiutare la ripresa economica della società.

Per essere capitano dell'Inter ci vuole ben altro, ci vuole soprattutto la capacità di capire cos'è l'Inter, ci vuole la conoscenza. Quella che non può avere, e non è certo colpa sua, Nemanja Vidic.

Quella che invece ha Andrea Ranocchia, perfetto anello di congiunzione tra un'Inter ancora ubriaca di successi e un'Inter alle prese con un nuovo, complicato ciclo.

Javier Zanetti non è certo diventato capitano dell'Inter il 22 maggio 2010, è passato attraverso momenti di disperazione totale, momenti che hanno cucito intorno a lui un'armatura nerazzurra. Ranocchia, come Zanetti, è passato attraverso momenti duri, di squadra e personali, con la cessione in prestito al Galatasaray, sfumata all'ultimo, come punto più basso della sua esperienza interista.

Ma Andrea ha saputo rialzarsi, si era guadagnato sul campo una convocazione al Mondiale che solo la miopia del ct gli ha negato. Ha saputo meritarsi anche l'investitura a futuro capitano dell'Inter con dichiarazioni sempre equilibrate, mai sopra le righe.

Ma c'è un 'ma'. Il capitano dell'Inter non tergiversa, il capitano dell'Inter non trascina per le lunghe una trattativa per un rinnovo che già per le lunghe si è trascinata. Un capitano prende in mano la situazione e dà il buon esempio. Giusto parlare con Mazzarri, giusto 'pretendere' di essere al centro del progetto. Ma il tempo dei chiarimenti sta finendo. Ora è il tempo delle decisioni, nette, senza esitazioni.

Ranocchia merita di essere capitano dell'Inter. L'Inter merita di avere un capitano che sposi con convinzione il progetto. E allora firma quel contratto, capitano!