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GdS – Pressing alto, sacrificio e corsa: così Mancini ha annichilito Gasp

Puntuale lettura della partita da parte della Gazzetta dello Sport che snocciola il match del Meazza analizzando i numeri dei nerazzurri. La lettura tattica corretta di Roberto Mancini trova conferma nelle altissime percentuali di possesso palla,...

Giovanni Montopoli

Puntuale lettura della partita da parte della Gazzetta dello Sport che snocciola il match del Meazza analizzando i numeri dei nerazzurri. La lettura tattica corretta di Roberto Mancini trova conferma nelle altissime percentuali di possesso palla, passaggi riusciti, sacrificio dei suoi uomini migliori e mobilità sul fronte offensivo.

Nella gara contro il Genoa, Roberto Mancini opta per non aver un centravanti d’area come Icardi preferendo un giocatore che conceda pochi punti di riferimento ai difensori avversari, Palacio.

In pratica il tecnico interista cerca di avere più possesso-palla nella zona calda del campo, cioè vicino all’area nemica, e nello stesso tempo prova a dare maggiore profondità all’azione attraverso i frequenti «tagli» che il Trenza opera per mettere in difficoltà la difesa del Genoa.

BARICENTRO ALTO -  Soprattutto in avvio di gara si nota come l’Inter vada in pressing con gli uomini offensivi, Palacio su tutti, e riesca a recuperare velocemente il pallone. Saranno 78 i palloni recuperati e quasi tutti in una zona abbastanza «alta»: 36,5 metri. Palacio è protagonista andando a rubare 5 volte la sfera agli avversari, ma anche Biabiany non si tira indietro con 4 recuperi, ben 5 palloni intercettati e 3 contrasti vinti. Devono migliorare, invece, Jovetic (2) e Ljajic (1), ma il pressing (e soprattutto la volontà di farlo) non rientra nelle loro caratteristiche. Sia Jo Jo sia Ljajic amano avere il pallone nei piedi e dialogare nello stretto, come dimostrano i frequenti duetti che costituiscono uno dei leit motiv della manovra nerazzurra.

MANOVRA -  Senza Icardi e con Palacio a fare da centravanti puro, l’Inter riesce a entrare più facilmente in area. Palacio tocca 39 palloni, calcia una sola volta verso la porta, ma fa un lavoro fondamentale per sfiancare i difensori di Gasperini. Icardi, per intenderci, sarebbe stato molto più fermo, e così giocando non avrebbe costretto la retroguardia genoana a rapide, improvvise e spesso rischiose chiusure.

PRECISIONE - La precisione di Palacio nei passaggi, tutti effettuati in mezzo al traffico, è buona: 25 eseguiti, solo 5 sbagliati. Ottima la visione di gioco, come testimoniato dai 3 lanci riusciti che aprono il fronte del gioco offensivo. Da sottolineare che il suo contributo si fa sentire anche in termini di falli subiti: sono 3 gli interventi scorretti dei difensori del Genoa su Palacio, chiaro segnale di difficoltà nella marcatura.

RINVIGORITO -  Anche Biabiany mette sul piatto numeri che pesano. Sono 75 i palloni toccati, tantissimi per uno che gioca sulla fascia. I passaggi sono 37, e solo 5 sbagliati; 4 i cross, 3 le sponde e 2 le occasioni create. Inoltre, proprio a far capire quello che Mancini pretende da lui, Biabiany tenta addirittura 10 dribbling: 7 gli riescono, 3 li sbaglia (percentuale comunque piuttosto elevata). A questi dati si devono aggiungere i 2 falli subiti, cioè occasioni nelle quali il francese è sfuggito agli avversari che lo hanno fermato in modo irregolare.

MODULO - L’impressione è che l’Inter dimostri una precisa logica tattica, con il modulo 4-4-2 (che può diventare all’occorrenza un 4-2-3-1, poco cambia), e che con Palacio al posto di Icardi non dia punti di riferimento agli avversari. Il pallone si muove velocemente tra i piedi dei tanti elementi offensivi e in porta ci si arriva soprattutto attraverso i triangoli e le verticalizzazioni. Questa è la strada che Mancini ha disegnato per l’Inter.

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