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GdS-Ulivieri: “Mazzarri è un palloso. Ha un difetto e stapperò lo champagne quando…”

Hanno sempre avuto un rapporto particolare. Walter Mazzarri e Renzo Ulivieri, entrambi toscani, uno “di terra” l’altro “di mare”. Per un motivo o per l’altro, il destino li ha spesso visti fianco a fianco....

Alessandro De Felice

Hanno sempre avuto un rapporto particolare. Walter Mazzarri e Renzo Ulivieri, entrambi toscani, uno "di terra" l'altro "di mare". Per un motivo o per l'altro, il destino li ha spesso visti fianco a fianco. E' per questo che l'attuale presidente dell'Associazione Italiana Allenatori Calcio lo conosce così bene e ne racconta qualche curiosità alla Gazzetta dello Sport:

"So che ha detto di dovere tutto a me, ma non è così, si è sudato tutto" afferma Renzo Ulivieri che poi svela anche un piccolo retroscena che aiuta a scoprire un lato sconosciuto di Mazzarri; quello da imprenditore: "quando era ancora un mio giocatore a Modena, volevo che diventasse il mio trequartista nel 4-3-1-2 ma una serie infinita di infortuni glielo negarono, allora un giorno lo chiamai dicendogli, ascolta, con tutto quello che mi sei costato e non mi hai reso, me lo offri un pranzo a S.Vincenzo? Volevo comprare una casa all'Elba e mi fidavo dei suoi consigli da imprenditore, aveva l'occhio lungo, anzi, avessi fatto amministrare a lui i miei soldi, adesso sarei ricco. 

Un Mazzarri allenatore da sempre, uno di quei calciatori che rubano il mestiere con gli occhi ai propri tecnici. Era ossessionato dal lavoro ma anche un buono scrittore ed Ulivieri ricorda come ebbe inizio la carriera di Mazzarri:

"Ragionava calcio con lo sguardo, chiedeva, chiedeva, "Dio bono quanto chiedeva" voleva sapere a tutti i costi perché volevo farlo giocare dietro le punte. Poi a Bologna mi fece da osservatore, scriveva delle relazioni bellissime, dettagliate, inssoma, era un grande tattico ed io durante le conferenze stampa, quando qualche giornalista mi chiedeva in che modo avremmo giocato, sventolavo le relazioni di Walter. Una volta per lui ho anche litigato con Oriali che continuava a mandarlo in Argentina a fargli visionare giocatori, mentre io volevo che andasse a spiare il gioco degli avversari. Sapeva cogliere l'essenza di particolari situazioni di campo."

Ormai tutti conoscono i suoi "dogmi", il suo modo di proporre calcio, a volte viene anche criticato perché troppo integralista in quel suo marchio di fabbrica che vede la difesa a 3 prima di ogni altra cosa. Qualcuno dice: "non la cambia mai." Ed è vero, lo stesso Ulivieri una volta glielo ha chiesto:

"Gli ho detto di passare a 4 ma mi ha risposto: "ho questa sicurezza, mi serve a dare sicurezza." Lui crede in determinati automatismi che chiama codici, è un tattico esagerato, a volte addirittura palloso e che io dia del palloso a qualcuno, calcisticamente parlando, è tutto dire. Sa trasmettere ai propri giocatori le idee in cui crede veramente, questo perché è anche un buon psicologo, crede nel rapporto individuale con i propri calciatori e non arriva mai impreparato ad un confronto."

Come ogni artista geloso delle sue opere, anche Mazzarri tende ad esserlo del proprio lavoro, tanto da non fare sconti neanche a vecchi amici o addirittura al proprio mentore:

"una volta ci rimasi male" spiega Ulivieri, "andai a Napoli con i ragazzi del mio corso per allenatori Uefa Pro e lui fece solo parte atletica, ma lui è così. Un pò geloso delle sue cose. Pensate che Lucarelli che lo conosce bene, quando l'altro giorno a Coverciano, Mazzarri ha parlato liberamente del lavoro che sta svolgendo adesso ha esclamato: "boia deh, ha parlato senza segreti, significa che tempo un mese e l'Inter cambia modo di giocare. Lo ha gia deciso." Io invece ho semplicemente pensato che adesso è cambiato e che lo vedo molto più sicuro di sé. Adesso ha un solo difetto, una volta, dopo una sua sconfitta, vorrei sentirgli dichiarare che la sua squadra ha perso perché gli altri sono stati più bravi. Quando accadrà, stappero lo champagne."