Da mesi e mesi la parola progetto sta tentando di riempire la vita degli interisti. C'è un disegno, c'è la volontà di riportare l'Inter ai vertici e nell'Europa che conta, si sente ripetere. E quello appena trascorso è stato l'anno zero: meno infortuni, meno punti persi sul campo per un motivo (a volte mancanze tecniche) o per un altro (gli errori arbitrali ci sono stati eccome e hanno pesato), e la squadra nerazzurra sarebbe ancora lì a competere per il terzo posto (chi lo occupa qualche favorino lo ha avuto, ma tant'è).
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Handanovic, se arrivano trenta mln l’Inter ci pensa. E il progetto?
Da mesi e mesi la parola progetto sta tentando di riempire la vita degli interisti. C’è un disegno, c’è la volontà di riportare l’Inter ai vertici e nell’Europa che conta, si sente ripetere. E quello appena trascorso è...
36MILA IN CAMPO - Dopo anni di vittorie e dopo che l'anno scorso la classifica diceva ‘sesti’, gli interisti si sono abbonati al Meazza in 36mila. Una risposta di quelle che da altre parti (alcuni sono stati costretti a promettere il rimborso delle tessere già acquistate) se le sognano. Quegli stessi abbonati e tutti i tifosi nerazzurri hanno visto un'altra annata storta e certo non se lo sono meritata. Però in questa stagione maledetta qualcosa la possono salvare. E sono quei ragazzi, quegli uomini dai quali ricominciare per tornare a vincere.
IDOLO - Handanovic è uno di questi. Il portiere sloveno è arrivato a Milano nel luglio del 2012 per sostituire Julio Cesar, uno che tra i pali della porta dell'Inter, non ha vinto tutto, ha vinto di più. Ogni giorno, ogni domenica, con il suo sguardo di ghiaccio e quei sorrisi appena accennati, solo sul campo, Samir ha dimostrato di meritarsi tutta la stima possibile e ha confermato l'impressione che lui sia da considerare uno dei più forti al mondo. E' diventato Sant'Handanovic in un battibaleno. Credeva avrebbe avuto vita facile, ma lo scarso equilibrio della formazione di Strama gli ha fatto prendere tantissimi gol. E nonostante tutto ne ha salvati altrettanti.
IPOTESI - Adesso starebbe per arrivare il Barcellona che vorrebbe portarselo via per trenta mln. Dicono siano tanti per un portiere e che l'Inter ci penserà su, per questo molti tifosi nerazzurri si sono messi a fare due conti e a valutare pro e contro e si sono messi a pensare: “Se lo vendiamo per comprare altrettanti giocatori forti forse è meglio cederlo”. Discorso concepibile, ma diventerebbe inutile un sacrificio così se poi quei soldi non venissero reinvestiti in maniera adeguata. Ecco perché la cessione dell’estremo difensore può essere concepibile solo di fronte ad operazioni che rinforzino veramente la rosa e quindi il solo Sanchez, tra l’altro valutato più o meno la stessa cifra dal Barça, non basterebbe a diventare più competitivi se parliamo di una squadra che va sistemata un po' in tutti i reparti.
TRADIZIONE - Storicamente nella porta interista ci sono sempre stati portieri di un certo livello: da Zenga, a Pagliuca, da Toldo a Julio. E Handa era sembrato un buon modo per continuare la tradizione. All’Inter sanno benissimo quindi che un portiere bravo ‘ti allunga la vita’. Uno come lui spesso te la salva. Certo ci sono alternative, si parla di Agazzi, o di Bardi. Ma non sono proprio la stessa cosa. Quindi una domanda nasce spontanea (anche più di una), cederlo non sarebbe un indebolimento? Non sarebbe un segnale di ridimensionamento? Quando nasce un progetto ci sono dei punti che diventano fermi per non perdere la bussola quando non va proprio tutto come si vuole. E Handa sembrava un faro, un punto di (ri)partenza. In un futuro incerto – soci che devono arrivare, ma ancora non sono arrivati, ricambio generazionale ancora in corso, giovani da formare e aspettare – nel quale i ‘nemici’ sembrano più forti, più avanti, davvero si può rinunciare a chi in mezzo ai bombardamenti si è messo a fare da sentinella?
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