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Icardi: “Con WM in area, ora devo giocare. All’Inter grazie a Buffon. Disco? Macchè, non dormo per…”

In questi giorni si sta discutendo il suo rinnovo, ma Mauro Icardi è uno che bada al solo e pensa solo alle faccende di campo. Il calciatore argentino si è raccontanto ai microfoni di TuttoSport, tornando indietro ai suoi esordi con addosso la...

Alessandro De Felice

In questi giorni si sta discutendo il suo rinnovo, ma Mauro Icardi è uno che bada al solo e pensa solo alle faccende di campo. Il calciatore argentino si è raccontanto ai microfoni di TuttoSport, tornando indietro ai suoi esordi con addosso la maglia della Sampdoria. Adesso è un giocatore dell'Inter e si dice felice dell'arrivo di Podolski in nerazzurro. Queste le sue parole:

"La doppietta contro la Juve? Ricordo che fu una bella giornata, neanche ci speravo di segnare due gol a Buffon e invece è esploso un certo Mauro Icardi. Mentre rilasciavo interviste ai giornalisti, Buffon venne da me sorridendo a dirmi: ”Devi ringraziarmi". In effetti aveva ragione, è anche grazie a quella doppietta se oggi sono all’Inter. Poi gli ho fatto gol anche con la maglia dell’Inter e ho capito davvero cosa significa questa partita per i nostri tifosi. Lo stadio tremava e ho visto l’emozione sul viso della gente. Peccato abbiano pareggiato subito dopo, ma ho capito cosa significa essere protagonisti in gare del genere. In questi due anni sono migliorato, il tempo ti dona esperienza per affinare alcune cose, prendere il tempo ai difensori. La differenza la fa la velocità d’esecuzione. Perché il Barcellona non mi ha capito? In realtà è accaduta la stessa cosa anche ad Ibrahimovic, ma nonostante tutto resta un grandissimo attaccante. Il loro gioco non prevede un centravanti d’area di rigore da almeno 10 anni e per questo sono andato via". 

Interessante passaggio anche sulla sua reazione ai fischi dei tifosi avversari e la prossima gara contro la Juventus: "I fischi? In realtà mi caricano, a Marassi erano in 30.000 a fischiarmi e mi hanno dato una carica in più. La svolta vincendo a Torino? In realtà per fare qualcosa di buono quest’anno dobbiamo fare le cose bene partendo dagli allenamenti. Ascoltiamo l’allenatore, la svolta deve essere in tutta la seconda parte di stagione, non in una sola partita. A Torino si può vincere solo giocando a mille e da squadra, perché non ti regalano niente. A loro toglierei Tevez perché segna e gioca coi compagni e Pirlo, visto che gira tutto intorno a lui"

Mentalità: "Juve e Roma hanno un’altra mentalità: non so se il nostro sia un problema di testa, ma quando prendiamo gol iniziamo ad a+rretrare, sta diventando un abitudine. Loro, invece, giocano per farne subito un altro, hanno creato questa loro mentalità col lavoro. Mancini ci ha subito detto di lavorare con allegria, di pensare positivo. Ha iniziato a lavorare sulle nostre teste. Non so se prima ci fosse negatività. Cosa mi chiedeMancini? Di giocare con la squadra, lo facevo anche alla Samp, invece con Mazzarri stavo in area di rigore e aspettavo i cross per metterla dentro. Dovrò ricominciare a fare gioco.

Podolski? Un grandissimo calciatore, segno che il presidente vuole rinforzare la squadra a gennaio. Il suo arrivo sarà un bene per la squadra. L’avversario più forte che mi abbia marcato? Juan quando quando ancora io ero alla Samp. A palla lontana mi tirava calci e pugni, a distanza di tempo gli ricordo ancora il trattamento che mi riservò e ridiamo. Quanto mi manca la Champions? Sinceramente non mi manca perché non l’ho mai giocata. Il rinnovo? Dovete chiedere ad Ausilio e al mio procuratore, servono a questo i procuratori, altrimenti mi arrangerei da solo. Io l’unico 21enne ad avere quattro bambini? Dite così perché non siete sudamericani, ma in realtà devo dire che è anche dura. L’altra notte Valentino aveva la febbre e non ho chiuso occhio, altro che discoteche".