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Ha buttato Milano giù dal letto. La Milano nerazzurra almeno: ET è sbarcato ieri alle 7:26 a Malpensa (alTerminal1 dedicato ai voli internazionali, lui è arrivato con un aereo della Singapore Airlines) e si è guardato intorno, per un attimo, stranito. Sorriso, solito saluto con la mano (aperta, a mezza altezza), faccia un po' stanca, segnata dal lungo viaggio. Abituato a telecamere, giornali, lui che è un imprenditore nel campo dei media, non è stato difficile immaginare che in tanti sarebbero andati ad accoglierlo. Insieme ad Erick Thohir sono arrivati in città anche Roeslani e Soetedjo, i suoi due soci nell'acquisto delle quote di maggioranza dell'Inter. "Sono contento di essere arrivato qui, spero di avere un incontro con Moratti, vedremo quando, starò qui più di tre giorni e poi avremo anche modo di parlare", ha detto ai giornalisti.
E poi via all'Armani Hotel dove alloggeranno per i prossimi giorni (pare che il magnate possa fermarsi una settimana in Italia). Qualche ora dopo lui e gli altri proprietari nerazzurri rispuntano, attraversando un mare di flash e telecamere, sulla porta dell'albergo in via Manzoni. C'è un appuntamento con Moratti alla Pinetina: lì i due si vedono, si parlano e c’è anche la squadra. Pranzano insieme e ci sono pure Zanetti e Mazzarri con loro. Si aprono i cancelli di Appiano Gentile, passa prima Moratti insieme a suo figlio Angelomario e ad Alberto Manzonetto, il manager di Four Partners, l'advisor che ha seguito la trattativa per conto dell’italiano. Poi è il turno di Thohir, fa fermare le sue due macchine, fa scendere collaboratori, guardie del corpo e autisti, e ai cronisti là fuori ad aspettarlo dice: “E’ stato un buon incontro quello con mister Moratti. Ho conosciuto anche Mazzarri e Zanetti, finalmente, c’era bisogno di conoscersi. Stasera non ci sarà nessun incontro perché ci riposiamo dopo 13 ore di viaggio”. Congeda tutti così e risale in auto dopo aver autografato la maglia numero uno con il suo nome.
Durante il pranzo non si è parlato di mercato, probabilmente, se si considera che Branca non c’era e Ausilio è uscito dai cancelli del centro sportivo ‘A. Moratti’ poco prima che arrivasse il tycoon con i suoi uomini. Ci sarà ancora spazio per un confronto, nei prossimi giorni. Si sarà parlato invece della presidenza: Thohir insiste, vorrebbe che rimanesse il presidente in carica, è la soluzione che può garantire continuità al progetto Inter, quello iniziato in estate con il tecnico livornese: non fare cambi quantomeno fino a fine stagione, la soluzione auspicabile. Oggi arriverà la risposta definitiva di Moratti che però sembrerebbe, secondo alcune voci che ruotano attorno all'ambiente interista, orientato a dire di no alla carica di presidente e la presenza di Manzonetto al tavolo dei lavori (si è mangiato a proposito trofie al pesto e carne con verdura) potrebbe far pensare che la composizione del CdA sia già stata fatta (e in queste ore potrebbe esserci proprio un consiglio straordinario): cinque gli uomini del gruppo indonesiano (Thohir, Roeslani, Soetedjo, Shreve e Horowitz) e tre quelli dell’ex proprietario interista (Manzonetto, Ghelfi e Angelomario).
Questa è una giornata cruciale con l’Assemblea dei soci (prevista alle 10:30 al Melià) che sancirà il passaggio del club di Corso Vittorio Emanuele nelle mani della holding indonesiana che la ha acquistata e che scioglierà tutti i dubbi sul nuovo corso nerazzurro (prevista anche una conferenza stampa congiunta). Se la presidenza non sarà accettata da Massimo Moratti come sembra non andrà neanche a suo figlio Angelomario (uno degli indonesiani andrà a coprire la carica, allora?): “Sarà lui presidente al suo posto? No, non so, no”, ha detto ieri sera il petroliere all’uscita dagli uffici della Saras.
Esce che è ormai ora di cena il pres (ci viene spontaneo chiamarlo così), spiega di non avere appuntamenti ulteriori. Prima di entrare in ufficio era stato costretto a rispondere ‘all’attacco’ di Valerio Staffelli pronto a consegnargli il Tapiro d’oro: “Sor Moratti, perché ha venduto l’Inter”, gli chiede l’inviato. "Per evitare rotture di balle come questa", ha risposto stizzito, non accettando il noto cimelio.
Tutto sarà deciso tra qualche ora, o meglio tutto sarà definito, perché nella sua testa la decisione c’è: 'Massimo' accetterà una carica onoraria? Ha sempre detto che resterà solo a certe condizioni: quali saranno? Sono stati 18 anni al vertice, 18 anni di responsabilità, giornate difficili e poi felici, passione, soldi e cuore in ballo. Gli scorreranno tutti nella testa in questa notte che lo separa da un altro giorno importante. Ricordi misti alla speranza che la cessione sia stata la scelta giusta per la sua Inter, che deve ritrovarsi e tornare in una ‘Striscia’ vincente.
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