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Sono tanti i giovani di proprietà (tutta o parziale) dell'Inter in giro tra Italia ed Europa. L'unico che ha bruciato le tappe, saltando la gavetta in B e trovando spazio direttamente nella massima serie, è Marko Livaja, che da protagonista part-time nell'Inter sta diventando protagonista assoluto nell'Atalanta, dopo la prima doppietta in Serie A realizzata contro la Roma.
Stramaccioni, lo scorso 16 febbraio, inserì Livaja nella lista dei Primavera già pronti per il grande salto: "I tre prospetti più pronti della nostra Primavera sono già stati valorizzati perché sono già a giocare altrove: sto parlando di Livaja, Longo e Bessa". Dei tre gioielli della formazione campione d'Italia e d'Europa lo scorso anno, solo Livaja si sta togliendo delle grandi soddisfazioni per ora.
Samuele Longo, considerato da tutti il più pronto in assoluto, era partito a spron battuto all'Espanyol: due gol e tante prestazioni convincenti tra settembre e ottobre, poi il lento ma inesorabile calo. L'Espanyol ha cambiato tecnico e direttore sportivo e per Longo sono finite le soddisfazioni. L'ariete in prestito dall'Inter ha dovuto faticare terribilmente per riconquistare non il posto in squadra ma il posto nella lista dei convocati e nelle ultime partite ha giocato i minuti di recupero contro il Betis e 40 minuti nella partita persa dall'Espanyol contro l'Atletico Madrid. Ci si aspettava indubbiamente di più ma un anno nella Liga è comunque bagaglio importante per un classe 1992.
Discorso diverso per Daniel Bessa, il "piccolo Sneijder", come lo definì lo stesso Stramaccioni. Rientrato a dicembre dall'infortunio al crociato patito nella finale del campionato Primavera contro la Lazio, Bessa è stato ad un passo dal trasferimento in Ligue 1 (all'Evian) ma alla fine è stato ceduto in prestito al Vicenza. Per ora, però, l'italo-brasiliano ha strappato solo la convocazione per la partita di Brescia (il 16 febbraio), guardando comunque i compagni per 90 minuti dalla panchina. La speranza è che il fantasista trovi spazio da qui a fine anno, in una squadra che non può fare comunque grandi esperimenti, essendo in lotta per la salvezza.
Gli altri? Il primo nome che viene in mente, e che andrebbe aggiunto di diritto alla lista dei "big" della Primavera dell'anno scorso, è Alfred Duncan. Da quando è approdato al Livorno, il ghanese ha impiegato pochissimo tempo a ritagliarsi un posto da titolare. Dopo i 10 minuti d'esordio con il Padova, Duncan ha giocato cinque partite consecutive dal primo minuto senza mai essere sostituito. Di fatto, il centrocampista nerazzurro è diventato un pilastro della squadra labronica, seppur inserito in un momento di calo complessivo, come dimostrano le tre sconfitte nelle ultime cinque partite.
Gennaio (o meglio febbraio) di resurrezione per Lorenzo Crisetig, il regista in comproprietà tra Inter e Parma. Anche per lui 5 partite da titolare da quando è sbarcato a Crotone con anche la gioia del primo gol in serie B, nella sfida col Cittadella.
Solo convocazioni, ma finora nessun minuto in campo, per altri due giovani campioni d'Europa, trasferitisi anch'essi a gennaio: Matteo Bianchetti ha solo osservato le due vittorie e la sconfitta del Verona nelle tre partite vissute da gialloblu. Altrettando dicasi per Simone Pecorini, passato al Cittadella ma ancora mai sceso in campo.
Alterne fortune per l'ex capitano della Primavera Andrea Romanò. Partito titolare nelle prime due partite di fine gennaio con il Prato, in Lega Pro, il centrocampista si è infortunato e ha saltato le seguenti tre partite. Dovrebbe tornare a disposizione per il match del 3 marzo contro la Carrarese.
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