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"Ad Appiano Gentile poche persone, ma vuoi mettere l'accoglienza a Milanello?". Leggendo e ascoltando quello che tra ieri e oggi hanno proposto i media a proposito dei ritiri di Inter e Milan, che hanno appena cominciato una nuova stagione, sembra quasi che gli interisti abbiano abbandonato i loro beniamini.
Ieri alla Pinetina c'è stato allenamento a porte chiuse: nessuna conferenza stampa, nessun elicottero previsto. Era solo il raduno che precede il ritiro vero e proprio, quello che si terrà a Pinzolo a partire dal 10 luglio e per il quale, nella cittadina del Trentino e nelle zone limitrofe, non si trovano più stanze d'albergo - se non con un colpo di fortuna - da almeno un mese. Forse da lì, più che ora, si può far partire il termometro dell'entusiasmo.
I sostenitori fuori dai cancelli del centro sportivo 'A. Moratti' erano pochi, d'accordo. Ma non sembra affatto un abbandono. A dimostrarlo c'è un dato numerico essenziale: dopo un'annata disastrosa con un nono posto raggiunto, alla chiusura della prima parte della campagna abbonamenti, quella che riguarda il rinnovo, sono state sottoscritte più di 15mila tessere. Si è registrato così un aumento rispetto allo stesso periodo di un anno fa quando gli interisti hanno conquistato il primo posto come tifosi più abbonati con più di 35mila tessere sottoscritte e nonostante si arrivasse da un sesto posto (e tre allenatori) nella stagione precedente.
Se c'è una cosa di cui gli interisti non possono essere accusati è di non 'emanare calore'. Anni e anni bui non hanno cancellato una passione che è stata poi ripagata con giornate di sole che nessuno aveva osato immaginare così belle. E questo a prescindere dal fatto che le ultime campagne acquisti siano state 'magre' e dalle incertezze sul futuro del club. Non c'è nessun annuncio che dice: "La squadra è soggetta a cambiamenti", nessuna clausola stile materasso (o yogurt, fate un po' voi), 'soddisfatti o rimborsati'.
Semplicemente da una vita i tifosi dell'Inter scelgono di essere quello che sono e sanno di non poter essere altro, sanno che essere interisti non è proprio l'istess. Decidono - ogni volta, nonostante tutto - che ne vale la pena. Anche se c'è chi arriva sempre almeno terzo (potrebbe essere una nuova patch da attaccarsi sul petto) c'è chi sa che appartenere ai colori 'del cielo e della notte' significa tanto altro. E passa alla cassa per dirlo: niente sceneggiate pittoresche. Non servono perché l'Inter 'è un atto di fede, mica un complimento'. Soprattutto è poca, pochissima apparenza.
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