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Il Thohir pre-Inter: “Quando investo è per arrivare al top! Devo tutto a mio padre. In Usa…”

Seconda parte del reportage su Erick Thohir, andato in onda su Bloomberg TV. Un Thohir raccontato attraverso varie fasi, antecedenti al suo addio ai Philadelphia 76ers, una delle prime iniziative dell’indonesiano nel mondo dello sport. Un...

Dario Di Noi

Seconda parte del reportage su Erick Thohir, andato in onda su Bloomberg TV. Un Thohir raccontato attraverso varie fasi, antecedenti al suo addio ai Philadelphia 76ers, una delle prime iniziative dell'indonesiano nel mondo dello sport. Un Erick Thohir che parla di valori familiari e di lealtà, sul lavoro e in famiglia.

Ecco la seconda parte del reportage sul presidente dell'Inter, prima del suo acquisto della società nerazzurra, raccolta da FCINTER1908.IT, che ha avuto la possibilità di vedere il documentario:

Sei un grande appassionato di basket vero? Proprietario di una squadra indonesiana e (in passato) di una quota dei Philadelphia 76ers...

"Comprare i Philadelphia 76ers è stato un sogno che è divenuto realtà. In un paese come gli Stati Uniti era un sogno, in Indonesia forse era solo un hobby. Io ho studiato in America. Guarda al business sportivo degli Stati Uniti. Il modo con cui gestiscono il business è capitalista ma socialista. Non ci sono le retrocessioni come in altri sport o come in Premier League. E poi loro hanno il sistema “salary cap”: perciò tutti hanno l’opportunità di costruire un team vincente, non solo comprando e comprando superstar. Anche il sistema dei guadagni è più paritario. E se parli del mercato americano parli di un mercato da 250 milioni. Loro hanno tante leghe che vanno molto bene: non solo il basket, anche il football americano, il baseball, basket, hockey su ghiaccio e ora anche il soccer sta facendo molto bene".

Lei controlla anche gli affari del DC United? Come mai lo ha fatto? E’ lo stesso tipo di business dei Philadelphia 76ers?

"Si si, la stessa cosa, la stessa cosa. Guarda la potenza del soccer negli Stati Uniti: è cresciuta del 40-50 % all’anno. E non parlo solo del business, parlo delle presenze allo stadio, dell'apprezzamento del movimento, delle persone coinvolte"

Perché lo sport è così importante per te? Visto che promuovi lo sport e il basket. In particolare tu e Tony Fernandes in Asia avete fondato l’ASEAN Basketball League (ABL).

"Si si. Sostanzialmente per l’ABL c’è stata una strategia differente su cui io e Tony abbiamo discusso. Io e Tony amiamo lo sport, si sa, ma qui il discorso riguarda il fatto che anche l'Asia deve avere questo prodotto. L’Asia Meridionale conta 600 milioni di persone, una delle più grandi aree in crescita per il business".

Il basket è in basso nello sport asiatico?

"Vero, ma abbiamo alcune piccole risorse. Il basket è uno degli sport più praticati nelle scuole adesso. Perciò l’opportunità c’è e, grazie alla burocrazia dirigenziale che ancora stiamo apprendendo,  il basket è ad un punto di svolta, ha sfondato. Noi possiamo unire tutti i paesi in unica lega. E’ incredibile, e i proprietari dei club ci stanno offrendo un grandissimo supporto, davvero grande. Per questo siamo molto eccitati e la cosa più importante, che ribadiamo, è che ‘Ehi, noi possiamo diventare un’unica Asia’"

Avete condotto la delegazione indonesiana per le Olimpiadi del 2012. Ma non è arrivata nessuna medaglia d’oro (solo un argento e un bronzo, ndr). La tua opinione personale?

"Quello che ho visto è che serve il lavoro. Noi dobbiamo allenarci, dobbiamo essere allenati. Se non si è allenati, si sa, non si può alzare l’asticella. Non è la mia idea personale perché io non sto facendo meglio, ma sarebbe buono per il paese e per le nuove generazioni. Abbiamo bisogno di dare di più. Abbiamo decisamente tanto da fare".

Quanto business c’è nello sport al mondo d’oggi? Vedi di più nello sport business?

"Ci sarà una notevole crescita in Asia nei prossimi 5 anni. Come sapete, i paesi come Malesia, Singapore sono più stabili con un PIL maggiore, paesi come Indonesia, Vietnam hanno un PIL inferiore ma cresceranno, ma questa è la bellezza dell’Asia: paesi diverse, crescite diverse, attitudini diverse, opportunità diverse. A Singapore e in Malesia penso che lo sport business crescerà, ma Indonesia, Filippine e Vietnam li raggiungeranno".

Quali sono le caratteristiche dei tuoi investimenti nello sport business?

"Noi investiamo nel lungo periodo. La maggior parte dei miei investimenti sono sui 5-10 anni, non su 1-2 anni. Si parla di media, spettacolo e sport, ci vuole tempo".

Quanto è stato importante tuo padre per la tua carriera di uomo d'affari?

"Il cognome è importante, quando sei un business-man devi avere un buon nome. Se mi ha aiutato? Certo che sì, il nostro successo, quello mio e di Garibaldi (il fratello ndr), è grazie a lui, ai contatti che ha, ai rapporti che ha. Io devo ringraziare mio padre per quello che ha fatto per me e per mio fratello. Abbiamo il nostro modo di gestire il nostro business ma siamo molto uniti"

Qual è il tuo modo di gestire gli affari?

"Forse per il modo in cui sono stato educato fin da quando ero piccolo, sempre proiettato a cercare di essere tra i migliori. Ma quando faccio un business io voglio sempre essere uno dei migliori. Quando fai business, se non cerchi di essere tra i migliori è inutile farlo. E' quello che dico anche ai miei impiegati: cerca sempre di fare il meglio, il risultato poi si vedrà ma se dai il massimo il risultato è generalmente positivo. Mi piace anche dare opportunità a persone che mi sono state leali. Se guardi al mio CEO di adesso, lui ha cominciato con me come manager. Altri dirigenti hanno cominciato con me come supervisori e ora sono tutti top manager. E bisogna dare opportunità alle giovani generazioni di progredire. Anche quando parliamo spesso ci diciamo: ehi un giorno tuo figlio e mio figlio potrebbero entrare in azienda. Ma non lo faranno per il cognome che portano, lo faranno solo se apporteranno un valore all'azienda.

Perché è importante tenere il business in famiglia?

"Guardo ad Astra, ad altre aziende, anche quelle negli Stati Uniti. La famiglia è sempre quella ma il business è aumentato esponenzialmente, ci sono state anche acquisizioni. Noi come umani abbiamo dei limiti ma l'azienda può prosperare anche per 100 anni. La filosofia e le fondamenta devono essere le stesse"

Quanto è importante per te la famiglia?

"La famiglia per me è al primo posto, il lavoro viene dopo. Che non significa andare in pensione presto eh (ride ndr). Hai comunque bisogno dei soldi per l'educazione, per la scuola e tutto il resto. Il che non significa trascurare il lavoro, sia chiaro. Per me la disciplina, sul lavoro, è molto importante, è una chiave. Io lavoro tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, ma il sabato e la domenica, almeno questa è la speranza, sono per la famiglia. Ed è per questo che ho smesso anche di giocare a golf, perché porta via un sacco di tempo (ride ndr). Preferisco stare con la mia famiglia. Credo che in famiglia bisogna essere genitori e amici, non solo genitori. Alla mia famiglia ripeto sempre: non possiamo essere una famiglia 'perfetta ma almeno possiamo essere una buona famiglia. I miei figli prenderanno il mio posto? Non lo so, dipende da quello che vorranno fare ma noi li supporteremo perché loro facciano quello che vogliono al meglio".