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Inter bella a metà . Mazzarri risica e alla fine non rosica. Ma alzi la mano chi…

Si interrompe contro l’Atalanta la striscia di vittorie consecutive, per l’ennesima volta l’Inter spreca l’opportunità di guadagnare nove punti in tre partite. Mazzarri si affida agli stessi undici scesi in campo contro il...

Alessandro De Felice

Si interrompe contro l'Atalanta la striscia di vittorie consecutive, per l'ennesima volta l'Inter spreca l'opportunità di guadagnare nove punti in tre partite. Mazzarri si affida agli stessi undici scesi in campo contro il Verona, mentre Colantuono preferisce un prudente 4-4-1-1. L'esterno basso, Nica preferito a Raimondi. 

I primi cinque minuti sono un monologo nerazzurro, Guarin ed Hernanes regalano piacevolissimi scambi, peccato si verifichino poi un caso isolato di una prima frazione di gioco letteralmente regalata alla squadra avversaria. Guarin - richiamato a più riprese da Mazzarri - sembra allergico alla fase passiva. Hernanes non combina meglio del colombiano. Anche per questo motivo, D'Ambrosio e Jonathan finiscono per intimidirsi ed abbassarsi colpevolmente in protezione dei tre difensori centrali, continuamente impensieriti dalle incursioni degli esterni atalantini. Al minuto 34, Bonaventura si veste da paladino e firma il gol del meritatissimo vantaggio bergamasco. Nessuno avrebbe nulla da ridire, nessuno tranne Icardi, - che non vede l'ora di mostrare la maglia a Wanda - l'attaccante argentino non lascia a Cesare quel che è di Cesare e senza troppi sensi di colpa, un minuto dopo la rete di Bonaventura, firma il gol dell'immeritato pareggio. Ma chi se ne frega.

Il secondo tempo regala tutt'altro spettacolo. Scende in campo un'Inter decisamente più gagliarda rispetto a quella della prima frazione. Nel quarto d'ora iniziale i nerazzurri colpiscono due pali clamorosi con Guarin prima e Palacio poi. Al minuto 60 Mazzarri rischia giocandosi la carta Alvarez per Cambiasso, ma Ricky tradisce le aspettative e funge più da freno a mano che da turbo a iniezione. L'Inter mantiene il pallino del gioco ma inizia a fare confusione, soprattutto negli ultimi venti metri. Al minuto 87 altri due legni in pochi secondi: Guarin e Jonathan sfondano sulla destra, il brasiliano beffa in pallonetto Consigli ma il pallone sbatte sulla traversa. Icardi raccoglie la sfera e la scaglia verso la porta, ma prima il difensore e poi il palo spediscono la palla in calcio d'angolo. Mancavano solo tre minuti al novantesimo. Partita finita? Neanche per scherzo, anzi, "il peggio deve ancora venire" e Bonaventura, decisamente avverso al titolo del libro di Mazzarri, gela il Meazza spingendo di testa in rete un cross proveniente dalla destra. 

L'esito di Inter-Atalanta dividerà milioni di tifosi interisti. La partita permette di vedere il bicchiere mezzo pieno, ma anche mezzo vuoto. Primo e secondo tempo sono stati l'uno l'opposto dell'altro. Ma una verità assoluta pretende di farsi spazio con perentorietà: i quattro legni urlano vendetta e nell'analisi di una partita vanno assolutamente presi in considerazione. Giusto l'atteggiamento dei nerazzurri all'inizio dei secondi quarantacinque di gioco, bravo Mazzarri ad invertire il trend, meno bravo a sostituire Cambiasso con Alvarez. Scelta discutibile, ma alzi la mano chi almeno una volta non abbia accusato Walter Mazzarri di poco spirito d'azzardo. Quando provi a vincerla a tutti i costi, ci sta anche che la perdi.