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Inter immobile sul mercato? 70 milioni di motivi

L’Inter è attualmente ferma sul mercato e non saranno previste spese folli, soprattutto in questo mercato di gennaio. I tifosi sono preoccupati, anche per l’involuzione che sta avendo la squadra ma il motivo di tale situazione è facilmente...

Riccardo Fusato

L’Inter è attualmente ferma sul mercato e non saranno previste spese folli, soprattutto in questo mercato di gennaio. I tifosi sono preoccupati, anche per l’involuzione che sta avendo la squadra ma il motivo di tale situazione è facilmente spiegabile.

Il primo obiettivo di Thohir e dei suoi soci, non è comprare l’Ibrahimovic di turno, ma lavorare in vista del Fair Play Finanziario dell'Uefa e, per la prima volta, avrà un'Ebitda (l'utile prima degli interessi passivi, delle imposte e degli ammortamenti) positivo. Quindi è chiaro che non si voglia appesantire ancora di più un bilancio che a giugno si aggirerà sui 70 milioni, ma non è finita; senza la qualificazione alla prossima Champions e nonostante l'aumento dei ricavi che ci sarà, anche il bilancio 2014-15 evidenzierà un rosso di almeno 40-50 milioni. "Almeno" perché a giugno saranno necessarie delle spese per rinforzare l'organico e perché il monte ingaggi dei calciatori non sarà ulteriormente ribassato per non perdere competitività (si attesterà sui 75-80 milioni lordi). Considerando che entro aprile Thohir e soci dovranno sostituire una parte delle garanzie bancarie di Moratti, l'impegno economico per loro è gravoso: all'appello mancano ancora circa 170 milioni per completare l'acquisto delle quote (finora ne hanno versati 75), più i soldi necessari per ripianare le perdite dei prossimi 2 bilanci (tra gli 80 e i 90 milioni per il 70% in loro possesso). Gli indonesiani hanno mostrato idee chiare: stanno riducendo le spese e contemporaneamente hanno messo l'esperto Macrì alla ricerca di nuovi introiti all'estero. I frutti di questo lavoro, però, si vedranno nel medio-lungo periodo. Branca e Ausilio dovranno così finanziare i loro acquisti con le cessioni e la riduzione degli ammortamenti.

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