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Inter in replica, Mazzarri ha un merito: tanto male da renderci il compito facile…

Non è mai facile analizzare un match dal punto di vista tecnico-tattico, molti i fattori che si intersecano: giocate riuscite o meno, movimenti precisi, diagonali, schemi e guizzi del campione. Fortunatamente ci pensa Mazzarri a rendere tutto...

Alessandro De Felice

Non è mai facile analizzare un match dal punto di vista tecnico-tattico, molti i fattori che si intersecano: giocate riuscite o meno, movimenti precisi, diagonali, schemi e guizzi del campione. Fortunatamente ci pensa Mazzarri a rendere tutto molto più semplice agli addetti ai lavori: la sua Inter non si muove neanche sotto minaccia. Ferma come se fosse di marmo, ingessata in un 3-5-2 più statico di Giuliano Ferrara sul tapis roulant. Questa l'immagine che l'Inter - per l'ennesima volta - offre di se stessa, una squadra contratta, nervosa e priva di sentimenti. Un gruppo asettico.

I sette punti guadagnati valgono il primato nel girone d'Europa League, magra consolazione per chi aveva iniziato l'anno con le premesse e le promesse di vedere qualcosa di nuovo. Invece ogni partita è la replica di quella precedente, i soliti errori si ripetono con scadenza a dir poco preoccupante, la squadra non è l'amalgama di tre reparti ben fusi, ma l'assemblaggio mal riuscito di tre camere a tenuta stagna prive di collegamento. Gli interpreti di difesa, centrocampo e attacco si muovono come dei soldati durante la marcia: guai a chi sgarra e a chi prende iniziative. Ne esce fuori un gioco prevedibile, sgradevole e inefficace, che al termine di ogni match porta a contare sulle dita di una sola mano le occasioni avute dall'Inter. Ognuno svolge il proprio compitino, più ripetitivo del gioco nerazzurro solo certe promesse in propaganda elettorale.

La nota positiva è Hernanes, il brasiliano sta lentamente recuperando la forma fisica e contro il Cesena potrebbe essere schierato dal primo minuto. È chiaro che l'ex Lazio debba mostrare maggiore continuità, ma in un momento buio come questo, anche il minimo bagliore somiglia al sole più accecante. Domenica prossima si va al Manuzzi, varrà la pena guardarla o sarà la solita replica?