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L'Inter torna bella in Coppa. Dopo i passi indietro evidenziati a Empoli, la squadra di Roberto Mancini affila nuovamente le armi e ripropone la prestazione di livello contro la tignosa Sampdoria di Sinisa Mihajlovic. Prima da titolare per la coppia Shaqiri-Podolski: affidabilità tedesca e precisione svizzera al servizio dei 30.000 presenti al Meazza, che non nascondono l'entusiasmo per i due nuovi acquisti.
4-2-3-1: settimana di riposo per i vari Hernanes, Palacio, Vidic, Guarin e Campagnaro. Roberto Mancini si affida al modulo di rilancio, quello che ha in mente dal primo giorno in cui ha messo piede ad Appiano. Carrizo a difendere i pali e quartetto difensivo formato da D'Ambrosio, Andreolli, Juan e Dodo, rispettivamente da destra a sinistra. Tosta, convincente e concentrata la prova del centrale brasiliano, voglioso di spaccare il mondo e riassaporare il campo dopo la squalifica che lo ha fermato per due giornate e che lo terrà ancora lontano dai campi per altrettanti turni. Per l'intera gara Juan se le suona di santa ragione con Okaka, novanta minuti di battaglia che decretano un vincitore e uno sconfitto. Il nerazzurro non fa praticamente vedere mai il pallone al suo avversario. Lo sfinisce. Dei quattro difensori, l'unico rivedibile risulta Dodo. L'esterno brasiliano conquista un buon calcio di rigore, ma di fatto continua a guadagnare troppo poco il fondo. Troppo timoroso, riesce a sbagliare quasi tutti i cross. Deve e può migliorare, la tecnica di base non gli manca, ma deve studiare da grande.
Sotto una buona stella: la partita si mette subito sul binario giusto quando Tagliavento lascia la Sampdoria in dieci uomini: Krsticic atterra Icardi lanciato verso la porta avversaria: rosso diretto e partita in discesa. L'Inter sfrutta decisamente bene la superiorità numerica e chiude gli avversari nella propria metà campo. Nel primo tempo i nerazzurri potrebbero condurre già con un doppio vantaggio, ma Kovacic calcia male in prossimità dell'area di rigore e Icardi si lascia neutralizzare un calcio di rigore. Sarà necessaria la seconda frazione di gioco per sbloccare il risultato: la rete del vantaggio nasce sull'asse Shaqiri-Podolski. Lo svizzero alza la testa e guarda in verticale, a pochi metri dalla porta c'è Poldi, che sgomita come un dannato per conservare qualche centimetro necessario alla sopravvivenza di un centravanti nella folta palude dell'area di rigore. Shaqiri gli affida il pallone senza nutrire il minimo dubbio e Podolski non delude: riceve, protegge e scarica nuovamente verso lo svizzero, che nel frattempo emerge dalle retrovie con sirene e lampeggianti sulla testa. L'ex Bayern si concentra sulla sfera, la aggredisce con gli occhi e di sinistro la piazza a giro sul palo più lontano. Tripudio.
Poi solo Inter, con la Sampdoria che rimane addirittura in nove uomini e l'Inter che trova il raddoppio grazie al solito Icardi, che sigla la sua quindicesima rete in stagione. Roberto Mancini gestisce e amministra con calma dalla panchina. Forse anche troppa. Il tecnico jesino continua ad ignorare l'esistenza dei cambi fino agli ultimi minuti di gara. Sarebbe stata la giusta occasione per vedere Puscas e Bonazzoli nella loro posizione, ma evidentemente non interessa troppo.
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