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L’Inter non è spalle al muro, qualche asso c’è. Ricavi da 167 mln a 240? Si può

Daniele Mari

In questo momento, trovare un aspetto positivo guardando la situazione dell’Inter sembra un’operazione ai limiti della fantasia. Ma limitandoci a guardare le prospettive di bilancio per il 2015 e il 2016 e le possibili operazioni di...

In questo momento, trovare un aspetto positivo guardando la situazione dell'Inter sembra un'operazione ai limiti della fantasia. Ma limitandoci a guardare le prospettive di bilancio per il 2015 e il 2016 e le possibili operazioni di mercato in uscita, vedere un raggio di luce in fondo al tunnel rappresentato da questa stagione disastrata è possibile. Anzi, è concretamente possibile. Lo dicono i numeri.

L'Inter ha chiuso l'ultimo bilancio con 167 milioni di euro di ricavi (159,1 al netto di prestiti e plusvalenze). Le stime della società nerazzurra per il bilancio che chiuderà a giugno del 2015 (stime contenute nel prospetto del bond e rese note da Calcio e Finanza ndr) parlano di ricavi, al netto delle plusvalenze, di 197 milioni di euro, quindi in crescita di oltre 30 milioni di euro rispetto all'ultimo bilancio.

I 167 milioni del 2014, infatti, contenevano anche i 7 milioni (una cifra davvero esigua) di plusvalenze, una miseria rispetto ai 33 milioni del 2013.

Ma il quadro per il 2016 (visto che le cessioni arriverebbero dopo il 30 giugno quindi non calcolabili nel prossimo bilancio) potrebbe radicalmente cambiare, contando ricavi simili a quelli del 2015 (quindi con previsioni neanche troppo ottimistiche) e prendendo in considerazione solo 4 cessioni, di cui ovviamente due "pesanti": Ricky Alvarez, Ibrahima Mbaye, Samir Handanovic e Mateo Kovacic.

Alvarez e Mbaye sono in prestito con obbligo di riscatto a 11 e 3 milioni di euro in caso di salvezza del Sunderland e promozione del Bologna. La plusvalenza, nel caso di Alvarez, sarebbe di 8,25 milioni di euro, considerando il suo valore di bilancio a giugno 2015 (2,75 mln). Per Mbaye, invece, plusvalenze di 2,8 milioni (valore di bilancio 140.000 euro).

Ben più consistente la plusvalenza che garantirebbe Mateo Kovacic, ipotizzando una cessione del croato a 35 milioni di euro. Kovacic, a gennaio (momento del rinnovo), aveva un valore a bilancio di 8,2 milioni di euro, che scenderà a 7,3 nel prossimo mese di giugno. Una cessione a 35 milioni di euro garantirebbe all'Inter una maxi-plusvalenza di 27,7 milioni di euro.

Diversa la situazione di Handanovic, che avrà a giugno un valore di 4,85 milioni di euro. Ipotizzando una cessione sui 10 milioni, il portierone sloveno porterà in dote una plusvalenza di 5,15 milioni.

Sommando le 4 plusvalenze, si arriva alla considerevole cifra di 43,9 milioni di euro, il che porterebbe i ricavi dell'Inter a quota 240,9 milioni.

Un balzo clamoroso rispetto ai 167 del 2014, un balzo che potrebbe però non essere frutto di mera teoria, visto che 3 cessioni sulle 4 ipotizzate sono molto probabili e che il sacrificio di un big è e resta un tema d'attualità vista la mancata qualificazione alle competizioni europee.

Ma quei 241 milioni di euro di ricavi (vicini ai 261 del Borussia Dortmund nel 2014) rappresentano pur sempre uno spiraglio di luce da cui ripartire, un primo mattone per guardare alla costruzione della squadra futura con un briciolo di ottimismo. Quello che adesso, dalle parti di Appiano, latita terribilmente.