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Fuori dal campo nove mesi. Uno strazio per uno come Dejan Stankovic. Il giocatore nerazzurro è tornato contro il Chievo, era reduce da due operazioni al tendine d'Achille. Se ce l'ha fatta deve dire grazie alla sua famiglia ('Mi hanno sopportato') che gli è stata vicino, a se stesso che da bravo guerriero non ha mollato mai ('Ma ci ho pensato tre-quattro volte') e ai suoi compagni. In particolare ad AndreaRanocchia: "Mi è stato vicinissimo, lui per me Johnny Stecchino perchè è troppo magro", ha raccontato il centrocampista. Il suo cuore è nerazzurro e con quei colori lui ha fatto la storia, non ne ha in mente altri: "Cosa penso di Balotelli al Milan? Non ci penso! Penso alla mia maglia non a lui. Penso all'Inter e cosa ancora posso fare con questa maglia addosso", dice a La Domenica Sportiva. E forse è meglio l'indifferenza rispetto ai cori che San Siro ha rivolto all'attaccante milanista. Il serbo ha altro a cui pensare e lui che, come tutti gli interisti sa che senza l'autoironia non si va lontano, ha anche fatto una battuta sul problema che lo ha messo ko per tanto tempo: "Ad un certo punto ho pensato che se mi fosse nato un altro figlio l'avrei chiamato Achille". Quando lo dice sorride e ancora gli brillano gli occhi: "Mi è sembrato un nuovo esordio, come quello con la Stella Rossa". Una nuova fase. Bentornato Deki.
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