Qarabag-Inter termina 0-0, un pareggio che premia la noia e che offre qualche spunto su cui riflettere per il futuro. Roberto Mancini sparge fumo negli occhi: 7 i ragazzi prelevati dalla primavera e portati al seguito della prima squadra, ma la novità rimarrà sostanzialmente una: Donkor dall'inizio. I minuti concessi nel finale a Di Marco e Baldini, infatti, rappresentano solo una passerella di presentazione.
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M’Vila un gigante inutile. Lampi di Bonazzoli, ma la squadra non gioca
Qarabag-Inter termina 0-0, un pareggio che premia la noia e che offre qualche spunto su cui riflettere per il futuro. Roberto Mancini sparge fumo negli occhi: 7 i ragazzi prelevati dalla primavera e portati al seguito della prima squadra, ma la...
Contro il Qarabag, l’Inter presenta i soliti problemi strutturali: si fatica a costruire gioco nonostante di fronte non ci sia una compagine arroccata nella propria area di rigore. M’Vila dovrebbe dettare tempi e geometrie, ma il suo stato di forma è tale da spingere chi lo guarda a desiderarlo ben lontano da un campo di gioco. Con quel fisico dovrebbe dominare a centrocampo e sottomettere con la sola presenza chi gli si pone di fronte, ma si diverte a fare il gigante buono.
Gli azeri mettono più volte in difficoltà la retroguardia nerazzurra, che priva delle amnesie di Ranocchia e delle negligenze tattiche di Juan Jesus e Dodo dimostra di poter sopravvivere alla grande. Marco Andreolli figura decisamente bene, nonostante debba badare al baby Donkor, non esente da distrazioni che avrebbero potuto compromettere la partita in almeno due circostanze. Il difensore italiano (con la fascia al braccio) non fa rimpiangere Ranocchia, anzi, si fa preferire per carattere e attenzione, qualche dubbio - seppur rimandabile a giudizio - lo offre proprio Donkor, dato che nelle azioni pericolose della squadra avversaria c’è sempre il suo zampino.
Federico Bonazzoli, invece, ripete quanto di buono aveva mostrato contro il St.Etienne. L’attaccante nerazzurro rimane ancora una volta a bocca asciutta, ma lascia intravedere le doti del centravanti vero, quello a cui basta toccare pochissimi palloni per trasformarli in occasioni da gol create dal nulla. Stupenda la giocata che il “Bona” si inventa sul finale quando riceve palla in zona defilata, la difende mentre a fatica si fa spazio tra le maglie del Quarabag e quando mette la porta nel mirino, scaglia un sinistro che il portiere riesce a deviare distendendosi in tuffo. Per il resto della gara riceve poco sostegno da parte dei compagni e anche dallo stesso Osvaldo, questa sera in versione solista.
L’entusiasmo e la voglia di giocare al calcio, che avrebbe dovuto portare il nuovo tecnico, non si vedono ancora. La gara contro il Chievo sarà fondamentale per alzare il morale e cambiare il volto a una stagione che sta regalando veramente poche soddisfazioni ai dolenti cuori nerazzurri, ben consci della triste realtà dei fatti, ma mai rassegnati alla mediocrità che questo momento storico cerca di imporre.
Pasquale Guarro
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