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Ma tu chi sei? Ci credi che non lo so dire? Intanto Bonazzoli regala gioie e gioca alla Milito…

“Ma tu chi sei? Ci credi che non lo so dire?”Scomodiamo Ramazzotti perché probabilmente non esiste interrogativo più razionale da porsi e da porre dopo aver assistito alla gara d’Europa League tra Inter e St.Etienne. Con cinque...

Alessandro De Felice

“Ma tu chi sei? Ci credi che non lo so dire?”Scomodiamo Ramazzotti perché probabilmente non esiste interrogativo più razionale da porsi e da porre dopo aver assistito alla gara d’Europa League tra Inter e St.Etienne. Con cinque giovanissimi in campo (Juan, Mbaye, Kovacic, Dodo e Bonazzoli), l’Inter si presenta nel fortino della squadra francese senza un briciolo di paura e dà la sensazione di giocare per un solo obiettivo: vincere. La prima frazione di gioco è tutta a tinte nerazzurre, gli uomini di Walter Mazzarri bloccano sul nascere le iniziative del St.Etienne, spesso andando a pressare nella metà campo avversaria con cinque o addirittura sei uomini. La macchina Inter funziona e Federico Bonazzoli ne olia perfettamente gli ingranaggi, l’attaccante classe 97 si muove sul terreno di gioco come un veterano, garantendo ai propri compagni quei movimenti di cui Icardi sembra sprovvisto: arretra a prendersi palloni puliti a centrocampo, gioca di sponda per i compagni e pressa dannatamente in ogni zona di campo. Svolge l'enorme lavoro a cui ci aveva abituati Milito. Al 32’ minuto arriva anche il vantaggio a firma di Dodo, fino a quel momento una delle poche note stonate della squadra nerazzurra. Il brasiliano raccoglie la corta respinta del portiere francese dopo un bel colpo di testa di Palacio e appoggia comodamente in rete giocando di sponda col secondo palo. Il primo tempo termina proprio così: Inter meritamente in vantaggio e St.Etienne mai pericoloso.

Inizia la seconda frazione di gara e tutti i buoni propositi del primo tempo vengono spazzati via in un sol colpo di vento, che non lascia briciola alcuna né del carattere né del buon gioco mostrato in precedenza. Dopo quattro minuti i francesi riescono a raggiungere il pareggio grazie al solito errore difensivo: su calcio d’angolo Juan Jesus perde il proprio uomo in marcature, Vidic interviene sul pallone con la consistenza di una ricotta fresca appena giunta al bancone e Bayal Sall ne approfitta da due passi bucando indisturbato Carrizo. Da questo momento in avanti l’Inter è solo strenua difesa del risultato e sbandate difensive che neanche il miglior Valentino Rossi in derapata avrebbe saputo regalare. I nerazzurri lasciano il centro del ring e come un pugile suonato arretrano nell’angolo in balia dei colpi che l’avversario cerca di assestare. Impossibile spiegarsi la metamorfosi della squadra di Walter Mazzarri, se non attribuendo alla condizione fisica tale calo di concentrazione e di gamba. Due tempi completamente opposti, troppo diversi per lasciare intendere quale delle due sia la vera Inter e che evidenziano l'atteggiamento bipolare della squadra, in grado di fare il bello e il cattivo tempo.

C’è di buono che l'Inter resiste e - seppur in difficoltà - non subisce il colpo del ko, mostrando di saper stringere i denti. In simili occasioni è già capitato di veder tirare i remi in barca, mentre questa squadra ha tradotto sul campo quello che i vari dirigenti hanno cercato di spiegare nel corso della settimana: tutti sono col tecnico e si rema dalla stessa parte. Al termine dei novanta minuti l’Inter porta a casa un pareggio prezioso, anche perché difeso con tutte le forze rimaste.