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Che enorme disdetta che deve essere stata per Silvio Berlusconi, uno dei primi detrattori di Geoffrey Kondogbia. Classici scherzi della vita, a volte incredibilmente puntuale nel restituire torti non giustificati. Il centrocampista francese non ci ha pensato due volte, ha aggredito con lo sguardo il preciso servizio di Rodrigo Palacio e con tutta la rabbia in corpo ha depositato in rete. Un gol liberatorio, una risposta ai tanti, probabilmente troppi, espertoni che lo avevano già bollato come pacco.
All’Inter non ci sono rimpianti e nessuno osa avanzare il minimo dubbio sulle enormi doti dell’ex Monaco, incredibile atleta e professionista esemplare. Trentuno milioni non sono pochi, ma neanche troppi in un mercato che ha valutato la coppia Bertolacci-Romagnoli circa 50 milioni. Kondogbia si sta lentamente prendendo l’Inter, affrontando quotidianamente i piccoli problemi che derivano dal cambiamento affrontato. Proprio a tal proposito Sylvinho ha voluto dire la sua: “Ci vorranno almeno sei mesi per vedere il vero Kondogbia. Non è mai facile cambiare vita e adattarsi a nuovi metodi, ho visto giocatori esperti di trent’anni d’età trovare difficoltà a seguito di un trasferimento di un nuovo club. Non è solo una questione tattica”. Belle parole quelle del brasiliano, che raccontano una mezza verità: non è solo una questione tattica, ma quest’ultimo è un fattore da analizzare attentamente e se ne è accorto anche Mancini.
I sistemi di gioco finora utilizzati non hanno certamente aiutato Kondogbia nell’inserimento in nerazzurro. La posizione di interno di centrocampo impone movimenti che attualmente non sono nelle corde del calciatore, molto più propenso alla fase difensiva che a quella offensiva. La gara contro il Milan è stata l’ennesima riconferma di quanto appena affermato: schierato come mediano, con accanto Gnoukouri, Kondogbia ha espresso tutto il suo enorme potenziale, evidenziando come i problemi di ambientamento siano solo una cornice, mentre ciò che influisce nettamente sulle sue prestazioni è proprio il modulo tattico.
Mancini intanto riflette attentamente sull'ipotesi di cambiare l'Inter e plasmarla sulle caratteristiche di quello che è stato l'acquisto più oneroso della campagna acquisti estiva. Il 4-2-3-1 o il 4-4-2 sono modelli di gioco che si adattano perfettamente all'ex Monaco, ma che escluderebbero altri senatori del centrocampo nerazzurro: due tra Melo, Medel e Guarin sarebbero costretti a guardare spesso dalla panchina, ma ciò che è certo è che Kondogbia è superiore ad ognuno di loro. I dubbi da sciogliere non sono pochi e Mancini pensa con attenzione a tutte le possibili varianti.
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