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Mancini rischia l’accanimento terapeutico. Juan e Ranocchia che flagello, mentre Osvaldo…

Alessandro De Felice

Esperimenti che nascondono richieste: inizia così la gara andata in scena ieri sera tra Inter e Dnipro, con Roberto Mancini che a sorpresa schiera in campo un formazione più che sperimentale, per cancellare con la spugna ogni residuo del virale...

Esperimenti che nascondono richieste: inizia così la gara andata in scena ieri sera tra Inter e Dnipro, con Roberto Mancini che a sorpresa schiera in campo un formazione più che sperimentale, per cancellare con la spugna ogni residuo del virale 3-5-2 e schierare ad ogni costo le due ali offensive. Così facendo, però, rischia di sfiorare l’accanimento terapeutico. 

I nerazzurri scendono sul terreno di gioco con un classico 4-3-3, nulla da ridire sulle scelte tecniche fino alla linea mediana, qualche mugugno, invece, serpeggia nel leggere il tridente offensivo: Icardi ed Hernanes ali pure, con Osvaldo punta centrale. Un azzardo che il tecnico del City aveva evidentemente considerato a tavolino, ma che lascia di stucco tifosi e addetti ai lavori. Un messaggio che giunge in Indonesia privo di interruzioni di segnale e senza chiedere permesso apre le porte di casa Thohir: servono esterni.Questo il contenuto di un gesto fin troppo chiaro per essere frainteso, Kovacic contro il Milan è stato il primo indizio, Icardi contro il Dnipro il secondo. E si sa, due indizi fanno sempre una prova.

Ne esce un’Inter confusa nella prima frazione di gioco, alla continua ricerca di una quadratura che non arriva mai. L’impegno c’è e si vede, ma i nerazzurri giocano in nove, con Hernanes e Icardi praticamente estranei ad ogni tentativo di manovra nerazzurra. Fanno numero e occupano lo spazio, manca la sostanza. Il Dnipro passa in vantaggio sfruttando l’ennesimo slancio d’ego di Juan Jesus. Il brasiliano, con i piedi che si ritrova, potrebbe al massimo calciare senza ritegno palloni in tribuna e, invece, si avventura in dribbling che la sua mente non dovrebbe neanche arrivare a concepire. La squadra ospite rischia addirittura di raddoppiare dagli undici metri, non ci riesce grazie a Samir Handanovic, che para il suo sesto rigore consecutivo:”inizia a non essere più normale” dirà Piero Ausilio in conferenza. 

Juan e Ranocchia sono i due atleti più coerenti della rosa, il cambio della gestione tecnica non ha minimamente intaccato le prestazioni dei due centrali: pessime con Mazzarri, altrettanto nefaste con Mancini. Vero che a questa squadra servono due ali per sviluppare il gioco del nuovo tecnico, ma a questo punto sembra imprescindibile l’innesto di un difensore di livello, si spera che Vidic possa rientrare tra i titolari e trarre giovamento dalla linea a quattro che tanto gli è mancata in questo avvio di stagione complicato anche per lui. Intanto Campagnaro offre (da terzino destro) buoni segnali di ripresa, il calciatore argentino sembra aver finalmente smaltito ogni guaio fisico e si candida a diventare una pedina molto preziosa.

Bene il secondo tempo, Ranocchia lascia la squadra in dieci dopo appena 30 secondi, ma nessuno se ne accorge. L’Inter di Mazzarri non era mai riuscita a recuperare e capovolgere uno svantaggio iniziale, mentre questa di Mancini ci riesce e oltretutto giocando in dieci; chiara dimostrazione di un ritrovato carattere. Osvaldo corre come un dannato per ogni centimetro quadrato di campo, lo vedi in proiezione offensiva e poi in ripiegamento nella propria area di rigore. Vedere o immaginare Icardi titolare al suo posto proprio non gli va e sfrutta al meglio la rabbia agonistica che una sana concorrenza suscita in lui. Domenica sera c'è la Roma e l'italo argentino con le ex ha sempre un conto aperto.