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Mauro Icardi, strano il destino di un uomo. Mancini insiste, l’Inter non resiste: affonda…

“Peggio di così non può andare” questa la riflessione di buona parte dei tifosi nerazzurri dopo la sconfitta casalinga della scorsa settimana subita dal Torino. Considerazione che lascia la porta accostata all’accorrente...

Alessandro De Felice

"Peggio di così non può andare" questa la riflessione di buona parte dei tifosi nerazzurri dopo la sconfitta casalinga della scorsa settimana subita dal Torino. Considerazione che lascia la porta accostata all'accorrente speranza, che giunta sull'uscio col sorriso e la voglia di ripartire, subisce tre schiaffi, uno a testa da Zaza, Sansone e Berardi. Tre affondi che la rimandano indietro scura in volto, così la preoccupazione prende spazio e si accomoda con le gambe accavallate nei pensieri degli affezionati cuori nerazzurri. Caffè e sigaretta li offre la casa. 

Contro il Sassuolo, Roberto Mancini lascia spazio ai propri desideri di futuro prima ancora di considerare il presente e le reali capacità di questa squadra. 4-2-3-1 con Medel e Guarin centrali di centrocampo e Shaqiri, Kovacic e Podolski alle spalle di Palacio. Una tela bianca da fissare a cui fatichi a dare un senso: L'Inter non affonda e non affolla mai l'aria di rigore avversaria. Un possesso palla privo di costrutto riempie i primi 45 minuti di gioco. Podolski non appare a suo agio, Kovacic dimostra per l'ennesima volta che deve giocare venti metri più indietro e Palacio non la vede mai. Nel frattempo il miglior marcatore della squadra guarda dalla panchina e non si capisce il perché. Handanovic, invece, guarda dal campo, nel vero senso della parola, Il portiere nerazzurro valuta male prima il tiro di Zaza e poi quello di Sansone, spalancando di fatto la porta ai neroverdi, che si ritrovano in vantaggio di due gol dopo trenta minuti di gioco.

Nel secondo tempo l'Inter fa vedere anche qualcosa di buono, casualmente quando Mancini decide di infoltire il centrocampo e spedire Icardi sul terreno di gioco. Proprio l'argentino accorcia le distanze con un gol dei suoi: da rapace. Curioso il destino di un uomo: specie se pensi che gente come Inzaghi - in passato - ha costruito la propria carriera segnando gol a raffica, approfittando delle minime incertezze degli avversari. L'ex rossonero partecipava poco e niente alla manovra del propria squadra, ma mai nessuno ha osato mettere in discussione il suo valore. Anche quando segnava reti che erano più figlie della fortuna con la (c) maiuscola, che delle sue capacità. "Si trova sempre dove serve" si diceva. Anche Icardi si trova sempre dove serve, lo dimostrano le statistiche, ma viene additato come uno che si nasconde, come un centravanti brutto da vedere. Piovono critiche, nessuno che faccia notare che quello altro non è che il suo stile di gioco e che se questi sono i risultati... Chi se ne frega se torna poco a centrocampo. l'Inter ha indiscutibilmente bisogno di un attaccante con caratteristiche diverse dall'argentino, perché non tutte le partite sono uguali, ma da qui a dire che Icardi non serve ce ne passa.

Mancini deve invertire velocemente la tendenza: giusto costruire il futuro basandosi sulle proprie convinzioni, ma prendere atto delle reali potenzialità della propria squadra è la prima dimostrazione di responsabilità. Il sarto cuce il vestito sulle misure del modello e non viceversa. Inutile insistere su strade che sbucano sul burrone. L'Inter dispone di una rosa in grado di dare molto di più. Prima di richiedere altri calciatori, si pensasse a far rendere al meglio quelli presenti, che sicuramente non sono inferiori a quelli di Sassuolo, Empoli e Udinese.