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Mazzarri: “Speriamo di svoltare. Società  chiara. Allegri, Milito, Botta e Kovacic…”

Giornata di vigilia alla Pinetina, domani sera a San Siro arriva il Chievo. L’Inter deve cercare di rialzarsi dopo le batoste con Lazio e Udinese e il tecnico nerazzurro, Walter Mazzarri, incontra – nella sala stampa del centro A....

Eva A. Provenzano

Giornata di vigilia alla Pinetina, domani sera a San Siro arriva il Chievo. L'Inter deve cercare di rialzarsi dopo le batoste con Lazio e Udinese e il tecnico nerazzurro, Walter Mazzarri, incontra - nella sala stampa del centro A. Moratti di Appiano Gentile - i giornalisti. Vi riportiamo le sue parole: 

12:48 - Il mister non è ancora arrivato in sala stampa;

13:00 - E' arrivato il mister. 

Come si riparte? 

Dobbiamo svoltare da subito ed è questo che ho voluto trasmettere alla squadra, dovremo fare quello che abbiamo fatto in tante partite. Dobbiamo sperare anche che gli episodi ci fanno sbloccare la partita prima possibile. 

Il significato della presenza della società di ieri?

La carriera parla per me. Se dico certe cose davanti alla telecamera è perché sono tranquillo. E noi siamo uniti e lo avete visto anche ieri. Se certe cose mi sono pemersso di dirle è perché sappiamo di cosa parlo. Ho parlato spesso di crescita, di cantiere aperto e sono tutte cose che dicono lo stesso concetto: quest'anno è così, la società sul mercato sta cercando di seguire le mie indicazioni, sia come scrematura che per il resto. Ed è quello che vi ha detto anche il presidente ieri, per questo ora mi aspetto domande sul campo e della partita. 

Frasi virgolettate. Ha mai detto che "Moratti non le aveva detto niente della società"?

Non ho visto i giornali. Certi concetti possono essere stati raccolti in generale. E' vero che non sapevo della società, mi ha chiamato il presidente Moratti e non sapevo del passaggio. Fino a che non ci è stato il passaggio non ci ho pensato né io né i giocatori. Ma non è certo una polemica. All'Inter ho tanti stimoli ed è appena iniziato il cammino. Si sta camminando bene con qualche incidente di percorso che volevamo sicuramente evitare. Però dobbiamo parlare di cose che competono a me. 

Kovacic, ha detto che poteva migliorare tanto. Manca ancora qualcosa al ragazzo? 

In fase offensiva fa delle cose pazzesche come ad Udine e poi ha tirato in porta quando poteva passare ai compagni. Deve migliorare, ma è giovane ed è una cosa normale. Dobbiamo aiutarlo a capire quando deve tirare, quando difendere, quando attaccare. La squadra deve dare comunque una mano in fase passiva, per l'equilibrio serve l'aiuto di tutti. Però la sua qualità è importante. E dobbiamo aiutare questi ragazzi, come Taider, devono trovare continuità in una squadra che lotta sempre per vincere. Andando in campo e facendo esperienza, siccome Kovacic, è un ragazzo intelligente migliorerà. Il tempo serve. Bisogna cercare di tornare competitivi e c'è la variabile umana, non sappiamo quando ci vuole veramente.

Replica ad Allegri? 

Io ho sempre evitato i confronti, anche stavolta volevo evitare quello con il Milan. In questo momento, lo ha detto anche lui, in campionato non c'è la stessa situazione. E non lo avrei mai nominato se non fossi stato costretto a difendere l'Inter. Non era un attacco a nessuno. Era un attacco all'Inter, non penso a confronti con le altre squadre. Allegri ha risposto come doveva ad una domanda che gli è stata posta in un certo modo. 

Gli obiettivi?

Chi ne ha mai parlato. Se si dice il più alto possibile significa che nessuno ha fissato degli obiettivi. In Coppa italia ho fatto scelto che sapevo fossero rischiose, ma l'ho fatto per dare le ultime indicazioni alla società in vista del mercato di gennaio, visto che la squadra l'ho rilevata come l'ho rilevata. Sto cercando di dare un'organizzazione ai giocatori dell'Inter che partivano con me e intanto si è dato un'organizzazione e una valutazione per il futuro. Ci è capitato anche un turno particolare contro l'Udinese e siamo usciti. Poteva magari succedere al prossimo turno, ma non avevamo mai detto che dovevamo puntare alla finale. Mancano ancora tante partite in campionato e gli scenari cambiano sempre. Vedremo alla fine dell'anno dove saremo arrivati. 

Passi indietro nel gioco? 

Non sono deluso. Sono conscio di cosa è il campionato italiano. Lo conosce bene. Noi non siamo brillanti. Quando abbiamo cominciato ad imporre il calcio. Abbiamo cominciato a studiarci, a temere i nostri meccanismi e allora è normale che le partite siano bloccate. Il Chievo mi preoccupa, non sarà facile, sono esperto di questo campionato, possono esserci delle difficoltà e potrebbero servire degli episodi per sbloccarla. Per fare il bel calcio serve che lo facciano entrambi sul campo. Magari ci sono gli altri che ti impediscono di fare bene sul campo. Bisogna avere pazienza e arriva magari un episodio che sblocca la partita. Se avessimo segnato su calcio d'angolo la partita con la Lazio sarebbe andata diversamente. Sono concetti chiari. 

Domani manca Guarin, chi giocherà?

Se permettete, non contro di voi, non do indicazioni perché Corini è molto bravo. 

Botta, crede possa essere utile?

Sarà in panchina, è un ragazzo sveglio di testa, ha buone doti. E' interssante, è molto giovane, sono talenti che potrebbero diventare campioni, ma hanno bisogno di tempo, noi adesso dobbiamo pensare ai punti, qualcuno lo abbiamo perso per strada e devo tenere conto di una serie di cose per l'inserimento di questo ragazzo. 

Questa Inter è simile al suo primo Napoli, in cosa? 

Preferisco non tornare sul passato, ma se mi fate domande così ci devo tornare su. E' normale che stiamo valutando la rosa, c'è poi il finale dell'anno scorso, questo gruppo è ripartito, ci sono tutta una serie di cose, prendere convinzione nei mezzi, c'è anche l'autostima dei giocatori da rimettere in sesto. A Napoli c'è sicuramente una piazza diversa. In un club come l'Inter, se si informa la gente c'è da avere pazienza e ci sono delle cose da fare tutti insieme, come ho fatto a Napoli al primo anno e poi sono arrivati i risultati, avevo raccolto il Napoli sestultimo in classifica. Non chiedetemelo più. Mi avete dato l'opportunità di ridirlo, ma non ne riparliamo più, discutiamo di calcio. 

La crescita degli uomini d'attacco...

Icardi praticamente non ce l'ho mai avuto. Belfodil, quando ha avuto più chance, mi ha dimostrato che doveva essere inquadrato come ruolo e lo sapevo da Parma che c'era questo problema. Magari potevo usarlo di più, ma magari potevamo perdere ancora più punti. C'è tutto il progetto di crescita per questi giocatori che devono diventare da Inter in pianta stabile e questo si paga con punti. Milito ha avuto una ricaduta. E' un giocatore importante e anche in un anno di ricostruzione servono campioni come lui che risolve la partita da un momento all'altro, che dia coraggio ai giovani, che ha carattere come Diego che porta esperienza su tutti i campi. Domani non si può pensare di vincere sul velluto. L'Inter, anche negli anni in cui ha vinto tutto, aveva partite bloccate e sbloccate da un episodio. La gente deve avere messaggi sani e se vuole bene alla squadra ci aiuti domani. 

Continuità del gruppo è un obiettivo e cosa manca all'Inter per essere obiettivi? 

La cosa buona che vedo da allenatore è che c'è un'identità. Anche nelle partite più bloccate ci attacchiamo troppo al gioco e con la Lazio per esempio serviva una giocata. Se rivedete la partita e io l'ho vista mentre aspettavo l'Udinese, loro giocavano da piccola squadra, erano tutti accorti a chiudere gli spazi. E abbiamo pagato l'unico errore e io la mia squadra non l'ho vista in balia dell'avversario. Mai visto una squadra che ci ha messo sotto. L'Udinese ci ha pressato e ha fatto due palle gol prima di segnarci. Se ci saranno tasselli che miglioreranno la squadra ben venga. 

LA NOSTRA DOMANDA AL MISTER - Il primo anno c'erano Pazienza e Gargano, erano centrocampisti che davano equilibrio alla squadra. All'Inter non ci sono questo tipo di centrocampisti, forse solo un po' Taider. In relazione a questo si lavorerà per cercare questo tipo di giocatori o si penserà a dare all'Inter due mezzale e si lavora su questa Inter?

Non ho un calcio sempre solo quello come dice qualcuno per sminuire. Posso fare moduli diversi in base a quanto la squadra può venirmi dietro. La squadra è un puzzle, sono tanti piccoli pezzi che vanno pensati ed incastrati. Giocavano con due punte che avevano delle caratteristiche particolare. Quando componi una squadra pensi a quello che hai a disposizione. Vorrei tutti giocatori tecnici, che tengano il possesso palla e si attaccasse sempre noi, ma quando hai ereditato un gruppo metti in campo una squadra che pensi possa darti equilibrio. Per esempio la Fiorentina ha due centrocampisti tecnici, ha la squadra che corre, le punte che rientrano e si può giocare anche così e se tutto il resto della squadra regge, come facevano le grandi squadre una volta accettando il tre contro tre, si può accettare di farlo ma poi se va male devi fare altre scelte e bisogna coprire la difesa con dei mediani. Non potevano reggere i difensori senza due incontristi. Il discorso è più ampio. Posso cambiare modulo, giocare anche a quattro, se ho anche un cambio di modulo lo faccio. 

La pausa ha fatto male a questa squadra? 

Se ci basiamo solo sui risultati bisogna che vi parli con i risultati. Le considerazioni del mio preparatore e mie se ve le dico non mi credete e sono tutte da dimostrare. Il calcio non è una scienza esatta, nessuno ha una verità assoluta e allora per essere più credibili dobbiamo analizzare i numeri. Al di là del derby, in cui abbiamo faticato nel primo tempo e ci mancava solo Alvarez, non abbiamo fatto un bel calcio e venivamo dalla prima crisi di risultati, c'era stata la sconfitta con il Napoli che per me era stata la più bella partita fatta: abbiamo palleggiato, creato il nostro gioco, abbiamo però prese tre ripartenze micidiali in cui abbiamo sbagliato però avevamo tentato di fare la partita, considerata la forza dell'avversario, ma avevamo perso e se la squadra comincia a prendere tanti gol c'erano delle scelte da fare, con tutto il bombardamento mediatico che ne deriva, vanno cambiati gli uomini. Però la squadra prima non è che aveva fatto così bene prima della pausa. Con La Lazio e la partita l'ho rivista, è stato merito della squadra biancoceleste perché ci ha bloccato. Non pensavamo certo di perderla, poi ci ha condannato un episodio. 

Gli allenatori passati fin qui: prima tutto positivo, poi tutto negativo. Che spiegazione c'è?

Non voglio pensare al passato. Io ho esperienza di queste cose. I nostri dati dicono che abbiamo perso tre partite. E' vero che siamo l'Inter e che qui siamo abituati a fare benissimo tutte le partite e a me piaceva pensare di venire qui ad allenare un grande club che non vince mai. Io so che significa gestire tante sconfitte e guardavo con ammirazione a questa squadra. Ci sono state partite sofferte anche per la squadra del Triplete però si vinceva per esperienza. Anche i due pareggi in casa, quello con la Samp, ha portato a dire certe cose. Noi abbiamo perso tre partite, ma la squadra ha un certo assetto altrimenti una la vinci una la perdi. La squadra ha tenuto, ha fatto 14 risultati. Ha fatto troppi pareggi e quelli ci hanno tolto punti, quello con il Cagliari per esempio che sembrava una vittoria. Eravamo già in una situazione diversa di classifica, ecco perché serve pazienza e domani cercheremo di superare al meglio questo scoglio e sono convinto che non dovrebbe succedere di vincerne una e perderne un'altra.

Si aspetta di più dai calci d'angolo visto che ci lavora tanto?

Bravissimo. Mi verrebbe di fare una battuta, ma non la faccio. Ci si lavora tanto, facciamo i blocchi, si libera un uomo davanti al portiere e in queste partite - come ho detto a Frustalupi - si deve lavorare proprio sugli automatismi. Ci sono dei ragazzi che calciano benissimo in allenamento e poi magari di fronte a San Siro va diversamente. I rigori li tirano benissimo tutti in allenamento, per dire. E questo fa parte di un processo di sicurezza dei nostri giocatori. Anche il calcio piazzato e la tranquillità passa dalle sicurezze che si hanno durante la partita. Di dobbiamo lavorare molto.

Corini si aspetta un'Inter arrabbiata...Credo che servirà più orgoglio che rabbia, ti servono energie positive. Anche la non qualificazione venuta in quel modo deve servire tutto a riportare all'episodio che ti aiuti a portare l'episodio dalla tua parte anche con valori superiori interni che non sono misurabili, mettendoci il 110%, una volta lo chiamavo così. Dare qualcosa di più e questo è tipico dei grandi giocatori: quando si sentono pungolati devono dare questo. Se ci riusciremo non sarà facile per nessuno.

Vedremo un Mazzarri più motivato, con più voglia, con più rabbia, dopo che Thohir ha detto che lei è il tecnico perfetto ora e si fida di lui e viceversa?Credo che al di là di voi che le cose le venite a sapere. Chi sa quello che faccio mi vuole bene e crede in me. Nessuno può darmi più di motivazioni di quante ne ho io. Se non ne avessi più, non sarei più Mazzarri e sarei il primo a fermarmi. Mazzarri è sempre quello negli spogliatoi, lo hanno visto ieri e anche oggi, sono sempre motivato e qui ancora di più e nelle difficoltà, faccio quello che dovrebbero fare i giocatori, ho detto ai ragazzi che quando sono in difficoltà devono entrare in campo e sbranare l'avversario. Le mie squadre anche quando hanno momenti di difficoltà  si vede che fanno questo e io domani mi aspetto questo, oltre alle cose tecnico-tattiche.