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Medel e Peppino Prisco, quel personaggio che tanto li accomuna… Dodo non crossa, spedisce minacce!

Il brutto pareggio di Palermo sedeva accanto ad ogni singolo spettatore presente al Meazza. L’atmosfera del pre-gara non era esaltante e neanche le note di “Pazza Inter” sono servite a dare la verve giusta ai pochi spettatori che...

Alessandro De Felice

Il brutto pareggio di Palermo sedeva accanto ad ogni singolo spettatore presente al Meazza. L’atmosfera del pre-gara non era esaltante e neanche le note di "Pazza Inter” sono servite a dare la verve giusta ai pochi spettatori che occupavano le tribune. Perché il Meazza a volte è così: tifosi si, ma soprattutto giudici. E spesso la cosa non aiuta. La partenza dell’Inter è di quelle col freno a mano tirato, gli uomini di Mazzarri sono ordinati e compatti, ma l’iniziativa è spesso dell’Atalanta, che sulle fasce esprime ritmo e qualità. I nerazzurri escono fuori dal guscio col passare dei minuti, studiano l’avversario, ne apprendono i punti deboli e poi colpiscono. Il primo a sferrare un colpo diretto è Vidic, l’ex United lasciato colpevolmente solo in area di rigore colpisce di testa, ma la palla sbatte sul palo. Non si può esultare, ma quello di Nemanja è il colpo che mette le cose in chiaro: l’Inter c’è ed è pronta a far male. L’Atalanta accusa e inizia a rintanarsi, da quel momento in poi piovono occasioni per gli uomini di Mazzarri: Palacio fallisce la più clamorosa, calciando malissimo il rigore concesso per atterramento ai danni di Ranocchia. Di positivo - dopo l’errore - c’è che l’Inter non subisce il contraccolpo psicologico, anzi continua a giocare come se nulla fosse accaduto e al 40' trova finalmente il meritato vantaggio grazie all’acuto di Pablo Daniel Osvaldo. L’italo-argentino raccoglie l’assist di Fredy Guarin e nel cuore dell’area avversaria si prende la scena esibendo un grandissimo gesto tecnico: semirovesciata e palla che si insacca nell’angolino, Sportiello proteso in tuffo rende ancor più bello il tutto e quando il pallone varca la linea di porta è apoteosi. 

Il secondo tempo inizia e prosegue sulla falsa riga del primo: nerazzurri in difficoltà, ma senza mai rischiare grosso. Mazzarri dalla panchina capisce che l’Inter è in debito d’ossigeno e spedisce M’Vila a far legna accanto a Medel. La squadra si riequilibra immediatamente e alla fine del match trova anche il tempo di andarsi a prendere il raddoppio su punizione calciata da Hernanes.

Centrocampo: Medel merita un discorso a parte, il cileno ha l’atteggiamento meno democratico del mondo, petto in fuori e voce alta. Ricorda un po’ il personaggio ben descritto da Peppino Prisco nel libro “Pazzo per l’Inter”, il ragazzino che decide chi può giocare e dove. Autorità conferitagli dal fatto di essere il padrone della palla, o per dirla alla Prisco:”il padrun de la bala” Perché in un modo o nell’altro quell’oggetto sferico deve essere suo, non si limita a recuperare palloni dai piedi altrui, ma li sradica con la forza di chi si sente derubato di qualcosa di proprio e deve a tutti i costi riprenderselo. Una furia incontenibile. E se accanto a lui anche Kovacic e Guarin aggiungono cattiveria agonistica alla già nota qualità tecnica in loro possesso, allora il gioco è fatto. Il cerchio si chiude con la rete di Hernanes, il centrocampista brasiliano si prende la propria fetta di applausi in un momento abbastanza delicato. La punizione-bomba chiude la partita e restituisce il sorriso all’ex biancoceleste. Ogni tanto gira tutto bene anche nel tormentato universo Inter.

Le fasce: Dodo e Jonathan non giocano la miglior partita della loro carriera. Il duo brasiliano balla poca samba, ma bisogna sottolineare il buon lavoro svolto in copertura. L’ex Roma non ha esibito le solite sgroppate, né i tunnel che lo caratterizzano, ma una cosa con lui è certa: ogni cross che parte dai suoi piedi è una vera e propria minaccia spedita nel cuore dell’area avversaria. Dispensatore di palle da spingere in rete. Jonathan, invece, è apparso in ritardo di condizione, ma la sua è stata una gara attenta e senza sbavature. 

La vittoria contro l’Atalanta elimina l’amaro che il pareggio di Palermo aveva lasciato sotto il palato dei tifosi nerazzurri. L’Inter si è già messa dietro Napoli, Fiorentina e Milan, adesso arriva la parte più dura: mantenere e consolidare il vantaggio. Siamo ancora ad inizio campionato, ma la prossima gara contro il Cagliari sarà una prova di maturità che gli uomini di Mazzarri dovranno saper cogliere come tale.