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Prosegue la striscia positiva dell’Inter di Roberto Mancini che, dopo la vittoria contro l’Udinese, porta a cinque i risultati utili consecutivi, raggiungendo i due successi di fila.L’Inter gioca un’ottima prima frazione di gara, sfiorando più volte la via del vantaggio, e solo per un po’ di sfortuna va a riposo sullo 0-0.Primo tempo più che convincente, dove i nerazzurri gestiscono la gara senza apparenti difficoltà. Hernanes inizia così come aveva finito contro la Roma: in modo magistrale, creando spesso la superiorità numerica e risultando decisivo in occasione dell’espulsione di Domizzi, che al 40esimo lascia i suoi in dieci uomini. Si mette bene per l’Inter…E si mette ancora meglio dopo appena tre minuti della ripresa, quando Danilo - con un incauto intervento in area di rigore - travolge Mateo Kovacic dopo uno dei suoi rarissimi inserimenti senza palla: Rocchi non ha dubbi e decreta il calcio di rigore tra le proteste del pubblico friulano, in completo disaccordo con la decisione del direttore di gara. Un clima infausto, fastidioso per chi deve calciare un rigore, ma dagli undici metri si presenta Mauro Icardi con la sua proverbiale indifferenza: l’argentino è un pezzo di ghiaccio che fredda anche Karnezis: iceberg. Ma Udinese in inferiorità numerica, e sotto di una rete, non è sinonimo di gara in discesa per i nerazzurri, famosi da sempre per sapersi complicare la vita più di chiunque altro. Solo due minuti dopo, Totò Di Natale trova la rete del pareggio. L’attaccante partenopeo, dopo una poderosa iniziativa di Allan, beffa Vidic col primo controllo e si presenta da solo davanti ad Handanovic, battendolo con la classe che tutti gli riconoscono. L’Inter non accusa il colpo e a testa bassa ricomincia a macinare gioco per ritrovare il vantaggio. Al 13esimo del secondo tempo, Badu gli concede l’ulteriore aiuto: scriteriate proteste a muso duro nei confronti di Rocchi, che incurante di tutto lo spedisce sotto la doccia lasciando l’Udinese in 9 uomini. Mancini, forte della doppia superiorità numerica, cambia modulo per cercare di aprire il gioco e sfruttare l’ampiezza del campo. Si passa al 4-2-3-1 e Podolski prende il posto di Guarin. I tifosi non fanno in tempo a chiedersi perché il tedesco e non Shaqiri, che proprio l’ex Arsenal trova la rete del vantaggio. E che rete… Una bordata da fuori area che si insacca senza concedere diritto di replica all’incolpevole Karnezis.Doppia superiorità numerica e vantaggio di due reti a uno. Tutto sistemato? Macché. L’Inter inizia colpevolmente a riflettersi nello specchio della vanità e rischia di sprecare tutto. L’Udinese sale in cattedra e prova l’arrembaggio, mentre i nerazzurri per quasi venti minuti sbagliano tutto il possibile. L’ottimo Hernanes del primo tempo svanisce per quello stanco e irritante, e gli altri lo seguono a ruota. Venti minuti da non squadra fanno arrabbiare Roberto Mancini, che però dalla panchina non fa niente per raddrizzare la barca. Concedere mezzora a Shaqiri non sarebbe stato sbagliato e forse Gnoukouri sarebbe potuto entrare prima. Medel, in versione "avanti, la porta è aperta", non riesce ad arginare e in più di una circostanza si mostra poco generoso, risparmiandosi il cartellino e permettendo ai friulani di presentarsi pericolosamente nei pressi di Handanovic. Strano a dirsi, ma il fosforo del diciottenne Gnoukouri, in questa pazza mediana, sembra essere ormai irrinunciabile. Nota di merito per il centrocampista friulano, Allan: prestazione sontuosa in risposta a chi si interroga sulle sue qualità. É da Inter? la replica la offre lui, dominando da solo l'intero centrocampo nerazzurro. Una forza della natura.
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