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Moratti coccola Cassano: “E’ un artista”. Lui e Strama…

Eva A. Provenzano

“E’ un campione, gli artisti sono un po’ speciali, capita“. Massimo Moratti coccola Antonio Cassano. Se dal presidente nerazzurro ci si aspettava una ramanzina non è arrivata. E’ arrivata ancora una volta quellla...

"E' un campione, gli artisti sono un po' speciali, capita". Massimo Moratti coccola Antonio Cassano. Se dal presidente nerazzurro ci si aspettava una ramanzina non è arrivata. E' arrivata ancora una volta quellla definizione: "Un artista". Lo aveva già detto. E aveva pure spiegato: "Ci si può aspettare di tutto". Elogi per Andrea Stramaccioni che ha saputo raddrizzare la partita con il Catania e nessuna predica per FantAntonio. Insomma, sembra proprio che quando aveva deciso di dire si al suo arrivo, il patron interista avesse messo in conto il suo carattere birichino.

Si pensava che le esperienze precedenti, i problemi al cuore e la vita da papà avessero un po' raddrizzato il suo carattere difficile. Ma Antò ci è ricascato: pure stavolta ha fatto sbottare qualcuno che a lui ha sempre dimostrato di tenere particolarmente. Strama lo ha voluto in nerazzurro: dicono che a far scoccare la scintilla tra il mister e l'attaccante sia stata una battuta di troppo. L'idea è che magari c'era già insofferenza nell'aria, un po' di tensione dovuta al momento no e ai risultati che stentano ad arrivare e il peso della responsabilità di un attacco da portare sulle spalle (dopo l'infortunio di Milito).

"Ma vedo che tutti tendono a minimizzare", ha aggiunto Moratti. "Se ci sarà una multa? Lascio che siano loro, che erano presenti, a fare le proposte". Il presidente non è intervenuto in prima persona quindi, ma spera che per il bene della squadra i due protagonisti della vicenda riescano a risolvere, che scoppi la pace insomma. Perché da qui a maggio mancano ancora diverse partite e servirà l'aiuto di tutti.

Servirà soprattutto il talento naturale di Cassano che ha piedi indiscutibili, si da artista ("sa sempre come trovarti", per dirla alla Ranocchia). Li ha usati fino a qui per trascinare l'Inter: non può essere messo in dubbio il contributo che ha dato finora (7 reti e 8 assist) e questo va al di là di qualsiasi paragone (il cosiddetto 'chi ci ha guadagnato'). Se fino a giovedì Antonio "era quello che non aveva mai fatto bene sul campo come con la maglia interista", adesso non può essere diventato solo "il solito". Genio e sregolatezza, lui è così. Odi et amo. Tutto insieme, senza mezzi termini. Ma essere un genio non è un alibi: all'allenatore il compito di aiutarlo a ritrovarsi, al giocatore spetta invece, oltre ai piedi, metterci la testa. E la generosità che tutti gli riconoscono.