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Moratti, tutte le strade portano a Strama. Il presente prima di tutto…

Il presente. Quello conta. Più del passato, più del futuro. Più di tutto il resto. Massimo Moratti, quando un anno fa ha deciso, per intuito, istintivamente, di affidare la sua Inter ad Andrea Stramaccioni lo ha fatto perché ha visto in lui il...

Eva A. Provenzano

Il presente. Quello conta. Più del passato, più del futuro. Più di tutto il resto. Massimo Moratti, quando un anno fa ha deciso, per intuito, istintivamente, di affidare la sua Inter ad Andrea Stramaccioni lo ha fatto perché ha visto in lui il talento di cui aveva bisogno. Aveva messo in conto che non sarebbe stato semplice per un 'debuttante' fare andare tutto liscio: "E' stato un anno che era prevedibile. Lui è una persona di qualità che ha fatto un'esperienza assolutamente nuova. E' ammissibile che ci siano delle situazioni che non sono tutte positive, ma l'importante è che servano a fare esperienza per il futuro", ha detto ieri sera il presidente dopo il CdA dell'Internazionale. Quando parla di Strama, il massimo dirigente nerazzurro non usa sempre solo la parola tecnico, usa spesso la parola 'persona'. Perché le qualità umane del 'ragazzo' gli sono piaciute prima di tutto, più di tutto. 

Adesso c'è la Juventus. Vecchia rivale: tante cose da dimenticare, coincidenze a cui non pensare ("L'ultimo Inter-Juve di pomeriggio fu quello di Ronaldo e Iuliano? Sì, ma era a Torino"), classifica da non guardare. Perché i punti di differenza sono 18 adesso, ma c'era stato un solo punto di differenza dopo la partita di andata, quando i nerazzurri sconfissero, primi a farlo allo Juventus Stadium, la formazione juventina. Si spera si possa fare bene. Moratti ci conta. Ci contano gli interisti. E tocca al giovane allenatore trovare un modo per farlo: dovrà gestire i giocatori che rientrano dagli infortuni e quelli che rientrano dalle Nazionali (Gargano e Pereira arriveranno addirittura venerdì, oggi dovrebbero rientrare Guarin e Palacio). L'obiettivo è sempre lo stesso: "E' importante fare punti che sia contro la Juve o contro altre squadre. Ci tocca la squadra più forte del campionato, ma non possiamo cambiare l'obiettivo", dice il presidente. 

Il presente dicevamo. Prima di qualsiasi altra cosa. Anche dell'amore dichiarato di Mourinho. "Ci sono stati dei contatti, ma solo di simpatia. Se mai tornerà? Beh, in futuro... Lui è affezionato a noi, ha un buon ricordo di quella che è stata la sua esperienza qui, tanto quanto ce lo abbiamo noi, aldilà dei risultati, proprio dal punto di vista umano, quindi bene, mi fa piacere che ci siano delle persone che hanno questo tipo di sentimento, di lealtà costante", spiega il patron interista. Un ex che parla così bene dell'Inter fa sempre piacere sentirlo. Ma adesso non è una priorità. Ora serve altro. Serve pensare al campo, alle ultime dieci partite, tutti concentrati, tutti nella stessa direzione. Tutte le strade, in questo momento, portano a 'Stramalo'. ('Quello che è rimasto più tempo dopo Mou? Segnale di fiducia, oppure vuol dire che qualcosa l'ho imparata').  E a prescindere da qualsiasi risultato otterrà contro Conte. Non è da queste cose che si giudica un allenatore: "Se la partita di sabato influenzerà la mia decisione? "No, no, lo dicevo prima, sono tutte nuove esperienze. Non è lì che si giudica un ragazzo che sta facendo questa avventura e preparandosi per il futuro". Quando quello arriverà si vedrà. E se il passato rispunterà ancora una volta che sia di buon auspicio: "Se con la Juve mi aspetto la stessa Inter dell'andata? Non sarebbe mica male". Già. Non sarebbe affatto male.