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In un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Felice Natalino si confessa dopo l'operazione subita al cuore, per curare un’aritmia che ha stoppato la sua carriera segnata dall’esordio in serie A e in Champions con l’Inter a soli 18 anni. Ora, il suo futuro nel mondo del calcio è a rischio, anche se i medici non hanno escluso che lui possa tornare a giocare. Il prossimo quindi aprile sosterrà un esame che dovrebbe fare chiarezza sulle sue possibilità di tornare all'attività agonistica. Ecco le sue parole:
"L'Inter? Mi sono stati tutti vicini. Ringrazio la società, hanno fatto tutto loro per gli accertamenti clinici prima dell’operazione. Moratti mi ha mandato i saluti dopo l’intervento, ho ricevuto le telefonate di Cordoba e Zanetti, Ausilio mi chiamava spesso. Seguo l’Inter, è un periodo difficile per la squadra, ma il gruppo è forte e la ruota deve girare: si rifaranno, l’obiettivo è risalire. I miei momenti più belli? La serie A era il sogno da bambino, c’ero quasi riuscito, nel piccolo posso dire di esserci riuscito lo stesso. L’esordio col Parma a San Siro, il tecnico era Benitez, una sensazione unica, coronare quello che hai sempre avuto in testa da piccolo. All’epoca avevo 18 anni, c’era mio padre in tribuna, tutto da incorniciare. In Champions invece, perdevamo due a zero a Brema, c’era meno tensione agonistica, ma entrare al posto di Zanetti è stato indimenticabile. IL mio idolo? I miei compagni sono tutti d’esempio, come caratteristiche sono un difensore centrale, adattato a terzino sulla destra, un tipo duttile. Per ruolo e attitudine potrebbero essere Ranocchia o Zanetti i miei punti di riferimento ideali, ma nessuno è come Zanetti. Che succede ora? Sono sereno e ringrazio tutti quelli che mi sono stati accanto, spero di riprendere ad allenarmi, giorno per giorno e vedremo poi come va a finire. Sono ancora sotto contratto con l’Inter fino al 2014, ma non mi illudo, non voglio illudermi: se tornerò a giocare sarò contentissimo, ma sarei felice lo stesso anche se dovessero dirmi di non poter giocare più. Ora sto bene a livello di salute, ho una famiglia e la fidanzata accanto, non mi manca niente. Il calcio è una cosa bella, ma non è tutto nella vita. Ho avuto tantissima paura, sarei un ipocrita a dire il contrario. L'Inter mi hasalvato la vita"
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