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Ninna nanna Inter: davanti si dorme, Mancini insiste e sbaglia. Sveglia!

Alessandro De Felice

Contro  il Torino per vincere e motivare gli entusiasmi del calcio mercato, ma l’Inter perde male e smorza l’alone d’ottimismo che albergava sul cielo della Pinetina da qualche settimana.  Gli uomini di Ventura si presentano al...

Contro  il Torino per vincere e motivare gli entusiasmi del calcio mercato, ma l'Inter perde male e smorza l'alone d'ottimismo che albergava sul cielo della Pinetina da qualche settimana. 

Gli uomini di Ventura si presentano al Meazza con una chiara idea di gioco: difendersi con tutti gli effettivi e ripartire velocemente in contropiede. I granata riescono nel loro intento, chiudono tutti gli spazi e di fatto imbottigliano i nerazzurri, che non riescono a trovare sbocco in nessuna zona del campo. È sufficiente la prima frazione di gioco per mettere a nudo tutti i problemi dell'Inter: dalla trequarti in su i nerazzurri sono statici e prevedibili. Icardi dà troppi punti di riferimento agli avversari e Podolski non è a proprio agio in quella zona di campo. Male anche Palacio, che non è in buone condizioni, mentre Kovacic si esprime meglio se riesce a partire palla al piede con la porta avversaria di fronte. 

Il primo tempo si conclude con poche emozioni e tanti sbadigli. Nessuna grande occasione da raccontare: Torino attento e Inter svogliata. Nonostante le indicazioni tratte nei primi 45 di gioco, Roberto Mancini rientra dagli spogliatoi presentando gli stessi uomini, ne consegue la medesima prestazione del primo tempo: imbarazzante. Gli infortuni di Andreolli e D'Ambrosio fotografano bene il momento che attraversa l'Inter e contribuiscono a togliere quel pizzico di sicurezza alla squadra. L'uscita dal campo dei due difensori corrisponde col calo dei nerazzurri, che negli ultimi minuti di gioco riescono anche a subire gol da palla inattiva.

L'Inter non sa schiacciare il piede sull'acceleratore quando gli avversari coprono con attenzione tutti gli spazi. Se chiusi nelle zone centrali del campo, i nerazzurri vanno in grande difficoltà perché non dispongono di esterni in grado di puntare e saltare il diretto avversario. Le rare volte in cui la casualità li aiuta a presentarsi sul fondo, dimostrano anche di non saper crossare. Da Dodo a Nagatomo, passando per D'Ambrosio, gli esterni dell'Inter sono veramente da categoria inferiore. Impresentabili.

Mancini non ha colpe? In questi ultimi tempi sembra che ci sia quasi timore nel criticare il nuovo tecnico dell'Inter. Il rischio è quello di essere additati come discepoli di Mazzarri, ma quando ci sono oggettive responsabilità non bisogna aver paura di muovere obiezioni nei confronti di nessuno. Roberto Mancini non può e non deve essere immune da critiche solo perché ha avuto il "merito" di sostituire Walter Mazzarri. Il tecnico jesino continua ad insistere sulla propria idea di calcio e poco importa se attualmente sia impraticabile per diverse ragioni. Il 4-2-3-1 non è l'abito che veste meglio questa squadra, almeno per il momento. Podolski in quella posizione è più uno spreco che un vantaggio e Palacio con la caviglia in queste condizioni, non può continuare a coprire la fascia. Contro il Torino, l'Inter non ha mai calciato pericolosamente in porta e per questo motivo risulta sgradevole ascoltare frasi quali: "oggi la squadra ha fatto tutto quello che doveva fare, dovevamo vincere e invece abbiamo perso. Il calcio è crudele." 

Il calcio - mai come questa domenica - non è stato crudele. È stato giusto. L'Inter ha meritato di perdere perché ha dimostrato di non saper fare più del Torino. Mancini ha fatto bene a pretendere giocatori, ma chi dal tecnico pretende bel gioco e risultati ha ragione almeno quanto lui. Innegabile il processo di crescita mentale che l'ex City sta apportando, ma da lui ci si può aspettare maggiore elasticità.