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OLSEN ha gli “occhi della tigre”: ma è inutile farlo marcire nel limbo

A volte basta anche una gara amichevole contro il Locarno per trarre indicazioni importanti per il futuro. E’ successo oggi pomeriggio con Patrick Olsen. Il centrocampista danese è entrato in campo nella ripresa con il classico...

Daniele Mari

A volte basta anche una gara amichevole contro il Locarno per trarre indicazioni importanti per il futuro. E' successo oggi pomeriggio con Patrick Olsen. Il centrocampista danese è entrato in campo nella ripresa con il classico atteggiamento di chi vuole spaccare il mondo, di chi ha un'incredibile "fame".

Dribbling, tocchi di suola (quelle tipiche giocate che fanno imbufalire un allenatore), azioni caparbie e anche un gol. Olsen vuole far vedere che è da Inter. E da Inter lo è senz'altro. Ma da Inter del futuro.

In questo momento, le possibilità che il danese si ritagli uno spazio importante a centrocampo sono praticamente nulle. Anche un talento già affermato come Kovacic fatica ad inserirsi in un meccanismo già rodato con Cambiasso, Guarin e Taider, è difficile ipotizzare che Olsen possa da qui a gennaio sovvertire le gerarchie.

Lasciar "marcire" un talento così nel limbo tra Primavera e prima squadra sarebbe un sacrilegio. L'Inter non vuole, il ragazzo ad agosto ha rifiutato il prestito forse tratto in inganno dall'alto minutaggio avuto nella tourneé Usa. Ma le partite vere sono un'altra storia e Olsen ha fatto fatica anche a trovare un posto tra i convocati.

Sei mesi di prestito, magari in una formazione di B in lotta per la promozione, sembrano la soluzione ideale. Se ne convinca l'Inter (non sembra difficile) ma soprattutto se ne convinca Olsen (e qui ci sarà da lavorare).