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Su 21 convocati da Andrea Stramaccioni, per la sfida tra Inter e Lazio, ben 6 sono frutto del vivaio nerazzurro. Stiamo parlando dei difensori Ferrara, Pasa e Spendlhofer e degli attaccanti Garritano, Forte e Colombo.Molto probabile che se non fossimo stati colpiti da una sequela infinita di infortuni, non avremmo assistito a cosi tanti giovani convocati in prima squadra. Almeno, facendo riferimento alla media anagrafica, dei 21 scelti dal tecnico interista, possiamo tranquillamente dire che abbia vinto la linea giovane.L'unico rammarico forse, in una stagione che ha ben poco da dire ormai, essendo arrivata agli sgoccioli, e che vede la possibilità di qualificarsi alla Champions svanita mentre quella di approdare all'Europa League con poco fascino, è stato quello di non aver visto in campo in queste settimane, magari dal primo minuto, quei ragazzini terribili che si propongono come il futuro della stessa Inter.
BIG VS BABY. Non volendo mancare di rispetto ai più grandi, ma sicuri che un Pasa o uno Spendlhofer, avrebbero fatto peggio del Ranocchia visto nell'ultimo periodo e influenzato dai continui problemi fisici? Il primo abbiamo imparato a conoscerlo in Europa League: è un difensore dai piedi buoni che sa ricoprire anche il ruolo di centrocampista centrale. Classe '94 ha dalla sua una imponente stazza fisica che gli permette di non risentire troppo della differenza di età quando trova di fronte a se avversari più grandi. Inoltre, la capacità di saper impostare la manovra, avrebbe dato forse a Stramaccioni, con i dovuti benefici del dubbio, la possibilità di soccombere all'assenza di un difensore come Chivu da cui far iniziare la manovra. Ranocchia e Juan Jesus infatti, hanno altre doti, ma non di certo quelle di impostazione. L'austriaco invece è un classe '93, con già sei presenze maturate nella selezione under21 della sua nazionale, con anche un gol messo a segno. Gioca indifferentemente al centro della difesa sia a destra che a sinistra. Ottimo negli anticipi, è particolarmente dotato nel gioco di testa.Ma se in difesa è valsa la teoria del: meglio un big acciaccato che un giovane sano, in attacco non si può dire lo stesso. A Napoli si è assistito al paradosso massimo, l'Inter che scende in campo senza punte. In una gara che si sarebbe forse dovuta combattere a viso aperto e basare sulle ripartenze, abbiamo assistito ad Alvarez e Guarin che si alternavano nel ruolo di prima punta. Un suicidio forse, visto che nessuno dei due era in grado di dare la giusta profondità alla squadra. Non si capisce quindi perchè siano stati accantonati in panchina Garritano e Forte. Il primo aveva ben figurato quando era sceso in campo contro Parma e Palermo. Aveva portato quel brio e quella frizzantezza che Alvarez, nonostante il suo impegno, non è in grado di dare. Capace di giocare sia da seconda punta, che da esterno, avrebbe offerto maggiori opzioni offensive. Il secondo invece è una prima punta tipica, non completa certo e in fase di evoluzione, ma qualche minuto per lui sarebbe stato più che ottimo, anche in ottica futura.
ALMENO UNO. Non è necessario ovviamente schierarli tutti quanti contemporaneamente insieme, ma forse una o due pedine si sarebbero potute rischiare. In una stagione completamente gettata al vento, sia per colpe proprie che per la sfortuna che ha intaccato il nostro ambiente, si sarebbero potute ottenere risposte importanti dai ragazzi che in futuro forse saranno i titolari di questa squadra. Altrimenti si sarebbe dovuto e potuto cederli tutti in comproprietà ad altre squadre per permettergli di giocare e mettere minuti nelle gambe, cosi come fatto con Duncan divenuto in poco tempo una pedina fondamentale del centrocampo del Livorno. Si spera che almeno prima della fine della stagione, si possa assistere ad una formazione in cui i giovani la fan da padrone sin dal primo minuto, costi quel che costi. Alle volte rischiare paga.
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