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"Troppo forte". E' così che Enrico Baldini, autore di un'ottima prova in Coppa Italia con la Primavera (alla quale è mancata solo il gol, cercato disperatamente), definisce Federico Bonazzoli. "Bona" (è così che lo chiamano affettuosamente qui a Interello) è una costante minaccia per gli avversari. Si infila in spazi che intuisce solo lui e di colpo te lo trovi davanti alla porta a cercare di buttare la palla in rete. Subisce spesso fallo, ma l'arbitro non interviene quasi mai. Forse è lo scotto che devono pagare quelli forti come lui. Nel primo quarto d'ora le occasioni per l'Inter fioccano incessanti. Steffé, Bonazzoli (subito dopo aver segnato su assist di Baldini becca anche una traversa), Miangue e Appiah: ci provano tutti e il Lanciano, che proprio con i nerazzurri ha rimediato una bruciante sconfitta per 7 a 0 nella prima di campionato, soffre e tenta affannosamente di placare la furia dei nerazzurri.
Perché di furia calcolata si tratta. La squadra mantiene dal primo all'ultimo minuto un livello di aggressività molto alto. Pressa, si danna se perde un pallone, non molla di un centimetro. Un atteggiamento che il tecnico Vecchi è riuscito a trasmettere finora con successo. Contro il Lanciano poteva esserci uno spirito meno battagliero visto il risultato della prima di campionato e invece l'Inter si è presentata in campo con l'obiettivo di non farli uscire dalla loro metacampo. Obiettivo praticamente raggiunto perché la formazione del Lanciano è quasi sempre costretta a difendersi dagli attacchi dei giocatori nerazzurri, che in un men che non si dica puntavano minacciosamente la porta avversaria. Il primo tempo si chiude sul punteggio di 1 a 0: un punteggio che non rispecchia quanto espresso sul campo a livello di occasioni.
Nonostante la pressione esercitata dai nerazzurri subentra un calo fisiologico che mette in stallo la partita. Vecchi fa qualche cambio, al posto di Bonazzoli entra Romney. Ed è subito evidente come la rosa di questa Primavera possa vantare qualità anche nei sostituti, bravi a farsi trovare pronti quando sono chiamati a giocare. E questo già in una formazione di partenza rimaneggiata, che vede in panchina Camara e Puscas e tra gli assenti Palazzi e Dimarco (in tribuna). La seconda rete è quindi opera di Romney, che rischia di segnare anche un gol di tacco con il pallone che invece si limita a sbucciare la traversa (gesto atletico bellissimo). Tra i migliori non si possono non citare oltre agli autori delle due reti, Dabo (pazzesco il lavoro a centrocampo e l'intensità con la quale lo svolge), Miangue (spinge e crossa per tutta la partita) e Baldini, che prima sforna assist e poi si prefigge il gol come sfida personale (mancata di poco). Per tutta la partita si ha la netta impressione che il gruppo nerazzurro sia tecnicamente di un altro pianeta. Ma forse, l'aspetto più impressionante è proprio quello che riguarda la mentalità. Una mentalità da prima squadra.
Twitter @SBertagna
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