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Pure Palacio out: non può essere un caso. Tutti sotto accusa, ma Strama…

Eva A. Provenzano

Brutte notizie in arrivo dalla Pinetina si respiravano già nel primo pomeriggio di giovedì. Si sentiva che quella che stava per arrivare era una tegola grossa. E infatti puntuale: Palacio infortunato, problema muscolare. La diagnosi ufficiale...

Brutte notizie in arrivo dalla Pinetina si respiravano già nel primo pomeriggio di giovedì. Si sentiva che quella che stava per arrivare era una tegola grossa. E infatti puntuale: Palacio infortunato, problema muscolare. La diagnosi ufficiale arriva dopo un balletto di comunicati alle 00:23: lesione di secondo grado. Non proprio una 'dolce notte'.

L'UNICA SPERANZA - Rodrigo era l'unica speranza. L'unica lucina che ti faceva dire: 'se lui segna però forse questa stagione può ancora avere un senso'. E adesso non c'è più lui in campo. Non ci sarà almeno, volendo essere positivi, per venti-trenta giorni. Anche sperando in un miracolo la sua presenza nella semifinale di Coppa Italia con la Roma è praticamente un'illusione.

IL CASO NON ESISTE - Non bastava il ginocchio di Milito, era troppo poco evidentemente. E allora cerchi di chiederti cos'è che hai fatto di male per meritarti una stagione così. E la colpa non può essere solo di uno strano incrocio di stelle. Si, perché se la dea è bendata e la sfortuna ci vede benissimo, non si può dare tutta la colpa al destino. Niente succede per caso, non basta dire 'doveva andare così'.

E CHE COS'E'? - Quello dell'argentino è solo l'ennesimo infortunio: sono stati tanti nel corso dell'anno ed è impossibile pensare che non ci sia una spiegazione fisica, scientifica. Problema di preparazione sbagliata? Forse. Fatto sta che adesso gli uomini dello staff medico e dello staff tecnico sono tutti sotto osservazione. Il presidente Moratti non sarà sicuramente contento di questa ennesima brutta notizia.

MICA FACILE - L'accusa che spesso viene mossa al suo tecnico è che non propone gioco, che si adatta all'avversario, che non ha un'identità. Ma davvero Stramaccioni poteva fare di più visti tutti questi infortuni? Tutte le volte che ha provato a mettere in campo la stessa formazione non ci è riuscito perché gli mancava qualcuno. Aveva scelto la difesa a tre che stava andando bene e Samuel si è fatto male. Aveva poggiato l'attacco su Milito e si è rotto un ginocchio (e su quello si può fare poco perché è un infortunio traumatico). Aveva appena dato fiducia a Kovacic sapendo che lì davanti Cassano e Palacio avrebbero fatto il resto. 

ORRORI - Se poi a questo si aggiunge che il mercato dell'Inter, pur a fronte di tanti soldi spesi, ha dato poche garanzie tecniche (Gargano e Mudingayi fanno mole, ma non fanno differenza in un centrocampo che doveva essere ricostruito, solo per dirne una) allora adesso si spiega perché un infortunio come quello dell'attaccante diventa veramente (quasi) una tragedia. Longo è rimasto in prestito all'Espanyol (e ha giocato poche partite), Livaja è sbarcato a Bergamo - e ironia della sorte arriva domenica a San Siro - Coutinho e Sneijder sono stati venduti per fare cassa, è arrivato Rocchi, ma non è sembrata una buona idea. Per usare un eufemismo.

DIFFICILE, DI PIU' - Restano otto partite da giocare. Strama ha chiesto comunque ai suoi di provarci pur sapendo che adesso è tutto compromesso: senza il Trenza è tutto più difficile. Il terzo posto è lontano sette punti e centrare la finale di Coppa Italia non sarà facile senza attaccanti titolari e partendo da uno svantaggio di 2 a 1 (basterebbe un uno a zero però). Se da questo finale di stagione dipende anche la sua conferma, il giovane tecnico nerazzurro cercherà di uscire da questa impasse a testa alta, pur sapendo che non è solo complicato, adesso è proprio come la scalata dell'Himalaya...