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Questo gioco dovrebbe avvicinare i mercati esteri? Raggiunta la vetta del controsenso quando…

E anche questa volta non c’è niente da fare: si arenano al Tardini di Parma tutti i buoni propositi della squadra allenata da Walter Mazzarri. Il progetto nerazzurro prosegue con imbarazzante discontinuità, mostrando falle strutturali...

Alessandro De Felice

E anche questa volta non c'è niente da fare: si arenano al Tardini di Parma tutti i buoni propositi della squadra allenata da Walter Mazzarri. Il progetto nerazzurro prosegue con imbarazzante discontinuità, mostrando falle strutturali ormai chiare a tutti. L'Inter scende in campo col solito atteggiamento: un blocco di marmo privo d'espressione e sentimento. Undici uomini con i piedi ingessati e le idee confuse. Si attendeva la terza vittoria consecutiva, arriva invece la terza sconfitta in campionato in appena dieci gare giocate.

Una partita strana in cui Cassano si ritrova a fare anche il terzino, questione di motivazioni, le stesse di cui l'Inter sembra essere priva. I nerazzurri sono fermi in campo esattamente come il proprio tecnico in panchina. Kuzmanovic a centrocampo è un pezzo d'arredamento, praticamente di legno. I nerazzurri si muovono sul rettangolo di gioco con la leggerezza di una banda musicale in processione dietro al santo patrono del paese.

Al termine della prima frazione di gioco l'Inter palesa un problema su tutti: la squadra da troppi punti di riferimento agli avversari. Peccato che le soluzione trovate da Walter Mazzarri siano quanto di peggio la ragione possa arrivare a partorire: Ranocchia terzino destro e Kuzmanovic esterno di centrocampo. In pratica un'Inter senza capo né coda, che con l'Ingresso di Bonazzoli fatto sistemare come ala destra, raggiunge la vetta più elevata del controsenso. In panchina c'era Camara... Un disastro tattico che almeno all'apparenza si manifesta privo di cognizione. Attenderemo curiosi spiegazioni più approfondite in merito. 

I tifosi nerazzurri sono ben consci di non avere a disposizione l'alta qualità necessaria per esprimere un calcio champagne, ma allo stesso tempo c'è in tutti la convinzione di avere una squadra che possa almeno scendere in campo per lottare. Insomma, tra gli occhi della tigre e gli occhi vitrei c'è tanta differenza. Difficile credere che la pessima qualità del gioco espresso dagli uomini di Mazzarri possa andare a conquistare i mercati esteri ricercati da Thohir. Simili spettacoli al massimo allontano, o comunque non attirano nessuno. Dopo Inter-Samp il tecnico toscano si era presentato in conferenza stampa sciorinando a tutti i numeri del match. Chissà come mai non ha fatto lo stesso dopo Parma, ma neanche dopo Torino, Firenze, Cagliari, St. Etienne ecc ecc. Questo progetto è in corso da 15 mesi e ancora non si vede il minimo segno di miglioramento. Per sapere cosa ne pensano i tifosi basterà attendere la prossima gara in casa contro il Verona. Questa volta cosa si inventerà lo speaker?