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Andrea Ranocchia tra Inter-Juventus e la voglia di tornare a vincere. Il difensore nerazzurro sogna una stagione da protagonista e lancia la sfida ai bianconeri dalle colonne de Il Corriere dello Sport:
Ranocchia, a inizio agosto sperava dopo due giornate di affrontare la Juventus a punteggio pieno?«Sì, ci speravo, perché lavoriamo con l’obiettivo di vincere sempre. Siamo contenti di quello che abbiamo fatto finora, ma con altre 36 giornate da giocare, due vittorie contano poco. Di strada davanti a noi ce n'è tanta».
Cosa l’ha colpita di più della cura Mazzarri?«L’attenzione ai particolari e alla tecnica. L’avevo trovata solo nel settore giovanile, non nei professionisti. Credo sia fondamentale».
Nel nuovo ruolo di centrale nella difesa a tre si è ambientato?«Bene perché sono affiancato da grandi compagni».
Uno è Campagnaro che si è inserito alla grande.«Lui è bravo, sempre concentrato e sul pezzo. Avendo uno così in squadra, puoi fare solo bene».
I tifosi nerazzurri possono sperare in una stagione diversa dalla scorsa quando in A avete subìto 57 gol?«Certo. Tutte quelle reti incassate mi “rodono” ancora parecchio e l’impegno sarà tre volte tanto da parte mia e di tutti i miei compagni».
I risultati finora sono buoni: 3 incontri ufficiali e 0 gol al passivo.«Merito della compattezza della squadra. Lo scorso anno eravamo più slegati mentre adesso le cose vanno bene».
Talmente bene che Buffon in chiave scudetto vede analogie tra l’Inter attuale e la Juve di due stagioni fa.«La cosa che salta all'occhio è che noi, come la Juventus del 2011, non abbiamo le coppe. Dobbiamo sfruttare l’assenza forzata dall’Europa e fare in modo che diventi un punto di forza».
Altre analogie con quella Juventus che potrebbero portarvi... al titolo?«Non so come lavoravano loro, ma speriamo di disputare un grande campionato come hanno fatto i bianconeri due anni fa».
Vietato però pronunciare la parola scudetto.«Non pensiamo a dove possiamo arrivare. Ha ragione Mazzarri quando dice di concentrarsi su una partita alla volta».
Mazzarri è simile a Conte?«Tutti e due ci mettono molta passione e sono bravi».
Che ricordo ha di Conte nell’anno al Bari?«E’ un allenatore che, esattamente come quando giocava, non molla mai. Negli ultimi due mesi però ho constatato che neppure Mazzarri molla facilmente...».
Il tecnico bianconero l’avrebbe voluta con lui a Torino, sia due anni fa che la scorsa estate...«Ma io sono sempre rimasto qua e mi va bene così».
Juventus, Napoli, Milan, Manchester United e Zenit: a quante altre squadre è stato accostato negli scorsi mesi?«Ho perso il conto anche perché non sto troppo a sentire le voci. Ogni settimana mi mettevano addosso una maglia diversa, ma il contratto ce l’ho con l’Inter e non ho mai detto di voler andar via né la società ha manifestato la volontà di vendermi».
Possibile che nei prossimi mesi allunghi il contratto oltre il 2015?«Dipende dai dirigenti. Fino al 2015 sarò qua perché all’Inter sto bene. Altrimenti avrei fatto di tutto per andar via».
Juventus-Inter 1-3 è il ricordo più bello della scorsa disastrosa stagione?«Sì, forse sì. L’inizio di quel match fu terribile perché trovarci sotto in quel modo (1-0 in fuorigioco, ndr) fu uno choc, ma fummo bravissimi a ribaltare il risultato».
Allora interrompeste la serie di 49 gare senza sconfitte casalinghe dei bianconeri. Adesso potreste porre fine alla loro striscia di oltre 500 giorni in testa alla classifica. Sempre voi dell’Inter...«Non credo alla cabala e aspetto questa partita difficile per capire a che punto siamo arrivati nel nostro processo di crescita con il nuovo tecnico. Giocheremo contro i campioni in carica e sarà una bella sfida da vivere».
A San Siro nelle prossime 2 gare affronterete Juventus e Fiorentina: un doppio esame di maturità in arrivo?«Da qui alla fine del campionato mancano 9 mesi e molte delle squadre dovremo sfidarle 2 volte. Adesso avremo la Juventus, poi il Sassuolo in trasferta e la Fiorentina ancora in casa, ma da 4-5 partite non si capisce il valore di una formazione. I conti si fanno a maggio e noi dobbiamo pensare solo a lavorare e a far bene».
La Juventus è favorita per lo scudetto?«Direi di sì perché è la detentrice del titolo. Noi però non dobbiamo pensare a questo, ma ad allenarci con voglia e a dare tutto».
Negli ultimi due campionati l’Inter ha accumulato un ritardo sulla Juve di 59 punti. Siete già riusciti a colmare il gap o è troppo presto?«Vediamo il risultato della partita di San Siro, ma il discorso è da fare più a lungo termine, a fine campionato. Non adesso».
Lei si troverà di fronte Tevez. E’ pronto per il duello con l’Apache?«E’ uno dei più forti al mondo e lo ha dimostrato negli ultimi anni. Marcarlo non è facile».
Se Vucinic non recupererà, Conte darà spazio a Quagliarella, un attaccante che segna gol... impossibili.«Io aggiungerei un attaccante di livello che ha vinto gli ultimi due scudetti ed è stato nel giro della Nazionale. Le punte della Juve sono tutte da temere e per questo dovremo essere compatti come nelle ultime gare».
Qual è il giocatore della Juventus che teme di più?«Premesso che la parola temere non mi piace, dico che Pirlo ha un qualcosa in più rispetto a tutti».
Anche più dell’incredibile Vidal che da centrocampista segna come un attaccante?«Vidal è un grande campione e lo sta confermando sul campo anno dopo anno. La forza di una squadra però è il gruppo: la Juve lo ha dimostrato nelle ultime due stagioni».
Per Inter-Juve tornerà Milito. Cosa può darvi?«Diego è importante dentro e fuori dal campo. Lui e Zanetti sono fondamentali per l’apporto che danno ai giovani oltre che per il rendimento che hanno durante le partite. Sono due che “pesano” parecchio nello spogliatoio».
In campo invece la “scoperta” nerazzurra di questo inizio di 2013-14 è Jonathan. Se lo aspettava su questi livelli?«Spero che continui così. Con quello che è successo lo scorso anno, abbiamo tutti una gran voglia di riscattarci e io non faccio eccezione: dopo 2 anni e mezzo che non vinco niente, sono abbastanza rabbioso».
Sarà l’ultimo derby d’Italia da proprietario dell’Inter di Massimo Moratti?«Chi lo sa... Sono cose talmente grandi che solo il presidente sa. Preferisco star fuori da certi discorsi perché, come la squadra, devo pensare solo ad allenarmi, a sacrificarmi e a vincere. La famiglia Moratti è nell'Inter da una vita e se non ci fosse più in futuro, mi dispiacerebbe».
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