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Rolando più disinvolto di John Travolta. Kovacic ha una nuova ossessione. Il futuro diktat…

Il clima pre-partita rievocava quel magico 2008: pioggia torrenziale e numerosi tifosi al seguito. Il risultato è il medesimo; 0-2. Contro il Parma arriva la seconda vittoria consecutiva dell’Inter e uno scossone decisivo alla classifica. La...

Alessandro De Felice

Il clima pre-partita rievocava quel magico 2008: pioggia torrenziale e numerosi tifosi al seguito. Il risultato è il medesimo; 0-2. Contro il Parma arriva la seconda vittoria consecutiva dell’Inter e uno scossone decisivo alla classifica. La Lazio e gli stessi ducali perdono terreno, resiste ancora ilMilan, che contro il Livorno incamera il quinto successo consecutivo.

I primi venti minuti raccontano più Parma che Inter, gli uomini di Donadoni  organizzano con fluidità la manovra offensiva.  I nerazzurri, invece,  faticano a trovare ordine in campo. Hernanes si nasconde e non prende la squadra per mano, Kovacic – da alunno diligente – pensa ossessivamente alla fase difensiva e finisce per abbassarsi troppo. Il risultato è un centrocampo poco prestante, fatta eccezione per il solito perfetto Cambiasso. Tra i reduci del triplete, il centrocampista argentino sarebbe l’unico a meritare la riconferma. Insomma, siamo il club che ha pagato Chivu per la miseria. Ma passano i minuti e l’Inter prende coraggio. Dopo i primi 20’ di studio, i nerazzurri alzano il baricentro e iniziano a creare qualche grattacapo a Mirante: Icardi lambisce il palo con un bel colpo di testa, Palacio scalda i guantoni di Mirante. Proprio nel miglior momento dell’Inter arriva la doccia fredda: fallo di Samuel. Rigore per il Parma. Cassano va sul dischetto, sono attimi di concentrazione. Antonio pregusta lo sgarbo a Mazzarri e il più classico dei gol dell’ex. Parte la rincorsa del barese, tiro basso incrociato e… Handanovic decide che sarà per la prossima volta. Cassano muore dentro, abbassa la testa e torna indietro.

Il secondo tempo inizia nettamente meglio del primo: dopo sessanta secondi Paletta interviene in modo pericoloso su Palacio. L’arbitro vede tutto, si avvicina al difensore argentino e mostra il rosso. Non finisce qui, infatti, dopo il danno ecco pronta l’immediata beffa per il Parma. Dalla stessa punizione scaturisce la rete del vantaggio nerazzurro: Hernanes si incarica di calciare la sfera all’interno dell’area di rigore. Rolando, più disinvolto di John Travolta sul cubo, si tuffa di testa e piazza la palla verso l’angolo più lontano. Mirante può solo guardare.Il vantaggio di un uomo e di un gol non giova moltissimo all’Inter, che nonostante tutto fatica ancora a trovare gli spazi. Sarà lo stesso Mazzarri a dichiararlo: “dobbiamo migliorare nella gestione del risultato e della gara, ci hanno lasciato molti spazi e noi non siamo stati bravi a sfruttarli”. Dirà il tecnico nel corso delle interviste post gara. Ed è proprio così, il Parma non rinuncia a giocare, si sbilancia e lascia vere e proprie voragini a centrocampo. Enormi spazi nei quali i nerazzurri hanno paura di lanciarsi. La sensazione è che li percepiscano come buchi neri pronti a risucchiarli verso altre dimensioni. Come si dice in questi casi: la paura di vincere.

Allora Mazzarri mischia un po’ le carte: la vivacità di Botta per un Icardi troppo in ombra, l’esperienza di Zanetti per uno spento D’ambrosio e alla fine c’è anche spazio per Guarin. Il colombiano prende il posto di Hernanes. Il brasiliano fatica ad essere protagonista, ma dai suoi piedi nasce il gol del vantaggio e la rete sfiorata da Icardi. Il Guaro non si perde in chiacchiere, capisce che Mazzarri lo ha messo in campo per chiuderla e da bravo soldato (usando una citazione di Stankovic) raccoglie un passaggio di Nagatomo e dai venticinque metri esplode un bolide che Mirante vede solo passare. La partita finisce qui.

E’ un’Inter che sta imparando a soffrire e che piazza la seconda vittoria consecutiva. Ma non è la prima volta, anzi, spesso è proprio dopo il secondo successo che arrivano i problemi, (siete autorizzati nel compiere qualsiasi gesto scaramantico) sarebbe ora di mostrare la giusta maturità. Contro il Parma, i nerazzurri vincono una gara decisiva, su un campo molto insidioso. Prima dell’Inter, solo Roma e Juventus erano riuscite a vincere al Tardini. Il diktat è continuare su questa strada e mostrare più coraggio nel cercare la vittoria.