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Per la quarta puntata della nostra rubrica Brasile 2014 – Giovani promesse, voliamo in Colombia e precisamente a Sumapaz, distretto più meridionale di Bogotà dove il 28 febbraio 1993 vede la luce Éder Fabián Álvarez Balanta.
Da quando gattona in casa vede il pallone che schizza da un lato all’altro della sua casa. Normale quando hai un papà, Wìlmer, che ha giocato 8 anni a Santa Fe e lo fa ancora con la squadra della banca per cui lavora. Normalissimo se come zii hai Alexander Alvarez e Harold Balanta, calciatori professionisti rispettivamente nell’ULA Venezuela e nel Deportes Quindio. Il primo peraltro è compagno di squadra di un altro genitore "eccellente", quello di Radamel Falcao.
La famiglia Balanta ha il calcio nel patrimonio di famiglia, quindi Éder viene nutrito in tal senso da quando ha 5 anni e approda alla sua prima scuola calcio, l’Union Colombia. Nonostante quese naturali spinte, il suo cammino verso il professionismo non è facile per Balanta jr. La famiglia vive sul filo del rasoio e ha problemi tali da pensare di tirare i remi in barca e spezzare il sogno di Eder. La scuola si trova nella parte nord di Bogotà e questo avanti e indietro risulta molto pesante anche per il piccolo Éder. Resta un anno senza toccare il pallone poi va alla Equidad Seguros dove trascorre 4 anni e si forma giocando da enganche (trequartista) prima di passare alla Academia Compensar. Éder però non cresce fisicamente e viene trasformato per tal ragione in volante de salida (metodista), dato che è molto più piccolo dei suoi compagni e non in grado di affrontare i colossi delle difese avversarie. Poi finalmente cresce e arriva il grande salto, grazie ai numerosi titoli vinti con la Mandarina.
Racconta papà Wilmer: «Ero in vacanza fuori città e avevo perso slancio con Éder. Ma ricevo una chiamata da mio fratello Darley Alvarez che mi informa che il famoso talent scout Silvano Francisco Espindola, (ex calciatore argentino con grande passato in Colombia e fondatore dalla scuola calcio Fair Play, ndr) vuole mio figlio a Buenos Aires per un provino».
Balanta atterra con altri 5 ragazzi colombiani in terra argentina. Tornano tutti indietro, tranne uno, Éder, che viene preso dal River Plate. Gli inizi ovviamente sono durissimi per il timido ragzzzo colombiano a Buenos Aires, non esce, fatica ad ambientarsi. Altro problema, il River è coperto nel ruolo di volante e quindi Balanta viene spostato al centro della difesa. Éder però non si scoraggia, lavora e si adatta, fino a vincere con il River la Coppa Libertadores Under 20 in Perù.
La consacrazione avviene il 7 aprile 2013, il River deve affrontare il Racing e l’allenatore Ramón Díaz deve fare a meno di Germán Pezzella, Jonatan Maidana, Rogelio Funes Mori e Adalberto Román. Emergenza assoluta in difesa. Díaz vede in quel giovane colombiano la salvezza per quell’incontro, scorge grande maturità in Balanta. Il River quel giorno vince 2-0 e Balanta gioca un partidazo. Il suo contratto da junior gli impedisce di giocare le partite restanti del Clausura, ma da quel giorno, il coyote non uscirà più dagli 11 di Dìaz.
In Nazionale debutta nell’amichevole contro la Tunisia, giocata il 5 marzo 2014 e finita 1-1. Pekerman ha grande fiducia in Balanta a lo premia con la convocazione per il Mondiale brasiliano.
Difensore molto bello da vedere, ha i suoi punti di forza nella velocità e nel timing per l’anticipo sull’avversario. Balanta ha grande personalità nell’uscire con la palla al piede grazie alla sua tecnica ed è molto abile anche nel gioco aereo nonostante non sia un gigante (1,80 m). Gli piace molto impostare l’azione, mancino naturale, ha giocato anche sulla fascia anche se il suo habitat è il centro della difesa.
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