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RUBRICA FCIN1908 – Mondiali, giovani promesse: Calvo, due mamme per il successo

Settima puntata del nostro viaggio tra i giovani talenti presenti al Mondiale brasiliano. È il turno di uno degli avversari del girone dell’Italia, il costaricense Diego Gerardo Calvo Fonseca. Diego nasce il 25 marzo 1991 nel barrio di...

Lorenzo Roca

Settima puntata del nostro viaggio tra i giovani talenti presenti al Mondiale brasiliano. È il turno di uno degli avversari del girone dell’Italia, il costaricense Diego Gerardo Calvo Fonseca.

Diego nasce il 25 marzo 1991 nel barrio di Carrizal, situato a nord di Alajuela, seconda città del Costa Rica, al centro del paese e centro commerciale e industriale dello Stato centramericano. L’infanzia è subito difficile per Diego, che nasce da una ragazza madre, Marisol, che però dopo soli tre mesi, scaduto il termine che la legge costaricense prevede per la maternità, deve tornare a lavoro e Diego cresce con la sua seconda mamma, la nonna Maria Luisa, che diventa la figura di riferimento per il piccolo.

Allo svantaggio di non avere il papà, Diego però oppone il privilegio di avere due mamme, due allenatori che lo guidano nella sua crescita. La nonna Maria Luisa lo segue ovunque, gli fa da mangiare, lo aiuta con i compiti e diventa complice nelle sue birichinate. Quella di Diego è una situazione molto comune in Costa Rica dove il 36% delle mamme sono giocoforza le capofamiglia.

La mamma Marisol è una grande sportiva, segue tutti i Mondiali di calcio italiani del 1990 mentre è incinta («Forse per quello la prima parola che ha pronunciato è stata “gol”» racconta Marisol), ma ama soprattutto il nuoto e non pensa che il figlio possa diventare calciatore. Lo porta in piscina, ma Diego la guarda e, con gli occhi sinceri che solo un bimbo di cinque anni può regalare le dice: «Ma io voglio giocare a calcio mamma. Mi insegni?». Primo problema per Marisol che ovviamente lo vuole accontentare, trova persino la squadra dove farlo allenare, ma non ha le scarpe con i tacchetti. Finalmente ne trova un paio senza marca, le uniche che la famiglia Calvo Fonseca può permettersi, e Diego può iniziare a giocare con il pallone.

A un certo punto però Diego si innamora anche del ciclismo, a tal punto che mette il calcio in secondo piano. In particolare ama andare in giro con una bicicletta rosa che viene ancor oggi rammentata perfettamente da tutta la sua famiglia e dai vicini di casa a Carrizal.

Nonna Maria Luisa ricorda: «Non so perché, ma improvvisamente dipinse la sua bicicletta nera di rosa, e gli amici lo prendevano in giro». Il motivo era che Diego voleva distinguersi dalla massa, tutti gli amici avevano biciclette nere, rosse, blu e verdi. Lui ne voleva una di un colore unico.

Nonostante la sua passione per il ciclismo non abbandonò quella per il calcio e arrivò a giocare per la Liga Deportiva Alajuelense con cui debutta relativamente tardi, nel 2010 e vi resta per 3 stagioni vincendo 4 campionati locali. Nel 2012 diventa papà di un bellissimo bimbo che chiama Derek. Un giorno il direttore sportivo di un paese lontanissimo, Stein Hoff, lo visiona e decide che il ragazzo è forte. Destinazione Norvegia. Poco dopo Diego firma un contratto triennale da professionista con il Vålerenga, squadra di Tippeligaen. Lì gioca già un suo connazionale, Giancarlo Gonzàlez che lo aiuta tantissimo nell’inserimento e Diego ne beneficia in modo costante, intergrandosi nella squadra e giocando benissimo. Debutta in Nazionale nel 2013 contro gli Usa di Klinsmann.

Diego Calvo è un esterno d'attacco destro naturale, dotato di enorme talento naturale, ama partire da sinistra per accentrarsi e sfruttare al massimo la sua grande tecnica. Molto veloce, ricorda come movenze lo spagnolo David Villa. In nazionale è uno dei tre davanti, può giocare anche da seconda punta ed è un ragazzo che va tenuto d’occhio.