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RUBRICA FCIN1908 – Mondiali, giovani promesse: Waris, il Dagomba che suona il pallone

Lorenzo Roca

Per la seconda puntata della nostra rubrica Brasile 2014 – Giovani promesse oggi parliamo di un giovane talento che viene dal Ghana e giocherà la rassegna iridata con la Nazionale delle Stelle Nere. عبد المجيد...

Per la seconda puntata della nostra rubrica Brasile 2014 – Giovani promesse oggi parliamo di un giovane talento che viene dal Ghana e giocherà la rassegna iridata con la Nazionale delle Stelle Nere.

عبد المجيد واريس‎ , o più comprensibilmente Abdul Majeed Waris, nasce il 19 settembre 1991, a Tamale, terza città più popolosa del Ghana nonché capoluogo della regione del Nord di forte impronta religiosa islamica. Appartiene all’etnia Dagomba, sono i “musicisti della Costa d’Oro”, Majeed però preferisce suonare il pallone di cuoio e capisce presto che per giocare a calcio e coltivare il suo sogno deve muoversi più a sud, verso la regione Orientale e finisce in una scuola calcio dal nome benaugurante: “Il diritto di sognare”, dove perfeziona le sue abilità di base. Nel 2008 Majeed trae beneficio dalla partnership che l’accademia stringe con l’Hartpury College ed emigra in Gran Bretagna. I risultati sono a dir poco incoraggianti: nella sua prima stagione infatti Waris segna 36 gol in 21 partite con la maglia dell’Hartpury, incluse due triplette memorabili nella semifinale e finale della Coppa Under 18 dei college britannici. Durante una tournée in Scandinavia per un torneo chiamato Gothia Cup lo notano gli scout del BK Hacken, squadra della prima divisione svedese, che prima gli offrono uno stage e poi gli fanno sottoscrivere un contratto di 4 anni. Tutto ciò accade nel 2009. Tuttavia, deve aspettare solo marzo 2010 per effettuare il suo debutto per ragioni burocratiche. 55 presenze con 26 gol fatti per lui, se lo ricorda bene soprattutto il Norrköping che vide la propria rete violata per 5 volte da Waris. Diventa tra l’altro il primo ghanese a segnare 5 gol in una partita in Europa. Vince la classifica cannonieri e inevitabilmente viene eletto giocatore dell’anno in Svezia nel 2012. Gli occhi di mezza Europa sono su di lui, ma le mani più leste sono quelle russe dello Spartak Mosca che in novembre 2012 lo compra per 2,2 milioni di euro. 

Nonostante i numeri parlino per lui, Waris viene sorprendentemente escluso dalla squadra ghanese che partecipa alla Coppa d’Africa 2013, snobbato dall’allenatore Kwesi Appiah, che lo chiama solo in un’occasione.

Viene richiamato per un match di qualificazione al Mondiale contro il Sudan, durante la partita fa letteralmente impazzire i difensori sudanesi e pare che siano proprio i due senatori delle Stelle nere, Asamoah Gyan (che lo vuole come compagno di reparto) e Derek Boateng, a imporre il suo inserimento nella squadra. E, come prevede la routine in questi casi, deve sottoporsi al rito di iniziazione che segna l’ingresso ufficiale nella Nazionale: Majeed deve ballare l’Azonto davanti ai compagni, danza ghanese che prevede l’utilizzo di molta mimica e ritmo. Waris balla in modo esattamente opposto a quello che ha sul campo, off beat. Segna 3 gol consecutivi nelle partite di qualificazione al Mondiale brasiliano. Gyan beneficia delle qualità di Majeed: la sua capacità di corsa incredibile, nonché l’abilità nel saltare sulla testa di difensori più alti di lui. Risultato: il Ghana segna tantissimo e fila veloce verso il Brasile.

Waris vuole andare via dalla Russia, teme che allo Spartak non si guadagnerà il posto in Nazionale nonostante le prestazioni fornite, così nel gennaio 2014 la sua insistenza è premiata e viene catapultato nel non meno freddo Pas de Calais, al Valenciennes. Fa sei mesi fantastici, si ambienta benissimo e segna 9 gol in 15 partite che però non bastano a salvare la squadra dalla retrocessione. Dopo l’ultima partita Majeed in spogliatoio si mette a piangere e chiede di restare in Francia, non vuole tornare a Mosca e adora la sua squadra. Ma i russi se lo riprendono e lui promette ai compagni che tornerà presto. In Ligue 1.

Giocatore esplosivo, velocissimo e letale in progressione, ha grande facilità di corsa e vede molto bene la porta. Riesce a convertire in occasioni da rete l’enorme movimento che produce sul fronte offensivo. Le sue qualità lo rendono elemento versatile che può essere impiegato in diversi modi in attacco.