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Santon in riserva ma non molla: tifosi riconquistati. E una cosa si nota subito…

La valigia del calciatore dev’essere un po’ come quella dell’attore: sempre pronta.  Il più delle volte per affrontare un viaggio dall’ignota destinazione, anche quando il destino pesca dal Monopoli il cartoncino delle probabilità,...

Alessandro De Felice

La valigia del calciatore dev’essere un po’ come quella dell’attore: sempre pronta.  Il più delle volte per affrontare un viaggio dall’ignota destinazione, anche quando il destino pesca dal Monopoli il cartoncino delle probabilità, decidendo che bisogna nuovamente passare dal via. Così Davide Santon è tornato proprio dove tutto ebbe inizio, in quella Milano che lo lasciò partire senza particolari rimorsi, con la carta d’identità che ancora profumava di plastificato, e con un timbro ben visibile sul suo curriculum: bocciato in Serie A.

Ne è passato di tempo, e da allora, l’acqua ha solcato i ponti e temprato quel ragazzino esile dalle spalle ancora troppo timide. Gli interisti lo hanno accolto con indifferenza, la stessa che Santon dovette già suo malgrado conoscere mentre si apprestava a salutare i confini nazionali. Sicuramente anche colpa sua e di alcune frasi poco simpatiche rivolte all’orgoglioso popolo interista che, però, pare aver compreso e perdonato quello che sembrava più un errore di gioventù che una dichiarazione irrispettosa verso i colori che hanno contribuito a realizzare il suo sogno: quello di diventare un calciatore professionista.

Un altro Santon in un’altra Milano: sulla sponda nerazzurra del Naviglio stanno apprezzando un calciatore completamente diverso da quello visto in passato. Ciò che salta immediatamente all’occhio è la sua spaventosa maturazione fisica: quelle spalle timide adesso fanno a sportellate con chiunque e difficilmente ne escono ammaccate. Imponente e diligente, Santon ha conquistato il posto da titolare sulla corsia esterna: destra o sinistra non fa differenza, Mancini non lo toglie più dal campo. Lo stesso tecnico jesino ha ammesso che adesso il ragazzo avrebbe bisogno di riposare, perché a causa di un infortunio, per oltre nove mesi non ha assaporato l’adrenalina di una vera gara. Nove mesi di stop alternati a sei partite consecutive.

Non c’è stato abbastanza tempo per il reintegro graduale di Davide Santon, l’Inter aveva immediatamente bisogno di lui e lui ha risposto presente. Le ultime partite hanno palesemente abbassato la barra dell’energia, la spia del carburante è costantemente accesa, ma Santon sta guadagnando risorse bonus da qualche riserva sconosciuta nascosta nel pozzo delle sue motivazioni. Il pubblico apprezza e applaude ad ogni suo sforzo ulteriore, così che anche Santon possa conoscere una nuova parte di Milano di cui ancora non aveva potuto godere pienamente: la Milano che lo stima.