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Se la domanda è “Resti?”, la risposta qual è?

“Io sono venuto qua per far tornare l’Inter a vincere, altrimenti sarei andato alle Seycelles“. Magari non si è ancora pentito di aver preferito Milano all’Oceano Indiano, ma quanta fatica aiutare i nerazzurri a...

Eva A. Provenzano

"Io sono venuto qua per far tornare l'Inter a vincere, altrimenti sarei andato alle Seycelles". Magari non si è ancora pentito di aver preferito Milano all'Oceano Indiano, ma quanta fatica aiutare i nerazzurri a ritrovarsi. Roberto Mancini, quando ha scelto di accettare la proposta di Thohir, sapeva che avrebbe incontrato delle difficoltà  sul suo percorso e sapeva che, nonostante tutto quanto ha vinto in passato con l'Inter, il credito di fiducia accumulato nei confronti dei tifosi sarebbe stato fino ad esaurimento scorte. Perché è stata un'altra stagione complicata, una di quelle in cui quando sei lì che pensi 'forse è la volta buona' scopri che invece no, c'è ancora da soffrire, da aspettare. E spesso si perde la pazienza. E' successo ieri ai tifosi interisti: al Meazza sono tornati - dopo 16 partite - i fischi a fine primo tempo e a fine gara. Il tecnico jesino lo ha sempre detto: "Bisogna lavorare e a volte non basta. Serve sicuramente tempo".

Ma quanto e cosa serve ancora per fare di quella interista una squadra equilibrata, per fare in modo che i risultati arrivino, cosa manca perché quella nerazzurra diventi una rosa che possa davvero puntare ad obiettivi come lo scudetto che ad oggi sembra ben più lontano di un anno? Domande che anche il Mancio probabilmente si pone. Ieri sera, mentre era in panchina, le telecamere hanno catturato una sua smorfia, sembrava più preoccupato di quanto il suo aplomb e la sua calma atavica avevano fatto trasparire fino a quell'istante. Lo ha anche ammesso: "Forse sono stato un po' troppo ottimista". In realtà , ai più, era sembrato un sognatore o forse un illusionista con il coniglio nel cilindro. In tanti appena arrivato glielo hanno chiesto: "Chi te lo ha fatto fare?". La risposta è sempre stata una: l'amore per l'Inter, quello che il nerazzurro è stato per lui. Ha accettato una sfida e sta cercando di portarla avanti pur in mezzo a mille controversie e a qualche dubbio sul futuro che sprigiona nell'ambiente nerazzurro un'aria di incertezza: non fa stare troppo comodi. 

La mannaia del Fair Play Finanziario, i risultati che non arrivano, un progetto che al momento stenta a decollare, le voci su una clausola che gli permetterebbe di lasciare la Beneamata senza farsi male qualora lo volesse. E poi anche la certezza di un "si, sarò ancora qui nonostante tutto" che manca, un sì mai pronunciato di fronte alla domanda delle domande che prima o poi tornerà  puntale: 'Mister, resti o vai?'.