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Un pareggio tutto sommato giusto quello di ieri sera tra Inter e Roma. Uno zero a zero frutto di poche occasioni da gol, basso ritmo e un buon tempo a testa giocato da entrambe le squadre. Nel primo tempo però è l'Inter che comanda il gioco creando più occasioni rispetto alla squadra di casa. La presenza di Icardi davanti si sente ed è proprio il puntero argentino a creare grattacapi alla difesa della Roma. E' lui a gettarsi sulle palle alte e a creare profondità. Proprio da questi movimenti nasce il primo caso della serata ossia l'atterramento in area da parte di Benatia. Il difensore marocchino butta giù Icardi che protesta con l'arbito ma questo fa orecchie da mercante. Rigore netto e possibile espulsione del difensore per fallo da ultimo uomo. Ma quest'anno i rigori sembrano una vera e propria chimera. Bisognerà rassegarsi. Più tardi sempre in area e sempre su Icardi il secondo caso della serata: il pugno che gentilmente gli rifila Daniele De Rossi (assolutamente non nuovo a questo genere di iniziative personali). Anche in questo caso nessuno vede e la gara può continuare. Nel secondo tempo la Roma grazie all'ingresso di Pjanic riesce a prendere meglio posizione in campo e complice anche la sostituzione di Icardi l'Inter abbassa il proprio baricentro rischiando di finire schiacciata. La gara si spegne cosi sullo zero a zero con poche emozioni. Ma un dato è certo: fuori casa i nerazzurri riescono ad esprimersi in maniera più serena rispetto agli incontri casalinghi.
ICARDI. Dopo dieci scampoli di gara, finalmente il ragazzo di Rosario riesce a scendere in campo dal primo minuto. Il suo peso in avanti si sente e fa una gara di sacrificio. Catalizza su di se le attenzioni dei difensori romanisti e proprio su di lui si creano due casi arbitrali. Avesse avuto una maglia non nerazzurra forse gli sarebbe stata riservata diversa sorte, ma cosi non è stato. La sua sostituzione poi toglie profondità alla squadra che ne risente e abbassa di almeno venti metri il proprio baricentro lasciando il solo Palacio in avanti. Mossa quasi suicida di Mazzarri, graziato dalla non serata di grazia degli avanti giallorossi.
EPISODI. Quello che si è sentito dire in queste ore è: un paio di episodi dubbi a testa e siamo pari. Ai soloni che si esprimono in questo modo però permettiamo di ricordargli come il calcio non sia una gara a punti come la boxe (anche se De Rossi ha fatto di tutto per trasformare il campo di calcio in un ring), e che quindi magari il rigore in favore dell'Inter con conseguente espulsione di Benatia e la possibile seconda espulsione del capitano giallorosso avrebbero garantito un esito differente alla gara. Continuano le polemiche, ma siamo certi che anche domani Braschi continuerà a dire che i suoi arbitri lavorano in maniera eccezionale, che i casi discutibili sono pochi e che il cavallo bianco di Napoleone era bianco. Benvenuti alla fiera dell'ovvietà.
SQUALIFICHE. Agli amanti del bel calcio fa male vedere mezzo Stadio Olimpico vuoto. Se la ragione poi sono le stupide squalifiche piovute su più settori per “discriminazione territoriale”, la situazione è ancora peggiore. Solo allo Juventus Stadium si permette di occupare un settore squalificato a dei bambini che ripetono ciclicamente il coro “oh merda” ogni qualvolta il portiere avversario si appresta a battere la rimessa dal fondo e sempre e solo nello stesso stadio è permesso insultare i morti. Ma la discriminazione territoriale in questo caso non c'entra: i morti erano della stessa città. Come non biasimarli per una applicazione cosi alla lettera del regolamento? Bastano 25.000 euro e passa la paura.
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