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Siamo l’Inter che reagisce. Su Juan una riflessione obbligatoria. Presenta gli stessi limiti di…

Alessandro De Felice

A Napoli per riaprire ogni discorso, ma l’Inter di Roberto Mancini ci riesce solo in parte, alternando ripetutamente pregi e difetti nel corso dei novanta minuti di gioco. Un incedere psicopatico, che alla fine porta in dote un buon pareggio su...

A Napoli per riaprire ogni discorso, ma l’Inter di Roberto Mancini ci riesce solo in parte, alternando ripetutamente pregi e difetti nel corso dei novanta minuti di gioco. Un incedere psicopatico, che alla fine porta in dote un buon pareggio su un campo complicato, ma che rivela ancora una volta tutte le magagne di una struttura non ancora a norma per poter essere qualificata come agibile. 

Nella prima frazione di gioco, i partenopei scappano da tutte le parti, con l’Inter che in realtà crea anche qualcosa di buono, ma che da sempre la sensazione del recupero affannoso. Medel lotta tra le onde del mare mosso, il cileno battaglia nella tormenta, ma privo del sostegno dei propri compagni finisce spesso per ingoiare bocconi d’acqua salata. Il primo tempo - e buona parte del secondo - raccontano questa versione dell’Inter, che in Juan e Brozovic vede i calciatori più confusi. Il brasiliano, però, merita un discorso a parte, su di lui c’è da riflettere parecchio. Arrivato all’Inter giovanissimo, si diceva di lui un gran bene: “ha un fisico bestiale, una volta limati i problemi tattici diventerà un campione”, si diceva. Il problema è che dopo molti anni e diversi allenatori, i limiti tattici di Juan sono rimasti praticamente gli stessi di allora. In alcuni frangenti della partita, il brasiliano sembra letteralmente scollegato. 

La reazione: l’Inter fatica a trovare la scintilla e allora Mancini funge da enzima per accelerare il processo di trasformazione. Fuori Brozovic, dentro Hernanes. Si passa al 4-2-3-1. Il brasiliano entra sul terreno di gioco con la determinazione di chi vuole dimostrare qualcosa a qualcuno. Probabilmente allo stesso Mancini. L’Inter cresce, chiude il Napoli nella propria area di rigore e trova due reti fondamentali. Una reazione che non cancella le nefandezze viste in precedenza, ma che senz’altro genera ottimismo, la consapevolezza di poter essere pericolosi in qualsiasi momento della partita.