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Suspense. E' una attesa 'strama'. Andrea Stramaccioni sta cercando di capire cosa ne sarà di lui. Massimo Moratti dice che sta riflettendo e prende tempo: vuole mettere sulla bilancia tutto quello che è successo: il talento di Strama ("che sarà un grande tecnico") da una parte e i numeri disastrosi dall'altra ("Quelli li ho visti anche io"). Intanto il giovane allenatore romano ha lasciato Coverciano e adesso aspetta a casa, a Roma, una comunicazione ufficiale.
PENSIERI E PAROLE - Nell'ambiente nerazzurro si dice che la decisione sia stata già presa. Insomma sarà addio al progetto con a capo l'ex tecnico della Primavera di cui si parlava fino a sabato scorso. Tante volte il proprietario del club di Corso Vittorio Emanuele lo aveva confermato: sarebbe stato ingiusto esonerarlo se non si teneva conto del rapporto di fiducia, se non si teneva conto dell'intera situazione. Questo il senso di certe dichiarazioni. Oggi il suono delle parole del presidente era diverso: "Da una parte c'è il talento di un ragazzo che sicuramente avrà successo nel suo mestiere e dall'altra parte c'è una situazione di questo genere e sto pensando e ragionando per capire qual è la cosa migliore per l'Inter".
BILANCIA - Ed è facile pensare che i risultati avranno un peso specifico. Sedici sconfitte in una stagione, non era mai successo, e te ne devi ricordare quando devi scegliere. Però dovrebbero avere un peso anche gli infortuni, gli errori di mercato (per quelli non si può chiedere certo conto a Strama), i limiti tecnici e anche di impegno della squadra, i punti che al club interista anche gli errori arbitrali hanno tolto. L'aria era pesante già prima, ma si è fatta irrespirabile dopo la sconfitta contro l'Udinese. Quella è stata solo l'apice di un anno complicato caratterizzato da clamorose cadute sul campo, accentuate da una sfortuna inenarrabile.
IL CONTO - Pagherà Andrea per tutti. Finisce sempre così. Noi siamo interisti, dichiaratamente. Lo dicono i colori dell'home page del nostro sito e lo dice uno spirito d'appartenenza che per noi è fede. Non chiedeteci quindi di fare il tifo contro l'Inter: se esonero sarà non è certo un successo. Siamo di fronte all'ennesima rivoluzione, in mezzo al mare dell'incertezza, dell'imponderabile: la storia lo dice, non basta neanche essere considerati bravi per allenare sulla sponda nerazzurra di Milano e lo ha detto anche Moratti stamattina: "Tutti gli allenatori sono in gamba, ma poi bisogna allenare l'Inter, che è una cosa diversa". Diversa, maledettamente difficile, ma bisogna anche sapere il perché. Un giovane tecnico come Strama non doveva esser lasciato solo a gestire uno spogliatoio di un certo tipo, in un ambiente piuttosto rigido, con promesse non mantenute e casi che si è caricato sulle spalle anche se non erano una sua responsabilità.
COSA RIMANE - C'è chi pensa che cambiando allenatore le cose si mettano a posto automaticamente. Può essere, ma di fronte a certe mancanze non c'è esonero che tenga. Quelle mancanze comunque dovranno essere colmate. Forse era solo troppo presto, presto per l'Inter. E un giorno probabilmente Andrea Stramaccioni sarà uno dei migliori allenatori italiani perché il carattere, la grinta, la voglia di fare e pure la spocchia che serve non gli mancano certo. L'esperienza, quella arriverà e a quel punto gli sarà perdonata pure la spensieratezza. Gli sarà perdonata perché non sarà più l'allenatore dell'Inter. Adesso sarà travolto dalle critiche e dovrà ricostruirsi sulle macerie. C'è chi pensa che verrà dimenticato in fretta e potrebbe essere un'opinione diffusa. Per quanto ci riguarda, non siamo soliti dimenticare chi abbiamo guardato in faccia. Soprattutto quando spesso, facciamo sempre, è stata l'unica che abbiamo visto.
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